Il Tesoro (Latini)/Illustrazioni al Libro V/Capitolo XXII

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Brunetto Latini - Il Tesoro (XIII secolo)
Traduzione dalla lingua d'oïl di Bono Giamboni (XIII secolo)
Capitolo XXII
Illustrazioni al Libro V - Capitolo XI Illustrazioni al Libro V - Capitolo XXIV
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Poi altre vanno via senza ritorno,
Altre rivolgon se onde son mosse,
Ed altre roteando fan soggiorno

(Par. XXI).

Capitolo XXII.

Queste sono le parole di Solino, tradotte dal maestro, che danno ragione delle correzioni fatte al Volgarizzamento: «In hac insula (Ortygia) primum visae coturnices, aves quas oprvyaf Graeci vocant.... Austro numquam exeunt, nam metuunt vim flatus tumidioris. Plurimum se Aquilonibus credunt, ut corpora pinguiuscula, atque eo tarda, facilius invehat siccior et vehementior spiritus.»

È detto anche al Libro III capitolo 3: «Ortigia, là ove le coturnici grecisce furo in prima trovate.»

Capitolo XXIII.

Non riporterò il capitolo LUI di Solino, qui co()iato da Brunetto, come traduce il XLV ove tratta dell’ibis; il XLVI, ove della fenice; ed il XV ove

doll;i orue. [p. 291 modifica]

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Riconlerò le sublimi pitiuiT del discepolo di

Brunetto:

E quale il cicoguin che leva laki
Per voglia di volare, e uon s’attenui
D’abbandonar lo nido, e giù la cala.

(Purg. XXV.)

Quale sovr’esso il nido si rigira
Poi che ha (lasciuto la cicogna i tìglij
E come quei ch’è pasto, la rimira.

(Par. XIX.)

Battendo i denti in nota di cicogna

(Inf. XXXII.)

ma non è vero che non abbiano lingua, perchè battono i denti ’on rumore.

Capitolo XXH’.

Erodoto e Strabene de.scrivono l’ibis. Quando Napoleone 1 andò in Egitto, i naturalisti che accompagnarono il moderno Alessandro nella famosa spedizione, meglio studiarono questo uccello tanto celebrato dagli antichi, e non fu troppo facile impresa il raffigurarlo. 1/ origino del cristero, per ammae