Il buon cuore - Anno IX, n. 18 - 30 aprile 1910/Religione

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Beneficenza Educazione ed Istruzione

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Vangelo della quinta domenica dopo Pasqua


Testo del Vangelo.

Disse il Signore Gesù a’ suoi discepoli: In verità, in verità vi dico, se alcuna cosa domanderete al Padre in nome mio, ve la concederà. Fino adesso non avete chiesto cosa alcuna in nome mio: chiedete, e otterrete affinchè il vostro gaudio sia completo. Ho detto a voi queste cose per via di proverbi. Ma viene il tempo che non vi parlerò più per via di proverbi, ma apertamente vi favellerò intorno al Padre. In quel giorno chiedete in nome mio: e non vi dico che pregherò io il Padre per voi; imperocchè lo stesso Padre vi ama perchè avete amato me, e avete creduto che sono uscito dal Padre. Io sono uscito dal Padre, e sono venuto nel mondo; abbandono di nuovo il mondo e vado al Padre. Gli dissero i suoi discepoli: Ecco che parli chiaramente e non fai uso d’alcun proverbio. Adesso conosciamo che tu sai tutto, e non hai bisogno che alcuno t’interroghi; per questo crediamo che tu sei venuto da Dio.

S. GIOVANNI, Cap. 16


Pensieri.

Fermiamo il nostro pensiero sul saluto di Gesù ai suoi discepoli.

«Queste cose v’ho detto per parabola. Ma viene l’ora che non vi parlerò più in parabola: ma apertamente vi darò conoscenza del Padre».

Che cosa vuol dire Gesù? Non ha Egli mai parlato del Padre?

Osserviamo. Una cosa si conosce quando si esperimenta. Ma le esperienze religiose non si possono esprimere appieno; la parola umana vien meno davanti alla realtà divina! E quelli che non dividono l’esperienza interiore di chi parla e s’arrestano all’espressione non capiscono nulla.

Ecco perchè le persone religiose e i mondani non si possono intendere.

Chi invece sperimenta gli stessi sentimenti anche a un solo accenno comprende.

Voi sentirete apertamente il Padre, dice Gesù, e lo conoscerete lo conoscerete in quell’unione intima e profonda che per rendersi sensibile non abbisogna della parola e della parola divora l’imperfezione!

Si è attuata per noi la parola di Cristo? Abbiamo noi quella fede che è un perdersi in Dio quasi senza pensiero, non che senza parola? E abbiamo sperimentata la sua azione in noi, misteriosa, solenne che fugge a ogni definizione?....

Oh, i dolci conforti che Dio serba a coloro che lo amano! E come si dona a’ suoi santi e, traverso essi, per essi, anche alle povere anime nostre!

La deficienza dell’espressione non conta più nulla quando l’anima vibra e freme fino a scuotere altre anime, a stimolare altri spiriti!

Mio Dio.... rammento, non parole. non le parole che nemmeno ci sono per rispondere a certi sentimenti, ma l’invocazione muta d’un’anima che in mezzo alla sofferenza, vivente di fede e di carità e di speranza contro la speranza alzava le mani e gli occhi al cielo...

Era un atto di dolore solenne, una attesa d’intervento divino, un abbandono filiale, infinita.... non so.... era vita religiosa intensa che si sprigionava, era preghiera che saliva a Dio, era qualcosa che veniva anche a me e m’avvolgeva e mi strappava, rapiva nel Divino....

Sgombriamo lo spirito nostro da ogni scoria mondana e teniamolo vigile, attento, pronto ad accogliere l’intima, misteriosa parola di Dio.... ad accogliere l’eco che i santi ci rinviano di quella che ad essi riempie perennemente l’anima e il cuore....

Il Cristianesimo ha portato nel mondo la preghiera. Si potrà dire che la preghiera è antica quanto la religione e la religione antica quanto l’umanità.

È vero: ogni religione ha la sua preghiera, ma la preghiera cristiana è qualcosa di speciale, quella preghiera, che non è intercessione per aver grazie e doni, ma movimento, ma aspirazione dell’anima verso l’infinito.

[p. 139 modifica] Atteggiamento pio dello spirito in ogni istante, in ogni contingenza, preghiera di cui parla Gesù, dicendo: pregate, pregate sempre.

È preghiera che Gesù benedirebbe quella di tanti cristiani?

Preghiera piccina, gretta, che alla divinità non pensa che per fini umani: preghiera pagana fatta quasi con animo superstizioso invece che con cuore aperto e fidente!

Quante volte accade di arrossire davanti a certe manifestazioni di pietà, in persone cristiane!

Com’è urgente che non solo i sacerdoti, ma tutti, ma ogni cristiano un po’ illuminato, si preoccupi e si occupi di farsi ministro di luce!

Gesù ci ha rivelato un Dio così grande e così buono! Lasciamoci ingrandire e migliorare e predichiamolo un pochino così nel mondo anche noi!

Va bene che noi si preghi, ma ascolterà il Padre che è ne’ cieli la nostra preghiera?

La parola di Gesù ci riconforta: sì, il Padre vi ascolterà, perchè vi ama; la prova del suo amore per voi sono io!

Dio ci ama! Egli si cura di noi! Ce lo ha detto Gesù e lo ripete dentro la nostra esperienza, esperienza che forma la nostra felicità.

Tutto può venir meno, ma non l’intima, divina parola d’amore e quando questa parla a una creatura essa non può che benedire e ringraziare anche nel martirio!

Dio ci ama! Prova del suo amore son le sue visite a tuoi nel mistero della vita spirituale, son le sue grazie. Riandiamo la nostra vita passata a questa luce.... ogni anima è un mondo che Dio ha curato e protetto come se fosse il solo cui Egli dovesse attendere e provvedere! Che larghezza di doni, di aiuti, di soccorsi per tutta la nostra vita, soprattutto per l’anima nostra!....

Signore! Quando vien la bufera e, a volte, s’è tentati d’aver paura e di temer l’avvenire io guardo, dietro a me, tutta una sequela ininterrotta di benedizioni, da esse mi vedo ancor circondata.... e gemo e mi umilio per la mia paura e mi riaffido a Te, Padre buono che mi ami!

Dio ci ama: viviamo alla luce di questo pensiero!

Il “Lourdes„ del paese di Galles

Così fu convenuto di chiamare il borgo di Holywell situato nel paese di Galles in Inghilterra. Lourdes per modo di dire, cioè per una molto generica e vaga somiglianza col celebre Santuario francese: per cui i devoti della bianca Vergine dei Pirenei non si allarmino invano, sospettando concorrenze che non esistono e molto meno delle velleità di scemare o demolire il vero Lourdes; e meno ancora che io sia un Podrecca qualunque.

Holywell sorge in uno dei punti più pittoreschi del nord del Gallese. Ora, là, nel tempo dei tempi, fra tanti confessori di Cristo onde l’Inghilterra ebbe il nome di «Isola dei Santi» viveva una donna di condotta intemerata tanto, da attirare l’attenzione degli stessi pagani. Questi, per farla breve, non potendo nè espugnarne la fede cristiana, nè la virtù, l’uccisero. Ma ecco che sul luogo del martirio scaturì una fonte di acque di straordinaria potenza curativa. Non si tardò ad accorgersene, a farne ripetute e larghe esperienze, a diffondere la fama delle guarigioni miracolose attribuite alla benefica influenza della martire che aveva fatto scaturire quella fonte, S. Winefrida. E sono già più di mille anni che la fama ne è diffusa ovunque. Specialmente i Cattolici romani la tengono in venerazione, e a migliaia gli ammalati, gli storpii, gli affetti da malattie della pelle ci vanno in pellegrinaggio, per bagnarsi nelle acque. Ma anche i Protestanti la visitano alla loro volta per trarre sollievo. Tutt’attorno, stampelle ed altri presidii chirurgici e medici lasciativi dai pellegrini guariti, offrono una testimonianza eloquente delle proprietà curative della fonte in discorso. La Medical Fraternity, benchè non sappia spiegare le cure effettuate, ha dovuto riconoscere la realtà dei fatti.

Durante il regno di Enrico VIII la proprietà di questa fonte era stata tolta ai Cattolici che ne erano padroni, e la figlia del nuovo proprietario, passata sposa al baronetto di Talacre, la portava per questo alla famiglia Mostyn, cui appartiene anche al presente. Ma salvo questo mutamento, e che gli Abati di Basingwerke non dirigono più e sorvegliano il movimento dei pellegrini curandone gli interessi — come usava prima della Riforma — tutto il resto affida come prima, tanto che le reclute di ammalati sono sempre in aumento anche da parte dei Protestanti.

Dai giornali inglesi dello scorso anno togliamo due ragguagli di guarigioni fra le molte che vi sono registrate. E prima dal Liverpool Daily Post and Mercury (9 agosto 1909). «Non poco interesse ha suscitato fra i numerosi visitatori soggiornanti ad Holywell la straordinaria guarigione ottenuta da una giovine donna chiamata Elisabetta Bleasdale che abita con una zia, la signora Hesford, Catherine Street, Winton, Patricroft. Si sa come essa, or fa tre anni, ebbe un contrattempo cadendo da una scala, per cui restò ferita alla gamba sinistra. Ne avvenne che si trovò impotente a camminare senza grucce, e il medico che la curava constatò anche una pustola sviluppatasi all’anca. Il 29 gennaio di quest’anno entrava all’ospedale di Patricroft e veniva confinata in un letto fino al lunedì dopo Pasqua senza nulla guadagnare in salute. Lunedì scorso essa venne ad Holywell, prendendo lo stesso dì un bagno alla fonte di S. Winefrida, e il risultato fu che la gamba cominciò a trovarsi meglio. Il mercoledì poteva abbandonare le grucce e altri presidii, e giovedì era in grado di camminare, senza appoggiarsi a chicchessia, fino a Pantasaph e tornarne, e per un percorso totale di quattro o cinque miglia. Miss Bleasdale informò di non essere cattolica, ma appartenente alla Chiesa anglicana, e che una signora cattolica l’aveva indotta a far prova delle virtù sanatrici della fonte di Holywell».

[p. 140 modifica] E poi dal Flintshire Observer (17 agosto 1909) che dedica alla causa del bene le sue nobili energie e il suo giornale, togliamo quanto segue:

«Sul tipo della guarigione del signor Daniel Maddocks Audley avvenuta al Santuario di S. Winefrida, il Catholic Herald annuncia la completa guarigione dopo il secondo bagno, di una Miss M. Menamin, donna attempata, che aveva perduto l’uso della mano sinistra in causa delle dita ripiegate. Dopo restituito l’uso del membro colpito, Miss M. Menamin lasciava da far celebrare una messa di ringraziamento al Padre Ryam per la salute ricuperata. — Altra recente guarigione notevole, i cui particolari finora non sono stati pubblicati, è quella di Miss Clifford di Liverpool, sofferente per paralisi facciale che ne scomponeva orribilmente l’aspetto. Dopo un seguito di bagni, gradatamente migliorò e la guarigione oggidì è completa. La presente stagione ad Holywell è distinta da una affluenza enorme di visitatori vegnenti dall’Irlanda».

Ora una curiosa applicazione di quell’acqua che dimostra fin dove giunge l’industriosità dell’uomo. Quei buoni proprietari della fonte pensarono: Perchè non si dovrà estendere il beneficio dell’acqua — prodigiosa indistintamente per tutti e dovunque — anche a coloro che sono impossibilitati a recarsi ad Holywell? Detto fatto, la fecero entrare come fattore ed elemento principalissimo in una nuova creazione di sapone igienico e curativo di malattie della pelle, pelle delicata e da eczema. È curioso poi che le prime tavolette di tale sapone furono spedite in omaggio al Papa Pio X, che graziosamente le gradì e permise che ogni anno gliene spedissero una cassetta di cinquanta scatole il giorno della festa di S. Winefrida, il 3 novembre.

Per schiarimenti riguardo ai bagni sul luogo, o altro, si può rivolgersi alla rappresentanza della Casa inglese French-Costa, Via S. Vittore al Teatro, Milano.