Il buon cuore - Anno XI, n. 50 - 14 dicembre 1912/Per la pace fra i popoli

Da Wikisource.
Per la pace fra i popoli

../Educazione ed Istruzione ../Notiziario IncludiIntestazione 1 aprile 2022 75% Da definire

Educazione ed Istruzione Notiziario
[p. 374 modifica]

PER LA PACE FRA I POPOLI


Un Istituto di diritto internazionale cristiano


Nella seconda metà dell’anno decorso si sono manifestati gravi avvenimenti che hanno tolto ad alcuni pacifisti, più sentimentali che osservatori, molte delle loro illusioni. Due fatti principalmente hanno turbato la pace dell’Europa: quello della Germania, che, accusando la Francia di abusare nel Marocco della propria posizione e di oltrepassare i suoi diritti, le ha permesso di usare tutta la libertà di agire mediante un compenso da ricevere, in contraccambio, al Congo; quello dell’Italia, che ha iniziato la guerra per la conquista della Tripolitania e Cirenaica, essendosi la Turchia opposta ad una occupazione militare. Tanto nell’uno come nell’altro caso non si è creduto opportuno ricorrere sia al Tribunale dell’Aia, sia ad una Conferenza internazionale, affidando solo alla forza delle armi il trionfo delle proprie ragioni.

Tutto ciò mostra come gli sforzi ed il tempo consacrati nel passato a ricercare i mezzi per realizzare la giustizia siano stati vani, perchè non si è presa una uguale cura di convincere gli uomini che essi sono tenuti moralmente a realizzarla: non basta precisare ed indicare i mezzi pratici di agire conformemente alle idealità morali, se non si cerca di convincere che è obbligatorio conformarsi ad esse. Queste preliminari osservazioni fa M. Vanderpol, il fervente apostolo Presidente della Lega dei Cattolici Francesi per la pace, il quale rileva, in una sua recente pubblicazione (Un Institut de Droit International Chrétien - Brignais, 1912, pag. 8) che il compito urgente è quello di mostrare che v’è una morale internazionale e che nessuno ha il diritto di sottrarvisi, senza però trascurare lo studio dei mezzi perchè si possa realizzare ciò che questa morale impone.

Già da tempo i rapporti fra le nazioni sono regolati dal diritto del più forte, e dalla ragione di Stato, onde il regime internazionale che ora impera, è l’anarchia, cioè l’assenza di ogni autorità, perchè ciascuna nazione si dichiara sovrana e non riconosce alcuna superiore autorità, e nessuna vuole rinunciare al diritto di conquista, preferendo di non godere alcuna sicurezza piuttosto che assicurare e garantire la sicurezza degli altri; onde bene a ragione si parla di crisi della moralità internazionale, crisi tanto più grave in quanto essa non deriva dall’inosservanza della moralità ammessa unanimemente, ma dalla mancanza di ogni legge morale, dalla negazione dell’esistenza di una morale internazionale.

Dinanzi a questo stato di cose la Lega dei Cattolici Francesi per la Pace, ha posto come prima parte del suo programma lo studio della morale internazionale cristiana, e per sua iniziativa si sono pubblicati splendidi studi, come quello di M. Vanderpol, sulla dottrina scolastica della guerra, e quelli di mors. Battifol, Chénon, Rolland, Monceaux, Duval, che permettono di studiare le applicazioni della morale cristiana ai diritti internazionali e specialmente al diritto di guerra. diffondendo largamente un più vivo senso di interesse per questi problemi.

A questa prima parte dello studio delle dottrine della Chiesa, se ne è aggiunta un’altra; la diffusione di tali dottrine mediante l’organizzazione di una camagna, che permetterà, col mezzo di conferenze, di articoli su giornali e riviste, e così via, di condurre i cattolici a prendere dinanzi ai conflitti internazionali un’attitudine conforme ai principi cristiani.

Questo il movimento intrapreso sotto la direzione e l’impulso impresso da M. A. Vanderpol, che si augura possa prossimamente divenire universale e tale da ottenere, oltre la benevola attenzione del Pontefice, anche il conforto della Sua parola autorevole che definisca i principi cristiani del diritto delle genti, e dia lumi, e mostri la via da seguire dinanzi al disordine morale, nell’oscurità del quale si agitano oggi le nazioni.

«Ristabilire il diritto delle genti sulla base della morale cristiana» tale è la formula che riassume il programma che Vanderpol ed i suoi numerosi amici intendono attuare.

Nessuno può ignorare però che una questione nuova si pone innanzi all’attenzione di tutti, la questione internazionale. Per essa si rinnovano le incertezze, i dubbi e le ripulse che si sono manifestati in presenza della questione sociale, di cui nessuno voleva riconoscere l’esistenza, o che si pretendeva risolvere col reprimere severamente gli scioperi, o col lasciare che i fenomeni economici si producessero e si sviluppassero liberamente.

Perchè le colpe d’altra volta non abbiano a ripetersi, occorre proclamare e far comprendere ovunque che esiste una morale internazionale, un diritto internazionale cristiano, facendo conoscere come questo diritto disciplina la questione della guerra, e la sua legittimità in certi casi, e comee definisce i diritti dei popoli civilizzati riguardo ai popoli ancora barbari. Finora per morale cristiana si intendevano comunemente i doveri verso Dio, verso sè stessi e verso gli altri; ma verso gli altri presi individualmente, come parte, isolatamente considerati.

«Il principio cristiano non è l’indipendenza, ma l’interdipendenza delle Nazioni».

[p. 375 modifica] Come scrive Suarez, «Il genere umano ripartito in diversi popoli e diversi regni, vive sotto la legge di una unità non solamente specifica, ma ancora ed in una certa maniera politica e morale; se ciascuno Stato, repubblica o regno, costituisce in sè una comunità perfetta, non è meno vero che ciascuna di queste comunità è anche membro di un insieme che è il genere umano; che queste comunità non potendo bastare nel loro isolamento, devono, per il loro sviluppo, mante nere fra loro certe relazioni di aiuto reciproco, che esse hanno bisogno per conseguenza di un diritto che le costituisce secondo l’ordine e le dirige in questo genere di mutua comunicazione e di società».

Il diritto a cui accenna Suarez non è altro che il diritto internazionale cristiano, cioè basato sull’interpretazione che del Vangelo hanno dato i Padri della Chiesa, sull’insegnamento dei grandi Dottori, sulle decisioni dei Concili e dei Papi.

Ma questa parola «Diritto Internazionale Cristiano» apparisce strana a molti anche cattolici oramai abituati all’idea che Grozio sia stato il «Padre del Diritto Internazionale» mentre ègli piuttosto che il «Padre» è stato il «laicizzatore» del Diritto Internazionale, che prima di lui era unicamente basato sulla morale cristiana; onde da tre secoli, le relazioni dei popoli sono regolate da un diritto completamente laicizzato, basato sulla sola ragione ed indipendente dalla morale cristiana.

E’ venuto dunque il momento — scrive Vanderpol — di fare uscire il diritto internazionale cristiano dall’oblio nel quale è rimasto da tre secoli, e di farlo riapparire nella sua forma brillante e vivente, non solo agli occhi dei cattolici ma pure a quelli degli uomini di buona volontà, che non ripudiano una idea od una istituzione solo perchè è cristiana.

Così è sorto il progetto di riunire questo anno a Parigi nell’occasione delle feste di Pentecoste le diverse leghe cattoliche per la Pace (Svizzera, Inghilterra, Belgio, Paesi Bassi), pregando i Vescovi di Francia e degli altri paesi di inviare rappresentanti a questa riunione, che ha per solo scopo la costituzione ed il funzionamento immediato di un Istituto del Diritto Internazionale Cristiano, che comprende tre Sezioni.

I. Sezione di Teologia — «Essa dovrebbe studiare e fare conoscere le dottrine che formano la base del Diritto Internazionale Cristiano, e le deduzioni che ne sono state tratte dai grandi autori nei secoli precedenti, principalmente in ciò che concerne il diritto di guerra ed i diritti reciproci delle nazioni civili e delle nazioni barbare».

2. Sezione di Storia — «Essa dovrebbe studiare in particolare il Diritto Internazionale Cristiano affine di fare profittare l’avvenire dell’esperienza del passato, e ricercare le cause che in molti casi hanno impedito alle dottrine cristiane di essere applicate, o allorchè sono state applicate, di produrre il loro effetto».

3. Sezione di Diritto — «Essa dovrebbe studiare particolarmente le opere dei canconisti o dei giuristi e le modificazioni che sarebbe possibile fino da ora introdurre nel diritto internazionale laicizzato che ha portato all’odierna anarchia internazionale.

«Ciascuna sezione sarebbe composta di tante sottosezioni quante sarebbero le nazioni aderenti, e diretta sia da una di queste sezioni, sia da un Comitato, internazionale o no.

«Il còmpito dell’Istituto si limiterebbe a quello di studiare e fare conoscere il Diritto Internazionale Cristiano, e raggiungerebbe questo scopo con una o più riviste, con la pubblicazione di opere speciali con riunioni o congressi (forse con una Settimana Internazionale), che si terrebbero successivamente nei diversi paesi.

«L’Istituto avrebbe così il còmpito di organo deliberante, fattore dell’unità indispensabile».

Queste in sostanza le osservazioni e le proposte avanzate da M. Vanderpol e raccolte nell’indicata sua pubblicazione, di cui abbiamo curato di esporre le idee madri.

Qualche scettico sorriderà forse, dubbioso, e benevolmente compatirà, come a dolce illusione, il tentativo audace di M. Vanderpol. Ma questi scettici, per temperamento o per partito preso, dovrebbero pur ricordare che quando venti anni fa l’Enciclica Rerum Novarum venne a confermare l’ortodossia e la verità delle idee sostenute e difese da un grunro di volonterosi contro una grande maggioranza di oppositori, i cattolici non furono nè preparati a comprendere, nè pronti a mettere in pratica gli insegnamenti del Sovrano Pontefice, ed occorsero molti anni perchè potesse effettuarsi e tenersi la prima Settimana Sociale, sicchè noi non abbiamo potuto avere sul movimento sociale quella influenza che, grazie alla dottrina sociale cristiana, avremmo potuto e dovuto avere. Onde crediamo che se quando apparve la Rerum Novarum, si fosse stati pronti e disposti a lanciarsi, sulle vie che essa tracciava, nel movimento sociale, le masse non avrebbero davvero accettato con facilità i pregiudizi anticlericali e antireligiosi.

Così auguriamo non sia per la questione internazionale, che è avanti tutto una questione morale perchè la giustizia non si arresta alle frontiere; e vogliamo sperare che il progetto ardito e nobilissimo, presentato da M. A. Vanderpol, troverà fra noi, come ha trovato altrove, consentimento ed adesione, affinchè l’opera perseverante di alcuni pochi non vada perduta, e dispersa, ma possano, invece, formarsi quelle relazioni intellettuali che producono meraviglie, riuscendo, col concorso generale di studi e d’iniziative, a formare un organismo vivente ed attivo che valga ad influire sulle decisioni dei governi e sulle direttive internazionali.

Avv. Guido Cioppi.

Per l’Asilo Convitto Luigi Vitali pei bambini ciechi

OBLAZIONE.

Baronessa Nina Leonino |||
 L. 100.—

Il Municipio di Milano ha ordinato 200 abbonamenti per distribuire in tutte le scuole i fascicoli dell’ENCICLOPEDIA DEI RAGAZZI. [p. 376 modifica]

Società Amici del bene


G. C. in memoria di C. B.|||
L. 50.—