Il Misogallo (Alfieri, 1903)/Sonetto X

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Sonetto X

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Epigramma III Sonetto XI

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SONETTO X.

12 settembre 1792 in Ath nelle Fiandre.

IX.    Άπέθανον δέ τινες καὶ ἰδίας ἔχθρας ἔνεκα, καὶ ἄλλοι χρημάτων σφίσιν ὀφειλομένων, ὑπὸ τῶν λαβόντων · πᾶσά τε ἰδέα κατέστη θανάτου. Καὶ γὰρ πατὴρ παῖδα ἀπέκτεινε, καὶ ἀπὸ τῶν ἱερῶν οὐκ ἀπεσπῶντο, ἀλλ’ εἰς τὰ αὐτὰ ἐκτείνοντο.

Tucidide, lib. III, cap. 81.

Uccisi ne erano alcuni dai loro privati nemici, altri dai lor debitori, che delle mal affidate ricchezze li risarcivano uccidendoli. Tutto era morte d’intorno; ucciso era il figlio dal padre, e dai sacri Templi non venivano già estratte le vittime a sì inumano furor consacrate, ma negli stessi Templi uccidevansi.

In altro Agosto insanguinar già vide
L’onde sue l’empia Senna; ma quello era
Delle tenebre il secolo, cui fera
Religïosa crudeltà conquide.
D’ogni uomicciol maestra, oggi si asside
Filosofia dolcissima, che impera
Di tutte sette tolleranza intera,
E le passate immanità deride.
Eppur, quest’oggi, il traditor coltello
Fa d’ognun, ch’abbia illustre, o intatto il nome,
E di Preti, e di Donne, empio macello.1
Mandra assassina, a te dovute some
Son ferrei ceppi; a te, il regal flagello,
Che ognor tuoi schiavi imbaldanziti dome.


Note

  1. Allude ai macelli fatti in Parigi il 10 Agosto, e 2 Settembre 1792, anniversarj del 24 Agosto 1572.