Il buon cuore - Anno XI, n. 09 - 2 marzo 1912/Beneficenza

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Beneficenza

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Il buon cuore - Anno XI, n. 09 - 2 marzo 1912 Educazione ed Istruzione

[p. 65 modifica]Beneficenza


Protezione della giovane

Alla sede milanese della Protezione della giovane (via Castelfidardo, 9), coll’intervento di Sua Eminenza il Cardinale Arcivescovo, che sedeva in posto d’onore, circondato dal Consiglio direttivo, presieduto dalla contessa Carlotta Paravicini Stanga, la segretaria, signora Crescini (una colonna della benefica istituzione), ha dato lettura della relazione morale dell’anno decorso, documento importante che qui riportiamo.

Il Comitato Milanese dell’A. C. I. per la protezione della giovane, umile germoglio del grande albero, che stende i suoi rami benefici in ogni parte d’Italia, in ogni paese civile, è lieto di presentare ai suoi benefattori il risultato, non infecondo, della sua sociale e provvida attività.

Se le difficoltà affinano lo spirito, se la vittoria ha tanto maggior valore quanto più aspra è stata la lotta, il Comitato Milanese può rallegrarsi di aver affermato la sua vitalità, di aver superato, quest’anno, una crisi laboriosa, una raffica, che ha minacciato di scuoterne la compagine. Ma la Provvidenza ha vegliato e veglia sull’opera di protezione, che è un’Opera di bontà, di morale preservazione, di assoluta necessità sociale.

L’esito disastroso dell’Esposizione alla Villa Reale nel 1910, con lo strascico di diffidenze, di contrarietà, di sacrifici, non ha impedito che l’Opera esplicasse tutto quel bene che il suo programma esige per la protezione delle giovani che a lei hanno ricorso e continuamente ricorrono.

Un grazie vivo e sincero errompe dal cuore e corre commosso a tutti i buoni, che, con carità fiorita, hanno risposto al pietoso richiamo e fornito i mezzi per infondere nuova vita all’organismo e accrescerne la potenziale virtù protettrice.

Alla Stazione, all’Ospizio, al Segretariato, il lavoro è sempre attivissimo; l’Ufficio di collocamento, assediato da domande; la Casa-Famiglia, quasi sempre al completo; la propaganda, instancabile; l’assistenza alle giovani, sotto le più svariate forme, continua; una vita vissuta, con le sue ansie, con le sue delusioni, con qualche soave compiacenza.

Alla Stazione Centrale, la nostra incaricata, che trovasi in buoni rapporti con tutte le Autorità, con le istituzioni affini ed anche con il personale subalterno, riuscì quest’anno a prestare l’opera sua di assistenza, di consiglio e di conforto a più di 1400 giovani; molte di passaggio; giovinette dai 12 ai 18 anni, che in gruppi sostano alla stazione, dopo un lungo viaggio e poi risalgono in treno per recarsi agli stabilimenti industriali, dove sono dirette: povere figliole che hanno bisogno di una voce amica che le incoraggi e le conforti; viaggiatrici solitarie, venute anche dall’estero in cerca di occupazione, o con posto già fissato, come cameriere, bambinaie, istitutrici, ecc., fra le quali 85 francesi, 80 tedesche (comprese le svizzere delle due nazionalità), 16 inglesi, 14 olandesi, 4 russe, 2 ungheresi, una rumena, una dalmata e una americana. Tutte le giovani, sia italiane che forastiere, venute a Milano in cerca di collocamento, furono accolte, assistite, ospitate e circondate di cure speciali per salvarle dalle insidie che, pur troppo, abbondano nella grande Metropoli e sono tese di preferenza alle nuove arrivate. Si distribuirono 15 tessere con itinerario di viaggio.

All’Ospizio, si accolsero più di 400 giovani, fra le quali 42 gratuitamente per un complesso di giorni 150; se ne rimpatriarono 10, alcune per mezzo della Questura, altre a spese del Comitato, perchè deficienti e inette a qualsiasi lavoro. Per tutte le rimpatriate si preavvisarono le rispettive famiglie o le nostre corrispondenti, dove ci sono, oppure i Reverendi Parroci, perchè le poverine trovassero accoglienza sicura al loro arrivo.

All’Ufficio di collocamento, sempre gratuito per le [p. 66 modifica] giovani, si ebbero più di 500 domande, da parte di buone famiglie, che hanno fiducia nell’Opera di protezione; si collocarono 240 giovani quali cameriere o bambinaie, la maggior parte provenienti da Reggio Emilia, Modena, Bologna; alcune dal Trentino, altre dalla Toscana, dal Mantovano, dall’Udinese, ecc.

Per le giovani da noi collocate, si è aperta la scuola domenicale, nelle due aule, gentilmente concesse dal Municipio, dovei le lezioni furono impartite da brave maestre a cui si deve un grazie sentito e cordiale.

Sulla fine di Giugno, dopo un facile esperimento scritto e una prova orale, si distribuirono più di cinquanta regalucci, come incoraggiamento e premio alla frequenza e alla buona volontà.

Al Segretariato ricorsero Comitati italiani ed esteri, molti Corrispondenti e giovani bisognose di consiglio e di aiuto, per schiarimenti, per informazioni, per richieste di collocamento, per indagini di natura anche delicatissima, di modo che raggiunsero quasi il migliaio le lettere sbrigate quest’anno, compresa la corrispondenza mensile col Comitato Nazionale, che ha sede in Torino.

La Casa-Famiglia, dove sono ospitate giovani lavoratrici e modeste impiegate, funziona regolarmente, sotto la direzione delle pie Signore, che da anni vi consacrano le loro migliori energie. L’ambiente igienico, il nutrimento sano, la mitezza delle pensioni, la sorveglianza assidua, la disciplina materna, contribuiscono a rendere serena la vita alle nostre pensionanti, alle quali si è procurato di non lasciar mancare, nè l’assistenza religiosa, nè un po’ di svago onesto e gradito. Infatti, tanto alla solennità di Pasqua, quanto a quella dell’Immacolata, furono preparate con alcune facili istruzioni che valsero a render loro meno difficile e più gradito l’adempimento dei propri doveri. Durante il Carnevale si condussero a qualche onesta rappresentazione, si procurò loro una serata da valente illusionista e si permise facessero un po’ di musica in casa. Lo scorso Luglio, le giovani costrette a Milano dal loro impiego, furono condotte al Sacro Monte di Varese, dove, la visita al Santuario, l’aria pura e la gustosa refezione, sollevarono lo spirito alle care figliole che mostrarono contegno dignitoso, edificante pietà e viva riconoscenza.

La nostra Casa-Famiglia è sempre sotto la speciale direzione religiosa e morale del benemerito D. Giovanni Schenone, ora Prevosto di S. Francesco da Paola, il quale conserva al Comitato le sue preziose funzioni di Assistente Ecclesiastico.

Propaganda. ― Nel doveroso intento di favorire lo sviluppo dell’Opera, si fece larga distribuzione di circolari e di relazioni stampate, di opuscoli diversi e della sempre interessantissima conferenza «Missione di donna» dell’illustre presidente del Comitato Nazionale, Professor Rodolfo Bettazzi, il cavaliere e l’apostolo di ogni santa idealità, d’ogni opera preservativa e redentrice della gioventù. Inoltre si aggregarono altri nove corrispondenti, e cioè per Tradate, Magenta, Legnano, Limbiate, Cremona, Colico, Domaso, Menaggio e Moltrasio; di modo che ora i nostri corrispondenti sommano a trentaquattro; si ottenne una Conferenza illustrativa dal fecondo quaresimalista di St. Alessandro, Monsignor De-Donno; insomma nulla si risparmiò, perchè l’Opera fosse meglio conosciuta e più cordialmente amata.

Congresso. ― Il nostro Comitato, nella persona della sua Presidente contessa Paravicini e di tre consigliere, prese parte all’Adunanza generale dei Comitati italiani, che ebbe luogo in Torino, lo scorso Maggio, e ne riportò preziosi insegnamenti, grati e indimenticabili ricordi, efficace emulazione nel campo fecondo della cristiana carità, che è la quotidiana palestra dell’A. C. I. per la protezione della giovane.

Casi pietosi. — Innumerevoli furono, anche quest’anno, i casi pietosi di cui il nostro Comitato ebbe ad occuparsi: giovani rintracciate, dopo lunghe e pazienti ricerche; fanciulle inesperte smarrite nella vasta Metropoli e condotte all’Ospizio da vigili urbani o da altri, rifocillate, confortate e quindi onestamente collocate; giovani derelitte, disilluse e malandate in salute, giunte a Milano senza denari e senza recapiti, assistite e magari fatte ricoverare all’Ospedale Maggiore; infelici, vittime della propria leggerezza e dell’egoismo altrui, bisognose di asilo per nascondere le conseguenze dei loro trascorsi, che non si possono accettare all’Ospizio, che non si devono abbandonare... una serie di casi compassionevoli, che attestano il dilagare dell’immoralità, l’urgenza di ricorrere ai ripari, la provvidenziale efficacia dell’Opera di protezione, l’impellente necessità di sempre maggiori redditi e di una più numerosa cooperazione da parte delle buone Signore, per meglio e più degnamente corrispondere all’alto e caritatevole mandato.

Come sanguina il cuore quando, o per ragioni di prudenza, o per assoluta mancanza di posto, si è costretti a rifiutare l’ospitalità a chi la invoca! Che dolce soddisfazione si proverebbe, se si potesse portar sollievo ad ogni sventura!

Come già si disse, nella vita di quest’anno, al nostro Comitato, non è mancata qualche soave compiacenza. Si è riuscito a togliere da una compagnia di sedicenti artisti drammatici girovaghi, che lavorava in un baraccone della Fiera, una buona giovane, stanca di quella grama vita; dietro suo desiderio, si fecero le pratiche necessarie per il di lei rimpatrio; le si procurò il biglietto, la si provvide di tessera, si telegrafò al Comitato più vicino al suo paese, perchè si ricevesse alla stazione e la si facesse proseguire fino a destinazione.

La poveretta ringraziò con la più grande effusione chi si prese cura di lei e va benedicendo all’Opera di protezione che rappresentò per lei la divina Provvidenza!

Da un Comitato estero si ebbe notizia di una giovane artista che si trovava a Milano insidiata nell’onore e anche minacciata nella vita. Per cordiale cooperazione della benemerita Lega per la Moralità Pubblica, che fece le opportune pratiche, sia presso il Signor Console, che presso la Questura, la cara Signorina potè essere rimpatriata, ed ora tra le braccia di sua madre, [p. 67 modifica] benedice con lei, all’Opera di protezione, che, per mezzo dei suoi Comitati Internazionali, provvide alla sua salvezza e la restituì incontaminata alla sua famiglia, alla sua patria!

Altra viva compiacenza si è avuta nel constatare che una giovane da noi sottratta, lo scorso anno, ad un ambiente deleterio e collocata presso una D.tta rispettabile, ha saputo guadagnarsene la stima e la fiducia, con la sua onesta e costante operosità; la buona figliola si mostra riconoscente all’Opera di protezione, che ha vegliato sopra di lei con materna sollecitudine, l’ha tolta al pericolo, le ha assicurato un’esistenza onorata.

Onorificenza. — Lo scorso luglio poi si è avuto la gradita comunicazione che il Governo aveva assegnato al Comitato Milanese una medaglia con attestato di benemerenza per l’opera d’amore prestata alle giovani profughe superstiti dal terremoto calabro-siculo. L’onorificenza ci ha fatto piacere per l’amore che portiamo all’istituzione nostra; si lavora per un alto ideale di bene, ma non torna discaro che l’Opera sia conosciuta e apprezzata anche dalle Autorità politiche e civili, poichè deve esplicarsi, a bandiera spiegata, nel campo sociale, dove l’appoggio morale delle Superiori Autorità, nell’ora che volge, può avere grande efficacia.

E chiuderemo il modesto riassunto della nostra vita di quest’anno, rinnovando le più vive grazie a quanti vennero in nostro aiuto col provvido sussidio, col prudente consiglio, con l’efficace cooperazione: primo fra tutti, al Padre dei Fedeli, Sua Santità Pio X, che con le sue Apostoliche benedizioni, ci rese più facile il còmpito; all’Eminentissimo Cardinale Arcivescovo, estimatore benefico e convinto dell’Opera di Protezione; al Governo di Sua Maestà il Re, che ci onorò di una distinzione; a Sua Maestà, l’amatissima nostra Regina, che offerse un artistico dono per la nostra Fiera; a tutti indistintamente i generosi che ci incoraggiarono nell’ora dello sconforto, che cooperarono all’incremento dell’Opera; alla Cassa di Risparmio, al Municipio, alle Banche, al Monte di Pietà, all’Oratòrio di via Signora (che diede una rappresentazione a favore dell’associazione), a quanti insomma mostrarono di apprezzare l’opera assidua di preservazione morale e di elevazione sociale, che, nella misura delle sue forze, compie la nostra istituzione.

Possa il Comitato Milanese avere i mezzi per esplicare la, sua attività in più vasto campo, provvedere, con intelletto d’amore, a quante giovani ricorrono all’opera sua, rendere più intensa la propaganda di bene nella lotta diuturna della virtù contro il vizio, con fede nella riuscita, amore nell’azione, sicurezza nel premio, e gloriarsi sempre di seguire la via radiosa tracciata dal Maestro Divino, via di Carità, di Civiltà, di vera Vita!


La eloquente relazione fu ascoltata attentamente e sottolineata con segni di viva approvazione.

Il sig. A. M. Cornelio, affezionato alla pia opera, facendosi interprete del sentimento degli intervenuti, e scherzando intorno all’uditorio composto tutto di signore e signorine, eppur tutte mute, benchè parlanti cogli occhi espressivi, rivolti a Sua Eminenza — improvvisò un breve ma affettuoso discorso di omaggio e di ringraziamento al novello San Carlo, il quale, coll’attività prodigiosa, colla rapidità e la perseveranza del moto perpetuo, dopo aver visitato parrocchie e parrocchie in città e paesi, al piano e al monte, nelle valli e su scoscesi pendii, aveva voluto dedicare un’ora anche alla Protezione della giovane per portarvi il suo incoraggiamento e la sua benedizione.

Rispose paternamente Sua Eminenza, dicendo con brio e bontà che accettava anche: gli elogi testè uditi per tenerseli come monito, come programma da seguire nel suo ministero.

La cerimonia lasciò in tutti la più profonda e dolce soddisfazione.

Per l’Asilo Convitto Luigi Vitali pei bambini ciechi


SOCI AZIONISTI.

Contessa Carla Visconti di Modrone, 2 azioni |||
 L. 10 ―
Amalia Gritti Morlacchi |||
   » 5 ―
Duchessa Ida Visconti di Modrone |||
   » 5 ―
Marianna Visconti di Modrone |||
   » 5 ―
Contessa Fanny Barbò |||
   » 5 ―
Signora Carolina Vanotti |||
   » 5 ―
Contessa Augdsta Sormani |||
   » 5 ―
Signora Verga Margherita |||
   » 5 ―

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