<dc:title> Il Misogallo </dc:title><dc:creator opt:role="aut">Vittorio Alfieri</dc:creator><dc:date>1789-1798</dc:date><dc:subject></dc:subject><dc:rights>CC BY-SA 3.0</dc:rights><dc:rights>GFDL</dc:rights><dc:relation>Indice:Gli epigrammi le satire, il Misogallo di Vittorio Alfieri (1903).djvu</dc:relation><dc:identifier>//it.wikisource.org/w/index.php?title=Il_Misogallo_(Alfieri,_1903)/Sonetto_VII&oldid=-</dc:identifier><dc:revisiondatestamp>20210211121947</dc:revisiondatestamp>//it.wikisource.org/w/index.php?title=Il_Misogallo_(Alfieri,_1903)/Sonetto_VII&oldid=-20210211121947
Il Misogallo - Sonetto VII Vittorio AlfieriGli epigrammi le satire, il Misogallo di Vittorio Alfieri (1903).djvu
Impetuoso Borea stridente
Davanti a se fugace neve incalza,
E tra’ vortici suoi densa la inalza,
Sì che l’aere s’oscura orribilmente. Mentr’atomo contr’atomo, fremente,
Volteggiante, l’un l’altro urta, e trabalza;
Mobil caos che se stesso, in sè rimbalza,
Veggio, e agli occhi sparisce di repente.
Tale, al soffio perenne imperïoso
Di passïoni mille, in preda ratto
Va il Gallo bulicame in notte ascoso: E si aggira, e travagliasi, e disfatto
Resta frattanto pria d’aver riposo;
Nè, in migliaja, pur uno è stato e ha fatto.