Il Canzoniere (Bandello)/Alcuni Fragmenti delle Rime/CCIII - Molte stagion di ghiaccio, e ancor di fiori

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CCIII - Molte stagion di ghiaccio, e ancor di fiori

../CCII - Ha l'alto ciel un sol infra le stelle ../CCIV - Canzone del Bandello della bellezza e delle rarissime grazie della Divina Signora Lucrezia Gonzaga di Gazuolo IncludiIntestazione 15 marzo 2024 100% Poesie

CCIII - Molte stagion di ghiaccio, e ancor di fiori
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CCIII.

È il sonetto di chiusa del Canzoniere, il sonetto di congedo.
        Vecchio e canuto il poeta ancora sente l’antico ardor d’amore e vive nel ricordo gentile della Mencia.


Molte stagion di ghiaccio, e ancor di fiori
     Sempr’agghiacciando, e sempr’ardendo ho corse

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     Da che ’l verme d’Amor il cor mi morse,
     4Cagion de’ miei soverchi aspri dolori.
Da indi in qua d’ogni speranza fuori,
     D’aver mai tregua, quanto in ciò m’occorse
     Scrissi piagnendo, e della vita in forse
     8Ancor travaglio in mille strani errori.
E ben che veggia, come fatto veglio
     Cangiato ho il pelo, e quasi giunto a riva
     11Abbia di vita omai, o nulla, o poco,
Pur forza m’è ch’al suo voler i’ viva,
     E sì da lunge innanzi abbia lo speglio
     14Di quell’eterno di begli occhi fuoco.

Note

V. 1. Molte stagion, invernali e primaverili.

V. 10. Cangiato ho il pelo, cfr. Petrarca: «Di dì in dì vo cangiando il viso e ’l pelo», Canz., CXCV, v. 1, e parimenti ivi, CCCLX, v. 41.

V. 13. Lo speglio, lo specchio di quegli occhi ov’arde fiamma perenne.