Il buon cuore - Anno XII, n. 02 - 11 gennaio 1913/Educazione ed Istruzione

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Educazione ed Istruzione

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Il buon cuore - Anno XII, n. 02 - 11 gennaio 1913 Religione

[p. 9 modifica]Educazione ed Istruzione


QUELLO CHE HA FATTO L’ITALICA GENS

nel primo biennio

ed i suoi progetti per l’avvenire



Termina ora il secondo anno di vita dell’Italica Gens. Vogliamo ora, dopo questo primo periodo di esistenza, dare uno sguardo al tratto di cammino da essa percorso e metterlo in raffronto con quello che ancora le si svolge dinanzi. Ciò è utile non solo per trarre, dalle prime esperienze e dalle prime difficoltà norme per l’opera futura di organizzazione, ma anche per assurgere all’esame della opportunità dei principi direttivi, e dell’azione che l’Italica Gens vuole spiegare.

Poichè è necessario, dato il rapido ed incessante evolversi delle condizioni economiche e sociali nel paese nostro e nei paesi transoceanici, ed il succedersi di avvenimenti politici di grande importanza, che la visione chiara e complessiva del fenomeno emigratorio in relazione alle condizioni del nostro paese, ci confermi la convenienza di seguire le linee. di azione proposteci, o ci suggerisca gli adattamenti e le modificazioni che occorre portare a mano a mano in esse. E’ necessario questo sguardo sintetico sul passato e sull’avvenire, se vogliamo che l’attività della Federazione risponda, in Ogni momento, agli scopi essenziali di carattere nazionale, e sociale che essa si è prefissi.


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Due anni sono, per verità, breve periodo; ma pure in questi ultimi due anni si sono intanto pronunziati nuovi aspetti del fenomeno emigratorio, e sono avvenuti in Italia fatti di grande importanza.

Ci mostrano le statistiche che nel movimento generale della emigrazione si notano in questo periodo due fatti: una diminuzione nel numero annuo degli emigranti, e la tendenza delle correnti emigratorie a trasformarsi da permanenti a temporanee, poichè vediamo infatti che il numero dei rimpatrii va prendendo ogni anno maggiori proporzioni.

Per trarre previsioni fondate in materia di emigrazione occorre che queste siano confortate dai dati statistici di un largo periodo di tempo, per poter eliminare le influenze perturbatrici di breve durata. Non possiamo infatti trarre induzioni, in modo’ assoluto, dalle cifre dell’anno ora decorso, in cui le partenze per l’Argentina furono in numero fortemente inferiore a quelle degli anni precedenti, a causa della nota proibizione, ed in cui meno numerose furono pure le partenze per gli Stati Uniti e più numerosi i rimpatrii, per le crisi economiche verificatesi in quella Confederazione.

Nondimeno, per quanto estese a due anni soli, noi pensiamo che queste ultime statistiche possono forse segnare veramente una tendenza del movimento emigratorio italiano. Diversi fatti determinanti concorrono a condurci a queste previsioni; e fra questi principalmente il continuo migliorare delle condizioni economiche e sociali del nostro paese, che permette di tenere in patria una popolazione sempre più numerosa, ed anche l’attuale conquista della nuova colonia Africana. Abbiamo già accennato che l’acquisto della. Tripolitania non potrà far cessare d’improvviso la nostra emigrazione transoceanica; ma tutto fa sperare che, in un tempo non molto lontano, la vasta colonia possa agire su di essa con certa efficacia, segnatamente per l’emigrazione meridionale.

Bene è vero d’altra parte che l’emigrazione nostra continuerà ancora a dirigersi verso quei paesi dove si è riversata per tanti anni in così gran numero: ma la previsione del suo probabile illanguidirsi deve appunto stimolarci a bene usufruire di questo residuo di tempo utile che abbiamo dinanzi. Perché se si voglion prendere provvedimenti efficaci per la [p. 10 modifica]servazione nazionale dei nostri emigrati, occorre farlo finchè le nostre colonie d’oltre oceano si vengono annualmente alimentando di nuovo sangue italiano, che costituisce l’elemento adatto a comprendere ed a facilitare l’esplicazione dei nostri patriottici intendimenti. E’ necessario, prima che cessino le oorrenti emigratorie, fare opera di concentramento e di consolidamento di tanti nuclei coloniali italiani pericolanti dal punto di vista nazionale, ed instaurare in essi su solide basi la italianità. Il voler far ciò quando sia venuto a mancare il flusso dell’emigrazione sarà incomparabilmente più difficile e di scarso resultato. Quindi ben si comprende come la situazione, che nel corso di questi ultimi ’tempi si è venuta delineando, non solo non richieda alcuna modificazione al programma che l’Italica Gens si è proposto, ma suggerisca anzi una sollecita attuazione di tutti i suoi Postulati.

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Vediamo dunque che cosa ha fatto l’Italica Gens e che cosa ancora deve fare. Gens, com’è noto, si proponeva fin dal suo sorgere, di promuovere ed aiutare l’azione concorde e disciplinata del Clero italiano per l’assistenza nazionale e sociale della nostra emigrazione e si proponeva, a tal fine, di guidare e coordinare quest i importantissima forza italiana alla soluzione deter minata di problemi del più alto interesse, quali la diffusione della lingua italiana per mezzo della scuola, e la opportuna dislocazione e riunione degli emigrati nei campi di colonizzazione: provvedimenti che sono reputati i più essenziali ed efficaci per la conservazione nazionale della nostra emigrazione. Con tale intento l’Italica Gens ha potuto raccocogliere l’adesione di molte Congregazioni religiose e di molti sacerdoti. italiani in America e in quelle provincie d’Italia, dalle quali parte più numerosa l’emigrazione, disposti tutti a prestare la loro ce.; laborazione colla fondazione di segretariati e di nei di corrispondenza; e nuove adesioni si vanno a mano a mano raccogliendo. Ciò è frutto di un lavoro di propaganda che l’Italica Gens ha fatto e continua a fare, inviando nelle varie località persone incaricate di spiegare i suoi scopi e di invitare alla collaborazione. Ma il lavoro più importante compiuto nel decorso biennio, è stato quello dedicato alla preparazione ed al coordinamento di tutti gli uffici federati. Ed a questo proposito constatiamo con soddisfazione che in tal compito si dimostra di non poca efficacia presente Bollettino,che si redige presso il nostro Ufficio centrale di Torino. Il favore crescente. con cui esso è richiesto e letto, da persone d’ogni classe e di ogni paese, ci indica che esso raggiunge il suo scopo, che è non solo di guidare l’azione di tutti i corrispondenti dell’Italica Gens secondo criteri direttivi uniformi, che siano reputati i più opportuni, ma altresì di diffondere largamente

le sue idee ed i suoi intendimenti nazionali nelle colonie dei nostri emigrati e fra coloro che, in qualsiasi paese, s interessano della nostra emigrazione. Strumento principale di questo lavoro di preparazione sono i Segretariati centrali, disposti nei centri più importanti della nostra emigrazione, diretti da persone a ciò esclusivamente dedicate. Di questi, alcuni furono già aperti, mentre per altri la Federazione sta tuttora facendo indagini e studi preliminari, per vedere dove debbano essere stabiliti, in qual forma, e con quali còmpiti particolari. Così, per il Nord America, già da oltre un anno si aprì un Segretariato Centrale in New York, che ha iniziato il suo funzionamento regolare: pel Sud America si è proprio ora dato assetto definitivo ad un Segretariato Centrale in Buenos Aires, destinato ad occuparsi dell’emigrazione nostra in Argentina; e nel corrente anno si ha speranza di preparare l’apertura di altri uffici consimili negli Stati del Brasile. on. possiamo lasciare di osservare che sarebbe certamente desiderabile poter provvedere a tale organizzazione ed a tali impianti anche più sollecitamente di ciò che si fa, ma ben si comprende come molte difficoltà, fra cui una delle maggiori, la disponibilità di mezzi finanziari considerevoli, rendono lento il nostro procedere. Frattanto anche in Italia, oltre aver raccolto l’adesione di numerosi corrispondenti fra i parroci delle provincie di maggiore emigrazione, si sono aperti Segretariati.apositi dell’Italica Gens a Genova ed a Napoli, di due principali porti di imbarco e di sbarco: a questi sono annesse istituzioni rispondenti ai più sentiti bisogni attuali degli emigranti di passaggio per quelle città, come un ospizio per donne e fanciulli a quello di Napoli, e bagni e guardaroba, ecc., per i rimpatrianti indigenti a quello di Genova. E’ da notare che l’importanza di questi Segretariati presso i porti italiani, viene non tanto dall’opera di assistenza e di aiuto immediato che ivi si spiega in favore degli emigranti, ma ben più dal fatto che detti uffici funzionano in quei luoghi di concentramento delle correnti emigratorie, quasi come anelli di congiunzione fra i segretariati ed i corrispondenti dell’Italica Gens d’Italia e di America, partecipando in tal modo efficacemente a quell’azione direttiva che la Federazione si propone di spiegare. Peraltro se il lavoro dell’Italica Gens deve risultare dalla corrispondenza e dalla cooperazione di tutti gli aderenti, d’Italia e d’oltre oceano, non v’è dubbio che esso deve avere la principale esplicazione nei paesi di destinazione dei nostri emigranti, perchè colà risiedono le colonie, alla cui assistenza ed alla cui conservazione nazionale ci proponiamo di cooperare. Se passiamo ad esaminare il cammino fatto in questo biennio dai Segretariati dell’Italica Gens nei paesi transoceani, centrali e filiali, non può a meno di apparircene la esiguità in confronto al lungo percorso che dobbiamo fare per ragginugere la meta. [p. 11 modifica]Ma se la meta è ancor distante, non possiamo fare a meno di osservare che ciò non è dovuto all’essere rimasti in questo tempo inoperosi, ma all’essere il cammino da percorrere oltremodo lungo, ed ostacolato da difficoltà gravi, specialmente in sul principio. Il lavoro che apparisce per ora compiuto dai nostri Segretariati transoceanici, consiste essenzialmente in pratiche di assistenza da essi spiegate in favore dei nostri emigrati: riguardo a tale mansione già buona parte di essi ha iniziato un regolare funzionamento, che specialmente per alcuni, che vi accudivano già prima di federarsi all’Italica Gens, rappresenta un lavoro considerevolissimo ma non apparisce ancora, o poco, il lavoro, per i nostri fini ben più importante, che deve contribuire direttamente alla soluzione dei due problemi• surricordati della scuola e della colonizzazione.

Il nostro Governo ha incominciato ad accogliere alcuna di tali domande, ma troppo poca cosa, per ora, in verità; abbiamo non di meno fiducia che esso non vorrà ritardare ulteriormente a portare il suo aiuto in misura più adeguata e più efficace a così preziose iniziative nazionali; poicnè effettivamente la necessità di provvedere è tale da giustificare da parte del medesimo qualunque sacrifizio finanziario. Negli studi compiuti e negli sforzi fatti per trovare la soluzione di questi problemi principali consiste il maggior lavoro dell’Italica Gens; lavoro che se per ora non ha dato resultati tangibili e patenti, non per questo dovrà essere meno apprezzato. Da parte nostra abbiamo anzi ferma fiducia che esso darà frutti tanto migliori quanto maggiore sia stato lo sforzo che l’Italica Gens avrà fatto per superare le forti difficoltà,che si oppongono al suo avanzare.

Chi conosce i due gravi e vasti problemi, sa che per dar loro avviamento in modo adeguato, occorre certamente una lunga serie di anni,,.nè si meraviglia se resultati importanti non si vedono in un primo biennio. L’Italica Gens sta appunto avanzando faticosamente nellA dupliOe via, lottando con gravi difficoltà, di cui alcune possono sembrare quasi insuperabili. Così, nella colonizzazione, le complesse difficol. tà di studio e di organizzazione per poter avviare i coloni con sicurezza di riuscita; difficoltà di cui fanno fede i numerosi insuccessi di tante imprese coloniali che per l’addietro e tuttora vediamo finire in disastri che coinvolgono miseramente i nostri emigrati. Ad esse si aggiunge quella, pure non lieve, di orientare il capitale, e specialmente quello italiano, che pei nostri scopi sarebbe pi•ù desiderabile, verso simili intraprese di colonizzazione transoceanica. Per l’instaurazione della scuola italiana dobbiamo lottare non solo contro le difficoltà prodotte dall’ambiente, che favorisce la snazionalizzazione, nonché contro le tendenze assorbenti e le diffidenze dei Governi locali, ma specialmente contro la deficienza di mezzi finanziari. Molti. volonterosi parroci italiani in America hanno istituito scuole, italiane, ma quasi tutte vivono a stento e danno scarsi frutti a. causa della mancanza di mezzi; poiché, come più volte abbiamo accennato, difficilmente essi possono trovare sul luogo, a quello scopo, sussidi adeguati. Ed in condizioni simili si trovano non solo le scuole italiane parrocchiali ma anche quelle laiche. Convinti che ad un interesse nazionale di tanta importanza, quale il fiorire delle scuole coloniali italiane, dovesse direttamente ed efficacemente sovvenire il nostro Governo, come è giusto ed unanime sentimento di chi si occupa della questione, e come recentemente si sono pronunziati anche’ gli ultimi Congressi degli italiani all’estero, noi non abbiamo trascurato di richiamare più volte l’attenzione del patrio Governo sul languire di varie, per non dire di tutte le scuole italiane.

Ora l’Italica Gens si propone di estendere la sua azione anche nei paesi di là dal Mediterraneo e nell’Oriente, dove pure numerose sono le colonie dei nostri connazionali, ed importanti ed antichi gli interessi del nostro paese. Già vagii missionari residenti in alcuni di quei nostri massimi centri coloniali, intuendo la opportunità ed i vantaggi che possono venire all’efficacia della loro opera per i nostri emigrati dall’organizzarvi colà l’Italica Gens, ci hanno domandato di unirsi alla Federazione,e di costituire dei segretariati. Così abbiamo speranza che, fra non molto, l’Italica Gens potrà estendersi anche in quei paesi, e intensificarvi quell’azione sociale e patriottica che da parecchi anni già vi spiega tenacemente e proficuamente l’Associazione Nazionale per.i Missionari. Tal è nelle sue linee generali ed in succinto, l’opera di organizzazione per ora spiegata dall’Italica Gens; tali le sue direttive ed suoi propositi per il proseguimento della medesima nell’avvenire prossimo; queste le nostre speranze piene di fede. La Colonizzazione nei Cile e l’avvenire della nostra emigrazione.

Diciamolo subito. Parlando della colonizzazione e dell’emigrazione italiana al Cile, non avremo forse occasione di trarre conclusioni nuove sull’argomento e neppure abbiamo l’intenzione di additare alle masse dei nostri emigranti una nuova terra, che sia ricca di straordinarie risorse e di speranze. Poiché anzi la zona di territorio di questo Stato adatta alla colonizzazione è relativamente limitata, e una forte corrente emigratoria non vi potrebbe necessariamente trovare buone condizioni. Nondimeno l’argomento non è per noi destituito di interesse, perché esaminando i vari esperimenti che questo Stato ci offre in materia di colonizzazione e d’emigrazione italiana, avremo occasone di aprirci la via ad alcune considerazioni generali non prive di importanza. Gli economisti hanno sempre guardato al sorgere [p. 12 modifica]e allo svilupparsi di giovani Stati transoceanici come a vasti campi di eperienze economico-sociali; hanno letto negli avvenimenti contemporanei delle colonie la conferma alle loro leggi che, per ciò stesso, venivano ad acquistare un carattere sperimentale e generale. Così gli ammasetramenti che agevolmente si potrebbero trarre dagli esperimenti recenti di colonizzazione italiana fatti al Cile, potrebbero servire per una più ampia visione di questi importanti problemi dell’economia nazionale. Però non perdeieino di vista il fine prima acoennato. Fino a tanto che la conquista felicemente iniziata e l’assetto definitivo delle nuove colonie italiane nell’Africa, lo sviluppo ulteriore dell’industria nazionale, e una legislazione sociale più progredita clic garantisca in patria la vecchiaia e l’invalidità dei lavoratori, non abbiano posto efficace ritegno alla nostra sempre considerevole emigrazione; fino a tanto che il popolo italiano non abbia raggiunto le condizioni demografiche del popolo tedesco, per le quali un aumento fortissimo della popolazione ha trovato modo di coesistere con una rapida decrescenza dell’emigrazione (I); fino a tanto che non si siano verificate tutte queste condizioni, non sarà mai inutile cercare nuovi sbocchi alla nostra emigrazione. Ora il Cile, quantunque non offra di per sè condizioni opportune per una vasta colonizzazione italiana e per un numeroso invio di nostri emigranti, tuttavia, nel suo piccolo, ha offerto all’attenzione degli studiosi diversi saggi riusciti di colonizzazione italiana e di impiego della nostra mano d’opera, saggi dai quali potremo trarre ammaestramenti di molteplice natura. (Continua), (i) Come si sia verificata in germania la simultaneità tra questi termini: aumento della popolazione, crescenza dell’immigrazione e decrescenza cella emigrazione, lo ha dimostrato Roberto Michels in un articolo: a Perché i tedeschi non emierano più» nella Riforma Sooiale (fascicolo 7, Ottobre-Novemvte 1911).