<dc:title> Il Misogallo </dc:title><dc:creator opt:role="aut">Vittorio Alfieri</dc:creator><dc:date>1789-1798</dc:date><dc:subject></dc:subject><dc:rights>CC BY-SA 3.0</dc:rights><dc:rights>GFDL</dc:rights><dc:relation>Indice:Gli epigrammi le satire, il Misogallo di Vittorio Alfieri (1903).djvu</dc:relation><dc:identifier>//it.wikisource.org/w/index.php?title=Il_Misogallo_(Alfieri,_1903)/Sonetto_XXX&oldid=-</dc:identifier><dc:revisiondatestamp>20210211112901</dc:revisiondatestamp>//it.wikisource.org/w/index.php?title=Il_Misogallo_(Alfieri,_1903)/Sonetto_XXX&oldid=-20210211112901
Il Misogallo - Sonetto XXX Vittorio AlfieriGli epigrammi le satire, il Misogallo di Vittorio Alfieri (1903).djvu
Tra i Galli schiavi, e in schiavitù gaudenti,
Molti anni io stava, e carmi assai scrivea,
Costretto ognor dalla feroce Dea,
Libertà, fonte in me di caldi accenti. Ecco, ch’a un tratto a balbettar sorgenti
Una qualche non lor libera idea
Quei profumati barbari io vedea,
Rapina, e sangue, e tirannia volgenti.
Ma che perciò? Liberi i Galli, od io
Vil servo son, perchè in augusto tema
Non l’oprar lor, ma il dir, consuona al mio? Liberto, il vol d’uom libero non prema:
Io comprai libertà, donando il mio;
L’altrui furando, i servi ebber diadema.1
Note
↑E perciò essendo stata riconosciuta già da molte Potenze la nuova Repubblica Francese, e trattandosi di denominarla essa pure con un titolo Aulopolitico, si è convenuto segretamente, che come si dice la Porta Ottomana, i Gabinetti dei Principi, le due Camere d’Inghilterra; così d’ora innanzi diplomaticamente dirassi, le due Anticamere Francesi.