Il buon cuore - Anno XIII, n. 23 - 6 giugno 1914/Religione

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[p. 178 modifica] Religione

Domenica I dopo Pentecoste

Testo del Vangelo.

In quel tempo, disse Gesù a’ suoi discepoli: Quando sarà venuto il Paracleto, che io vi manderò dal Padre, Spirito di verità che procede dal Padre, egli renderà testimonianza di me; e voi ancora renderete testimonianza perchè siete meco sin dal principio. Queste cose ho dette a voi, affinchè non siate scandalizzati. Vi scacceranno dalle sinagoghe; anzi verrà il tempo che chi vi ucciderà si crederà di prestare ossequio a Dio. E vi tratteranno così, perchè non hanno conosciuto nè il Padre, nè me Ma io vi ho dette queste cose, affinchè, venuto quel tempo, vi ricordiate che io ve le ho dette.

(S. GIOVANNI Cap. 15-16).

Pensieri. Per fermo nel leggere le poche righe che precedono il brano dell’odierno vangelo, ci pare quasi che [p. 179 modifica]Gesù ci si diverta nell’accusare e contradire il mondo. Già l’aveva incolpato di triplice accusa: poi aggiunge che si farà reo ancor di violenza contro di lui e seguaci suoi perchè questi non sono o non appartengono al mondo: di nuovo li accusa di peccato poichè — dopo la sua venuta, l’opere sue — essi più non hanno ne possono trovare scusa alcuna. Il testo di Gesù suona così: ora non hanno scusa del loro peccato.... ora hanno veduto e odiarono me ed il Padre mio.... ad adempire la parola del Profeta: mi odiarono senza motivo. Premesso questo, Gesù annuncia la triplice opera di Dio; del Padre, del Figlio, dello Spirito Santo: triplice operazione, che dice una triplicità di persona in una unica natura divina. questo è il mistero di fede per eccellenza. Non solo è il più grande l’incomprensibile fra i misteri cristiani, ma di tanto passa la ragione umana da sembrare quasi vada a ritroso e la contrdica• Così ci impone Gesù Cristo: così ha parlato coll’alta sua autorità, colla medesima chiarezza e tranquillità Pon cui ha parlato delle cose e verità più semplici ed e facili all’umana ragione, domandando per questo Inistero pari ossequio di mente e cuore come per le più semplici verità assiommatice. In una età superba, come la nostra, che s insospetlisce e s’adombra di tutto quanto sa di soprannaturale, Ai tutto quanto supera i limiti della ragione questo minero non può trovare ne posto nè grazia: di lui si tace, verso di lui si ama abbondare in un scetticismo che tollera, non si nutre certo quella fede, che Cristo domanda, quella fede, che riserviamo a quelle verità che sono alla?tira mente umana comprensibili. • •

Eppure, dopo Cristo, dopo le sue opere, la sua parola ha tutta la garanzia della verità: noi, colla scorta nostra fede, osiamo in questo caos guardare, scruta re. Vero che il sole offusca le pupille ardite che in lui (.affissano ma, come il sole, questo mistero della SS. Tril4tà illumina di luce vera una quantità di altri misteri,he, senza di lui, rimarrebbero contradizione e r?pugnan;0,

Lungi il pensiero da noi di tentare una dilucidazione. Dove naufragarono, perdendosi, le altissime menti d’Agostino e S. Tomaso si crede e si adora. Ma pure in noi v’ha un’altissima eco di quanto si opera in Dio. v Non raro s’ode la parola: ho un idea. — Il capolat oro del genio è la realizzazione materiale dell’idea scadalla favilla portentosa della mente. Eppure cos’è l'Idea? Non nasce, non si consuma, non termina in quella mente in cui s’è generata? E’ dalla mente distinta, vero la direte voi, divisa, staccata quasi in un persoalità opposta al primo principio generatore? Ho visto il genio amarla d’amore pazzo l’idea sua: dell’idea sua formare l’idolo, la preoccupazione, la vita ’tessa" Abbiamo visto le.... pazzie del genio per l’idea.... E non è questo il fortissimo nodo d’amore che procede dalla mente all’idea, che da loro si distingue, non si divide? Sotto l’impeto, il fremito il cuore pulsa, batte vigo-

rosamente e tradisce quanto elabora e tocca la mente, ma noi pogiamo intravvedere un’operazione altissima. inesplicabile in noi.... e perchè non in Dio? Oh! come ben la salutava l’Alighieri gridando l’eterna poesia alla "luce intellettuale, piena d’amore» etc. Respingiamo l’addebito d’oscurità e contradiziene. No! troppo fulgore di vivida luce in questo arcano mistero della Divinità, una e trina. • •

Se non vi piace d’ammetterne l’esistenza, voi per questo mistero negato, mille e mille ne avrete che non saprete spiegarvi, rimanendo intontiti di mezzo alle magnificenze della creazione. Quest’accade alla nostra scienza superba. Per questo s’è proclamata la bancarotta della scienza. cioè la scienza, alla quale s’erano domandate le risposte ai problemi della mente e del cuore invece della luce ha dato le tenebre più fitte, il dulpio più snervante e diaccio. Per questo dal materialismo dall’Enciclopedia, al positivismo, al razionalismo, noi siamo arrivati al grido di Reuan: noi non affermiamo, non neghiamo, noi non sappiamo! Se così fosse, bestemmiatela la vita! Ma così non è: La ragione stessa del divino assetata ha cercato il divino, lo spirituale, il fremito di vita superiore. Al mondo incretinito, che dell’opera, del vero di Cristo s’è fatto derisore o noncurante diciamo la grande parola dì lui «Se non fossi venuto e non avessi parlato non avrebbero peccato: ora non hanno più scuse» B. R.


Benedizione della Bandiera dell’Asilo Infantile dei Ciechi.

Una simpatica funzione si compieva Martedì, nelle ore pomeridiane, nel Salone dell’Asilo Infantile dei ciechi, annesso all’Istituto; veniva benedetta la bandiera che le Patronesse dell’asilo, colla Presidente Nob. Bice Greppi, avevano gentilmente preparata per offrirla in distintivo della pia istituzione. Ricordiamo tra gli intervenuti: Il Pres. pro(. Denti, D.a Bice Greppi, Presidente del Com.to, le Capi-Gruppo„ D.a Emma Camozzi, Sig. Cramer, Sig. Denti, B.ssa Leonino, Sig.na Osculati, Sig.ra Pazzini, Sig.a Radice, Ssg. Robecchi, Sig.a Staurenghi, molte aderenti, la Segretaria, Il Vice Segretario Sig. Cornelio, il Segretario dell’Istituto Rag. Brugnatelli, il Cassiere Sig. Casanova, l’Economo Sig. Di Lorenzo. Madrina la Sig.a Augusta Denti. La bandiera tricolore porta nel centro dipinta la figura del Cristo che chiama a sè i bambini: sulle sciarpe Asilo Inf.le dei Ciechi Luigi Vitali e, come motto sull’una Sinite Parvulos venire ad mete sull’altra Lux in cantate. Il Vice-Segretario Sig. Cornelio lesse il seguente discorso: Un pensiero gentile e patriottico, auspice la nobildonna Bice Greppi, si è effettuato, da quest’accolta i [p. 180 modifica]signore e signorine benefattrici dell’Asilo Infantile dei Ciechi, ed ora ci riunisce qui per una festa di carattere quasi direi famigliare. Si tratta della inaugurazione e della benedizione di un’artistica bandiera, che le signore e signorine componenti il Comitato pro Asilo donano alla istituzione pietosa, coltivata con amore materno ed ora da tutti ammirata come una delle più belle fioriture della beneficenza milanese. Felice il pensiero del tricolore per l’Asilo che porta il nome di un sacerdote intemerato, di un sacerdote che ha assistito con santo entusiasmo alla grande epopea nazionàle ed ha di poi consacrato la sua vita, il suo ingegno e il suo cuore alla assistenza dei ciechi e alle più belle battaglie per il trionfo dei più nobili ideali religiosi e patriottici. Ma se fu felice il pensiero del vessillo, poco felice fu quello di rivolgersi a me ultimo gregario del Comitato, per la presentazione. Mi sento però onorato e mi compiaccio di poter aprire il mio cuore qui dove abbiamo tanto lavorato, qui dinanzi a voi, gentili e laboriose benefattrici, a voi, onorevole e benemerito Consiglio reggitore di questo grande e benefico Istituto. Mi valga il buon volere... Ricordo una data. Ricorre oggi il nono anno dacchè le porte del nuovo Asilo si apersero per raccogliervi i primi bambini ammessi al be-neficio. Come nacque il nobile proposito di erigere questo Asilo Infantile? Una gentile poetessa, Pia Albert, convinta della necessità di questa istituzione per aver constatato casi lagrimevoli, lanciò l’idea porgendo il primo obolo. L’una e l’altro furono raccolti da Mons. Luigi Vitali, che, alla testa di una eletta di benefattrici, sotto l’augusto patronato di S. M. la Regina Madre, riuscì in breve a risultati superiori ad ogni previsione. Nel fervore del lavoro, un’altra poetessa, la illustre sig.a Maria Pezzè Pascolato, rispondendo ad affettuoso invito dell’amata zia, la nostra benefattrice Giuseppina Robecchi Gagliardi, veniva a portare il suo fiore alla istituzione ed esclamava: Pupille spente e faccine serene, quante cose insegnate al nostro cuore!; Pur nell’ombra — ci dite — è qualche bene, l’olezzo è dolce, s’anco ignoto è il fiore; e pur senza vedere d’onde viene, è tanto dolce un bricciolo d’amore! Indoviniam le stelle dalla brezza e il viso dalla man che ci accarezza. Ora io guardo alla bandiera in cui s’intreccia il gruppo del Cristo che, circondato da bambini, così parlaVa: Lasciate che i pargoli vengano a me, e rivolgendomi a Mons. Luigi Vitali, all’amico carissimo, dico: -Voi non avete potuto come Cristo dare la vista ai ciechi, ma avete però dato ai vostri protetti la luce. dell’anima, sicchè molti e molti infelici, appunto per voi, così esprimono la loro gratitudine: InclOviniam le stelle dalla brezza -- e il viso dalla man che ci accarezza. Nel benedire questo bel simbolo, che parla di ita lianità pur nel mesto ambiente di beneficenza a favore di poveri bambini privi del dono della vista, voi, Mons. Vitali, avrete certamente il pensiero rivolto a tutte le benefattrici e a tutti i benefattori dell’opera pia. Due nomi soli io pronuncio: quelli di S. M. la Regina Madre, Patronessa dell’opera dal suo inizio, e quello di S. M. la Regina d’Italia; e sorvolo su tanti altri nomi che mi vengono spontaneamente alle labbra, perchè il gran libro della beneficenza li segnala con fulgide note. ’ Voi, Mons. Vitali, memore di tutto e di tutti, rivolgerete pure un affettuoso pensiero alle benefattrici e ai benefattori che assistono a questa cerimonia dal regno degli spiriti immortali. I nomi indimenticabili della prima presidente, la contessa Amalia Sola, e della sua succeditrice, la marchesa Maria Trotti, sono impressi nel - nostro cuore, insieme a quelli delle rimpiante signore Crespi e Spasciani, e voi, ricordandoli con noi, con noi pure ricordate il benemerito presidente avv. Sala e il buon dottor Brera, inviando uno speciale pensiero di gratitudine all’economo Gnisi, che dedicò le preziose energie de’ suoi ultimi anni all’erezione del nostro Asilo. Per gradito ed onorifico incarico dell’egregia pre,idente, la nobildonna Bice Greppi, io v’invito adunque, reverendissimo Monsignore, a benedire il vessillo che deve poi essere affidato alla sicura custodia dell’onorevol. Consiglio di questo grande Istituto. Monsignore, vi presento il bel simbolo con un fervido voto, al quale si associano i presenti e gli assenti: che questo tricolore da voi benedetto allieti per molti anni il vostro cuore di sacerdote italiano e vi sorrida oltre quel giorno in cui alla vostra memorabile Messa d’oro farà riscontro festoso la vostra Messa di diamante! Noi tutti attendiamo fidenti l’alba di quel giorno. Il bellissimo discorso del benemerito Vice-Segretario del Comitato dell’Asilo, Sig. Cornelio al quale molto si deve per l’opera stessa fu fatto segno alla più sincera approvazione. Monsignor Vitali, appena il Sig. Cornelio ebbe finito di parlare, vestito col rocchetto e la mantelletta prelatizia, recitate le preci liturgiche, fece la trina aspersione alla bandiera coll’acqua benedetta. Il lembo della bandiera era tenuto dalla Madrina, Signora Augusta Denti, avendo a lato la Presidente del Comitato, Nooile Bic’Greppi. inonsignor Vitali, ringraziando poi il Sig. Cornoll° delle nobili parole dette, rivolto ai presenti manifestava la sua soddisfazione pel dono offerto dalle signore Patronesse all’Asilo; disse che quel yessillo riassume tutti i graditi ricordi della provvidenziale istituzione, i primi progetti dell’opera, i tentativi, gli aiuti per farla rai scire. Ebbe parole di speciale riconoscenza alla prima Presidente la Contessa Amalia Sola, seguita poi dall a Marchesa Trotti, ed ora dalla Nobile Bice Greppi, unita alle Presidenti precedenti con un doppio vincolo, della parentela, del senso dell’amore ai bambini: ricordò i t’feste cosi bene riuscite per dare aiuto all’asilo, le fiere di beneficenza,la festa delle ova; ricordò il concorse prestato dalla Segretaria del Comitato, Signorina Matelda Cai rati, dai defunti dottor Lorenzo Brera ed economo etly’ [p. 181 modifica]Ghisi. Ed accettando l’augurio di poter un giorno celebrare la Messa di diamante, consegnava la bandiera al Consiglio, nella persona del Presidente presente. Dopo Monsignor Vitali il Presidente dell’Ist. Prof. Cav. Uff. F. Denti, frammisto modestamente al pubblico così ben disse: In questo momento sono un invitato e mi domando se la consuetudine permette ad uno spettatore di prender la parola: ad ogni modo io accorderò a me steso° la parola per esprimere tutto il mio compiacimento per aver assistito ad una festa tanto simpatica per quanto piccola e modesta; piccola perchè piccola e la gente che viene in questo momento festeggiata; modesta, perchè così la volle la modestia grandissima della Sig.ra Presidente, Donna Bice Greppi e delle 1-atronesse che le fanno degna corona: ed io no voluto parlare come spettatore, perchè ad Esse voglio lasciare tutto il merito di questa simpatica festa e tutto il profumo di gentilezza, di amore, di bontà, di sentimento patrio che da essa esala. Ed ora, o bambini, l’avete anche voi la vostra bella bandiera, simbolo della Patria nostra: voi, purtroppo non li potete vedere i bei colori della nostra oandiera, ma:quelli che attendono alla vostra istruzione ed alla vostra educazione ve li impareranno i bei colori e vi educheranno a serbare per la nostra Patria la parte più nobile del vostro cuore. Ma io non posso dimenticare di essere anche il Presidente dell’Istituto e poichè l’Asilo Infantile Vitali ia parte dell’Istituto nostro ed è quindi oggetto delle nostre core assidue io sento il dovere di ringraziare a nome del Consiglio la Sig.a Presidente che tanto degnamente continua le nobili tradizioni delle Presidenti precedenti, Contessa Amalia Sola e Marchesa Maria Trotti e tutte le Sig.:e Patronesse e quante con loro si occuparono e si occupano dell’Asilo e di ringraziarle anche per la donazione della bandiera che in oggi festeggiamo. Voi avete fatto consegna della bandiera al Consiglio ed io a nome del Consiglio vi prometto che sarà conservata fra i ricordi più cari, perché ’essa è ad un tempo documento di storia e simbolo: documento di storia, pecche riassume tutte le fasi percorse dall’Asilo dal suo inizio ad oggi e rievoca il ricordo di tutte le persone che alla di lui fondazione ed al di lui sviluppo si occuparono, perchè ci ricorda il nostro ottimo Rettore che lo ha ispirato e per il quale ogni elogio sarebbe inferiore al suo merito ed offesa alla sua modestia: è simbolo, perchè è il segno tangibile della patria nostra che noi tutti amiamo più di ogni altra cosa. E termino con un augurio: se le vicende delle prossime elezioni amministrative porteranno al governo della nostra città persone militanti in un campo politico dal nostro differente possano però esse come noi avere per la Patria nostra e per questo benefico Istituto quell’affetto che noi sentiamo vivissimo. Le parole del Prof. Denti vennero calorosamente applauditeI bambini cantarono, accompagnata dal piano, una bella canzoncina per la circostanza, composta dalla maestra cieca Lambrughi Armida.

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Salve, o bella e diletta Bandiera, Sacro emblema di fede e d’amore Ti saluta con gioia sincera E t’applaude lo stuolo infantil. A te intorno, col dolce richiamo Dell’amico dei bimbi ci appelli E altre voci far eco sentiamo All’invito gentil di Gesù. Tu del core all’aperta pupilla Caritade in sua luce riveli Caritade in te parla, scintilla E si eterna, o vessillo, con te. Cara Italia, tu pur ci favelli Tra le impronte del bel tricolore; Noi ti amiamo e trionfi novelli Ogni dì ti preghiam dal Signore. Alla Patria, a coloro che han chiamato I bambini all’amplesso d’amore, A chi il santo vessillo ha donato, Al Rettore che lo benedì. Or un grazie si levi esultante, Stretti intorno alla nuova bandiera Grato echeggi un evviva festante All’Asilo e all’amato Vessil. Lambrughi Armida, maestra cieca Il Canto non era solo nella voce dei bambini era nel loro cuore, e lo manifestavano col sorriso col battere delle mani, e con gentili espresioni, come queste: non credevamo che la festa della bandiera dovesse essere così bella: è più bella della festa del Natale e di S. Luigi. Colle carezze delle Signore del Comitato, i bambini ebbero dolci e gelati. La Signora Denti, madrina della bandiera, lasciò all’Asilo un’offerta di L. 50.

04X4~2*— *44********** Accademia musicale all’Istituto dei Ciechi. Sabato e domenica, 30 e 31 maggio, venne tenuto nel salone dell’Istituto il solito annuale concerto della stagione estiva. Numerosissimo il concorso del pubblico nei due giorni. Nel primo giorno rappresentava il Con siglio il Presidente cav. uff. don- Francesco Denti, nel secondo il nob. avv. Decio Arrigoni. Il programma dei pezzi musicali, numeroso e variato, fu eseguito con molta perfezione e crescente interesse del pubblico. Un pezzo specialmente apprezzato, fu la Cantata Messa di Satana, composizione del maestro Enrico Bossi, presente nel secondo giorno e. vivamente applaudito. Dirigeva il coro colla solita valentia il maestro Gallotti. Un piccolo allievo, della scuola dí piano del maestro Schiepatti, Magni Vittorio, eseguì un pezzo li De Bussy, e la giovinetta Raffini, della scuola del maestro Tedeschi,

[p. 182 modifica]un pezzo d’arpa: per la prima volta, i due allievi si presentavano al pubblico. Fece graditissima impressione un breve saggio ii ginnastica eseguito da un gruppo di allievi, sotto la direzioen del valente maestro cav. Alberti. Tra la prima e la seconda parte del concerto musicale, il Rettore tenne un discorso, che qui riassumiamo: Son lieto di poter recare gradite notizie intorno ai ciechi; intendo parlare del risveglio che dappertutto si manifesta a favore dei ciechi, della loro istruzione, e specialmente della loro assistenza in mezzo ai bisogni ed alla lotta della vita sociale; risveglio mondiale, nazionale, cittadino. Presso tutte le nazioni, in Europa, in America, si tengono ora congressi, esposizioni, relativi ai ciechi. Io ricordo solo in particolare ciò che in quest’anno i fa in Inghilterra; perchè presso quella nazione si fa molto p,i ciechi, e perchè l’Inghilterra avendo possedimenti in tutto il mondo, ciò che si fa nel centro ha una ripercussione in tutta la periferia. Pochi mesi or sono venne fondato a Londra un nuovo Istituto dei ciechi, oltre i molti che già vi sono: il Re stesso volle assistere alla posa della prima pietra, per far più solenne la funzione. E’ ciò che destò maggiormente l’interesse del pubblico fu l’ordine del Re che un radiotelegramma fosse inviato a tutte le navi inglesi sparse negli oceani, perché tutti i sudditi inglesi dessero una piccola quota a favore della assistenza dei ciechi. 11 18 dell’entrante giugno si aprirà poi in Londra un Congresso internazionale dei ciechi, con esposizione dei lavori che i ciechi fanno, in tutte le parti del mondo: anche il nostro istituto manderà un saggia dei lavori dei propri allievi; ed il Consiglio manifestò il desiderio che anche il Rettore vi si recasse: ed il Rettore sarebbe ben lieto di poter assecondare l’invito, ricordando che or sono trentatre anni, di questi giorni, sì trovava a Londra col quartetto d’archi del nostro Istituto, chiamato da un membro della Camera dei Comuni per provare a qual punto di perfezione nell’esecuzione musicale possono arrivare i ciechi quando sono ben.e istruiti: chiamò a Londra l’orchestra dell’istituto di Parigi ed il quartetto d’archi dell’Istituto di Milano, ed in quella circostanza il generale Menabrea, ambasciatore dell’Italia a Londra, ebbe a scrivere: l’Italia ha insegnato qualche cosa all’Inghilterra. Pel risveglio nazionale ricordo che or sono alcune settimane discutendosi in Parlamento -il bilancio del ministero degli Interni, alcuni Deputati hanno vivamente raccomandato un maggior aiuto del Governo per l’istruzione e l’assistenza dei sordomuti e dei ciechi: ed il Presidente del Consiglio, on. Salandra, si associò al voto dei Deputati, dichiarando. in modo particolare che l’opera del Governmi eserciterà specialmente nel favorire gli aiuti di previdenza che preparino ciechi e sordomuti alle lotte della vita, Quest’anno poi, nel periodo autunnale, si terrà a Genova un Congresso nazionale dei ciechi, che fa seguito agli altri Congressi tenutisi successivamente nelle principali città d’Italia: alle discussioni del Congresso,

sarà associata una esposizione di lavori e di altre affermazioni della attività degli istituti: il nostro Istituto vi sarà doppiamente rappresentato, con oggetti e con persone. Ricordiamo da ultimo un risveglio cittadino. L’Unione Femminile, organizzò alcuni mesi or sono una serie di Conferenze sulle istituzioni di beneficenza della città: fra queste ve ne fu una intorno all’Istituto, tenuta dall’On. Presidente del Consiglio, Cav. Uff. Dottor Francesco Denti, nella quale venne ricordata l’opera dell’Istituto per gli allievi in corso d’istruzione, e i sussidi materiali e %norali di patronato quando gli allievi abbandonano l’Istituto. La Direzione del Lyceum organizzò alla sua volta un’esposizione di lavori dei diversi istituti di beneficenza della città: non mancò di prendervi parte l’Istituto dei Ciechi co’ suoi lavori variati che furono debitamente osservati ed ammirati. L’opera più.largamente efficace nella assistenza cl2i Ciechi resta però sempre l’Istituto, colle diverse parti che lo compongono, l’Asilo Infantile, l’Istituto, l’Asilo Mondolfo, il Laboratorio Zirotti: l’opera sua molteplice e vigorosamente attiva è forse meno avvertita perchè, continua, a guisa di certi elementi naturali, come il sole e l’aria, a cui poco si pensa perchè si godono sempre: per apprezzare l’opera dell’Istituto di Milano bisogna ricordare quanto ne dicono gli estranei e i lontani, che in un giudizio di paragone designano l’Istituto dei ciechi di Milano, come il più ragguardevole degli Istituti italiani. All’opera diretta dell’istruzione e degli aiuti ai ciechi che sono nell’Istituto, il Consiglio provvede all’opera di patronato per quelli che sono già usciti: ha’ delle fondazioni speciali a questo scopo, ma non può largheggiare quanto vorrebbe, perchè i mezzi prodigati al di fuor; restringerebbero gli aiuti a quelli che sono ancora presenti. Intanto una forma speciale di patronato che il Consiglio ha favorito, è l’aiutare alcune allieve per l’intervento alle scuole pubbliche, per conseguire poi un diploma di magistero. Molti avranno letto poi un recente articolo di un giornale cittadino, che ricordava lo splendido esito di una Cieca, la Signorina Vaghi Palmira, in un esame di magistero nel suono dell’Arpa: ottenuto presso il Regio Conservatorio: ciò che non disse il giornale lo ricordiamo noi: la Vaghi è allieva dell’Istituto, istruita dal Professor Tedeschi, il quale ha un doppio merito in questo esito felice: ha il merito dell’abilità dell’allieva prova dell’abilità del maestro, merito tanto più da valutari perchè è merito del prof. Tedeschill’aver preparato l’ambiente favorevole all’esame di una Cieca, non nel senso di aver chiesto delle preferenze, ma nel senso di aver dissipato delle diffidenze. L’allieva anzi non volle che le si usassero eccezioni perchè cieca: volle essere giudicata alla stregua de veggenti. E gli applausi che ora il pubblico indirizza all’allieva, io incarico l’Allieva, se mai il maestro l’attende nel retro-Salone, di portarglieli, dicendo che una parte sono rivolti a lui. L’Allieva Vaghi aveva già ottenuto l’anno scorso a Bologna il diploma di magistero nel pianoforte. Il Con siglio re gli utili r

Schie nel n tuto, magia filarr nata vato canz mio. patti

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tr n [p. 183 modifica]siglio in un caso e nell’altro non si è rifiutato di favorire gli speciali aiuti perchè l’Allieva potesse affrontare ic utili prove. Merita poi di essere ricordato il Maestro Cieco Schiepatti Emilio, allievo prima ed ora maestro di piano nel nostro Istituto. Dodici anni or sono, aiutato dall’Istituto, ottenne nel Conservatorio di Milano il diploma di magistero nel piano forte. Quest’anno la R. Accademia filarmonica di Bologna pubblicò un concorso per una sonata d’organo. Lo Schiepatti concorse. Un lavoro fu trovato superiore in merito agli altri, sebbene per la mancanza di una condizione materiale, non ottenesse il premio. Aperta la scheda si trovò autore del lavoro lo Schiepatti. Son lieto di leggere il brano di due lettere inviate allo Schiepatti dai due più distinti organisti che ora abbia l’Italia, il Maestro Enrico Bossi, e il Maestro Ulisse Matthey, della Santa Casa di Loreto. Scrive il Bossi. «Mi congratulo vivamente con lei per la vittoria conseguita al concorso bandito dalla R. Accademia di Bologna e faccio voti che la sua bella sonata venga presto data alle Stampe i). «Se nel frattempo ella credesse di affidarmela in manoscritto io sarei molto lieto di inchiuderla in un programma dei prossimi concerti che debbo tenere a BudaPest e altrove». E il Matthey. «Son lieto di sapere finalmente a chi indirizzare le più sentite congratulazioni per l’eccellente sonata al concorso di Bologna. Si augura di vedere presto pubblicato il magnifico lavoro, e si offre di eseguire molto prossimamente l’adagio in un concerto». Termino con un ultimo ricordo, che non manca di relativa importanza. I giornali riportarono che or sono pochi giorni nel Palazzo della Regina Margherita un cieco ebbe l’onori di poter presentare una macchina di sua invenzione per scrivere secondo i metodi dei ciechi, in modo sicuro„ rapido, e con copiosa produzione. La macchina ottenne il plauso della Regina, che la regalò per uso all’Istituto dei Ciechi di Roma, che porta il suo nome. Il cieco è il signor Brignoli Battista, di Trescorre, già allievo del nostro Istituto che, qui ottenne i primi rudimenti e l’abitudine del lavoro e della costanza che lo condussero all’importante risultato. Allievi e Allieve! Con questi precedenti del nostro Istituto io mi congratulo con voi: continuate a studiate e a far bene: il passato è/ grande; non lo sarà meno l’avvenire: gli applausi d’oggi sono l’àugurio, la promessa, degli applausi che riceverete nell’avvenire.

Alla Protezione della Giovane Presenti la Contessa C. Parravicini Stanga Presidente, la Sig. Elisa Cavalli Gatti, Vice-presidente, la Cassiera Marchesa Chiara Zurla Pariwicini e varie Consigliere, si è svolta domenica, 31 scorso maggio, una sim patica cerimonia: la premiazione delle più assidue fra le settanta domestiche che ogni Domenica frequentarono le lezioni d’Italiano, francese e taglio della scuola per loro aperta dalla benemerita Istituzione. Un altro gruppo di giovani era insieme soggetto di compiacenza per la Presidenza dell’Opera e incoraggiamento ed esempio alle compagne. Per loro un attestato ed una medaglia d’argento facevano noto che per più di cinque anni, alcune fin quattordici anni prestavano i loro diligenti ed affettuosi servizi, sempre nella medesima casa. Interprete di una ben meritata lode a tutte, si rese Monsignor Nebuloni, che anche nell’ultima riunione festiva, volle come ogni domenica, dare alle care Giovani la soddisfazione dellà sua parola illuminata e geniale. La massima cordialità, fatta di interessamento gentile da parte delle Signore e di lieta riconoscenza nelle domestiche, impresse’ alla riunione quell’aria di letizia e serenità amichevole di cui si fece eco con appropriate e commoventi parole la Vice-Segretaria Signorina G. Annoni, lasciando nelle Signore presenti il vivo 1esiderio di veder sempre più conosciuta ed apprezzata l’Opera della Protezione della Giovane in tutte le sue esplicazioni: la Scuola in Via Castelfidardo 9, l’Ufficio di Collocamento per domestiche, la Casa famiglia e l’assistenza alla Stazione, con tanto zelo e abnegazione disimpegnato dalla Sig. Vezzini, che ebbe insieme alle altre insegnanti il ringraziamento speciale della Presidente. • Una efficace concessione si è ottenuta dalla Direzione delle Ferrovie di Stato, in seguito a domanda della Presidenza di questa Istituzione. La Sig.na Cassina, distinta maestra di Legnano insistette in modo speciale per-: chè si provvedessero vetture particolari di terza classe Vanzago-Legnano, all’uopo di evitare dannose mescolanze tra le giovani lavoratrici e gli operai.Si fece una prova e in seguito si portarono all’innovazione dei miglioramenti che ora rendono il servizio veramente efficace, con opportune indicazioni e colla dovuta sorvt.glianza dei capi-treni. La presidenza della Protezione della Giovane vivamente ringrazia la Direzione delle Ferrovie dello Stato che così concorre con squisita compiacenza ad effettuare il programma tendente alla pubblica moralità.

FESTA DEL FIORE Anche nella nostra Milano come in tutta Italia, avrà luogo domenica 7 giugno, la festa del Fiore, a beneficio della lotta cittadina, contro la tubercolosi; e... col fior e verrà pure offerto un Numero unico, da cui l’Istituzione si ripromette tanta luce di bene. Esso infatti illustra I e pera, d’aiuto e di difesa che, contro il terribile, flagello, si compie nel provvido Dispensarlo antitubercolare di via Bergamini 11, i cui ospiti superano quotidianamente il numero di 400; e al quale.... medici valorosi, sig. Patronesse e sig. Infermiere volontarie, e volonterose delicano, con mirabile slancio, le loro belle energie, in nobile gara di attività. [p. 184 modifica]FRANCOBOLLI USATI Bossi. Bianco Costanzo.

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