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Il buon cuore - Anno XIV, n. 21 - 22 maggio 1915/Religione

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Religione

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Educazione ed Istruzione Beneficenza

[p. 163 modifica]Religione


Vangelo della solennità di Pentecoste

Testo del Vangelo.

Disse li Signore Gesù a’ suoi discepoli: Se mi amale, osservate i miei comandamenti; ed io pregherò il Padre, r,vi darà un altro Consolatore, affinchè resti con voi eternamente; lo Spirito di verità, cui il [p. 164 modifica]mondo non può ricevere, perchè non lo vede, nè lo conosce: voi però lo conoscerete perchè abiterà in voi e ’sarà in voi. Non vi lascerò orfani.: tornerò a voi. Ancora un po’ di tempo, e il mondo più non mi vede. Ma z’oi mi vedete, perchè io vivo, e vivrete anche voi. In quel giorno voi conoscerete che io sono nel Padre mio,. e voi in me e io in voi. Chi ritiene i miei comandamenti e li osserva, questi è che mi ama. E chi ama me„m-à amato dal Padre mio; e io lo amerò, e gli rnanifesierò me stesso. Dissegli Giuda (non l’Iscariota): Signore, donde viene che manifesterai te stesso a’noi, e non ai mondo? Rispose Gesù e gli disse: Chiunque mi ama, osserverà la mia parola, il Padre /4;0 lo ornerà e verremo a lui,. e faremo dimora preno di lui. Chi non mi ama, non osserva le mie parole. E la parola che udiste, non è mia, ma del Padre che mi ha mandato. Queste cose ho detto a voi dimorando in voi. Il Paracleto poi, lo Spirito Santo, che il Padre monderà nel nome mio, egli insegnerà a voi ogni cosa, e vi ricorderà tutto quellO che ha detto a voi. La pace laseib a Voi la pace mia do a voi. (S, GIOVANNI, Cap.

Pensieri. ’Atee ed amore, che costituiscono la vita dello spirito, e generano, per spontanea e necessaria figliazione, l’adempimento della legge di - Dio, che diventa a un’tempo stesso effetto e prova di.quella luce e di quell - amore, ecco la grande operazione che lo Spirito Salito avrebbe compiuta nella sua discesa sopra gli Apostoli nel giorno di Pentecoste; operazione che era inan.agine di quella che lo stesso Spirito avrebbe compimo nell’anima dei. credenti, in tutti i secoli, su. tutta la faccia della terra.

Amore che genera le opere buone,. verità che genera l’amore, ecco la genesi e la sintesi della perfezione cristiana, operata dallo Spirito Santo. Se mi amate, dice Cristo, osservate i miei comandamenti. Ma dove prende egli la causa di questo amore e di questo adempimento? Io pregherò il Padre, e vi darà un altro Consolatore, affinchè resti. con voi in eterno lo spirito di verità. La verità! Ecco la prima condizione dell’amore, ecco la prima condizione della virtù. La scienza è la base della religione. Asserzione che suonerà ben dura e stridente a due generi di persone: a quelli che pen- sana che la fede. sia la rinuncia alla ragione, a quelli che penSano che la religione sia anzi tutto sentitnento. La religione, azione suprema dell’uomo, non si svolge in modo legittimo nell’uomo; se non seguendo le vie oglinarié, organiche, delle sue operazioni:. prima è conoscere, poi VOlere, poi operare; pritna la luce, poi la fiamma, poi l’azione, figlia della lupe e dall’amore. Il Vangelo e la filosofia sono in ciò pienamente d’accordo, e trovano in questo accordo una prova A:eciproca. della loro verità; è • l’accordo della ragione colla rivelazione; precisamente l’opposto quello che le menti superficiali e presuntuose pensano ed 2:fferniano• •

Cristo parla di - amore, Cristo parla di comandamenti:• dove prende l’origine dell’uno e degli altri? Nello Spirito Santo, spirito di verità. Non è questa una frase improvVisata, inaspettata, incidentale, nel linguaggio di Cristo: egli l’ha altre volte usata m mode diretto, aperto: «io non vi ho inseemato tutte le verità: ve ne sono alcune che voi ora non pazete portare perchè superiori Ala ’vostra comprensione: verrà lo Spirito che vi insegnerà tutte le cose». E’ quanto avvenne in realtà. Chi negli Apostoli, usciti dal Cenacolo, dopo la discesa dello Spirito Santo, può ravvisare gli Apostoli di prima? prima così incerti nelle verità da credere, e poi cosi seCuri? prima così deficienti, e poi così completi? Pietro ne è una prova per tutti: leggete i suoi discorsi negli Atti degli Apostoli, leggete specialmente le sue lettere, così impressionanti per la. elevatezza, delle idee, per la sicurezza delle affermazioni. Chi ha reso così dotto, così sapiente, così franco il pescatore di Galilea, il timido negatore dirinanzi alla fantesca del Pretorio? E’ lo Spirito Santo. Pietro non è solo una persona; è un principio, è una istituzione. Ciò che avvenne a lui, avvenne a’ suoi compagni, avverrà a’ suoi successori, e ai successori dei suoi compagni e siti)i.’,E la scienza infusa dallo Spirito Santo, non è una;’scienza puramente oggettiva, ma è scienza pratica; non è soltanto scienza, ma sapienza; scienza della vita. Da questa unica origine la duplice schiera dei teologi e dei santi; dei teologi che speculano sulle alte verità della fede; dei santi, che queste verità fanno discendere nella direzione, nella inspirazione della ita, e presentano lo spettacolo sublime Aelle più elette virtù, che se prendono la loro luce nella niente, discendono e si attuano nella loro applicazione a tutti i tanti dell’umano operare.

La seconda operazione dello Spirito Santo è l’amore. L’amore e l’adempimento dei comandamenti di Dio si confondono, sono una cosa sola, come la causa è una cosa sola coll’effetto, come l’effetto è una cosa sola >colla Causa. Chi ama davvero non può non fare ’ciò che impone la persona amata; chi fa ciò che impone la persona amata, dà una prova ben evidente, ben sicura di amare quella persona. Probatio amoris operis, la prova dell’amore sta nella prestazione dell’Opera. Che cosa è l’amore? L’amore è una disposizione. l’amore è un atto. L’amore è una disposizione, ’ma propensione dell’animo, che ci porta verso la persona, verso la cosa amata: la scienza è ancora l’origine dell’amore, perché l’amore si desta nell’anima in proporzione delle qualità ravvisate nella persona o nella cosa amata: più l’amore è vivo, più l’amore si fa grande, quanto -più perfetto, più-grande è ciò che si presenta quale oggetto dell’amore. Il primo intellettivo diventa il primo morale; ciò che è più grande alla mente, diventa più caro al cuore. Sublime genesi che spiega e determina il nostro amore, il grado del no [p. 165 modifica]stro amore. Quale è l’oggetto che si presenta all’uomo fornito di maggiori perfezioni? E’ Dio. E Dio sarà l’oggetto del maggior amore dell’uomo. Quale è, dopo Dio, l’oggetto, fra le cose amate, che riunisca • maggiori perfezioni• per l’uomo? l’uomo;,l’uomo c_e non è Dio, ma è immagine, è similitudine di Dio.. Questa è la sintesi, la perfezione della legge di Dio, dei comandamenti di Dio, l’amor di Dio, e l’amor del prossimo. Ecco in corrispondenza di questi due amori, separati o meglio uniti, la duplice schiera dei santi. dei santi mistici, che mettono l’amor di Dio, am..r supremo, amore esclusivo, amore sopra ogni altro amore, che, ancor pellegrini sulla terra, pongon;a loro conversazione in cielo; ecco la schiera (lei santi operatori, dei santi non di semplice contemplazione, ma di azione, che amando Dio, innanzi tutto, amano poi ciò che innanzi tutto, dopo di sè, ha amato Dio, cioè l’uomo; ecco gli Apostoli..ecco i martiri, ecco. i benefattori dell’umanità in tutti i bisogni spirituali e materiali, ecco la fioritura di tutte le opere di carità, che la Chiesa, animata dallo Spirito Santo, compie quotidianamente sulla faccia della terra,. meraviglia rinascente di credenti e non credenti.

Una frase ben grave e piena di alti insegnamenti è quella che l’odierno Vangelo. ricorda come (letta dall’apostolo Giuda a Cristo, colla risposta di ’risto. Signore, donde viene che manifesterai te stesso a noi e non al mondo? Rispose Gesù e. gli disse: Chiunque mi ama, osserverà la mia parola, c il Padre mio lo amerà, e verremo a lui e faremo dimora presso dHui. Chi non mi ama non osserva la mia parola.

Perchè non osserva la sua parola? L’inosservanza della parola di Dio può avere in causa la perversità della volontà: video meliora proboque, deteriora sequor; ma vi è un’altra causa della negazione della verità, -della trasgressione della legge di Dio; questa:seconda causa è l’ignoranza! Lo Spirito Santo„ dice in seguito Cristo agli Apostoli, irisegner(i a voi ogni cosa. Conte la scienza e la sapienza è la causa della fede e della virtù degli Apostoli, cosi l’ignoranza è la causa della incredulità e della.perversità del mondo. Terribile conseguenza che cade come suprema umiliazione, come suprema condanna all’indirizzo del mondo,. Il mondo è incredulo perchè il mondo è ignorante, il mondo è pervertito perchè il mondo è ignorante! A osservatore attento e imparziale, l’ignoranza è là bandiera del mondo. Il mondo può ben ricalcitrare a questa dura conseguenza, può dichiararsi estremamente offeso; ma la -verità è tale, e nessuno la’ distrugge. Il inondo studia la religione? No; non vucl studiarla nelle scuole, l’ha esclusa dalle università, non va a impararla nelle chiese... e poi la condanna, e poi voli la segue! Perchè non la segue? Perchè non la conosce, perchè èignorante: perchè la condanna? Perchè, non la conosce, perchè è ignorante!

Voi, si grida, insultate il vostro tempo, voi dite una bestemmia! Voi affermate che il mondo è ignorante! Ma se la scienza è il suo vanto? se la scienza è la sua conquista? se la scienza è la sua gloria? Sì, l’ammettiamo subito; la scienza è la gloria del mondo. ma quale scienza? la scienza della terra, la sciena delle cose materiali, la scienza della natti. ra; questa scienza è vera,• esiste, è grande, dominala terra e favorisce gli•uomini colla meraviglia e l’utilità delle sue conquiste...1,a scienza nella quale il mondo è ignorante è la scienza religiosa, è la scienza di Dio, la scienza dell’anima, la scienza dell’avvenire,: la scienza. dell’immortalità, che in fondo è la scienza che dovrebbe im- • portarci di più. Questa ignoranza è spiegata dal fatto che non. si studia la ’religione nelle sue fonti, nel Vangelo, perchè non si ascolta chi ha l’ufficio del supremo mar. gistero della _verità religiosa, la Chiesa. Questa igum. milza inoltre spiegata dall’abbandono abituale, sisternacico, della preghiera e dei sacramenti:.la scienza religiosa si confonde in parte nella fede, ed è dalla fede completata: ma la fede è un dono’di Dio,.è un dono della grazia sua, è un dono che va cercato, meritato.. Nessuno cerca la fede, quindi nessuno _— merita la scienza. Per ciò la scienza umana, cosi grande nell’ambito delle scienze naturali, è cosi ottenebrata, incerta, contraddicentesi nelle scienze morali; per ciò per bocca dei suoi stessi cultori la scienza umana, nella soluzione degli alti quesiti morali, è obbligfata a proclamare la sua bancarotta.

E questa ignoranza della religione è un danno grave nel complesso di tutta la scienza umana. Chi non studia la religione, non studia ciò che costituisce l'oggetto dello scibile che formò la conquista e la gloria di una lunga serie di età, non conosce gli autori, non conosce i libri, non può apprezzare i monumenti che sono la espressione della vita religiosa di una nazione, di molte nazioni. La tradizione europea è cristiana, la storia d’Italia è cristiana: fra poco tempo gli italiani non conosceranno più la loro storia, non potranno comprendere più i loro autori, i loro monumenti, le loro costumanze. La Divina Commedia sarà in gran parte un’incognita inaccessibile, Duomo di Milano un anacronismo, San Tumaso mi incompreso, Rusmini un nome. Danno più grave, perchè irrimediabile; irrimediabile perchè si è ignoranti colla pretesa di non esserlo. E’ l’Orgoglio della ignoranza, il peggiore di tutti, perché respinge il proprio rimedio,. e fa:di,q-tiesto ripudio la sua gloria.

O Spirito Santo, spirito di luce, spirito di amore, spirito di azione,e• di sacrificio, discendi sopra di noi, rimani con noi; e con te possiamo rallegrarci di possedere il bene massimo che, per te e con te, oggi ci. promette Cristo: la pace io lascio a voi, la pace mia. do a voi!

L. V. [p. 166 modifica]Una poesia del 1859

Rovistando in vecchie carte, trovai questa poesia, scritta nel 1859, che forse, per omogeneità (li circostanze, non è del tutto inutile il pubblicare adesso. E’ la poesia che il giovine prete Olivares Gioachino di Corbetta, fornito di ingegno poetico di non comune valore, morto di mal sottile due anni dopo, nel.1861, scrisse in occasione della mia Prima Messa, celebrata a Corbetta il 23 giugno 1859. Si era in piena guerra: il 4 giugno era avvenuta la battaglia di Magenta, ed il giorno dopo. 24 giugno, sarebbesi combattuta la battaglia di Solferino. La poesia risente l’ambiente, ed è bello il ricordare come in quell’epoca• vivesse ancora in pieno splendore raccordo tra il sentimento patrio e religioso; Sacerdozio e Italia erano come due note di una sola armonia: è fatto diretto accenno alla processione del Corpus Domini, nella quale col clero interveniva la rappresentanza dell’autorità civile, sanzionando in atto pubblico, solenne, l’unione delle due autorità: adesso per ordine del governo, allora per opera dei volontari, molte famiglie erano in ansia pei figli e fratelli arruolati sotto le armi: io aveva due fratelli garibaldini, l’uno nei Cacciatori delle Alpi, ferito poi gravemente a Rezzate, l’altro nei Cacciatori degli Appennini, che erano accorsi, varcando il Ticino, ad arruolarsi con molti altri giovani lombardi in Piemonte, non appena i primi rumori di guerra si erano uditi. Per di più il fratello sacerdote, don Enrico Vitali, il 20 maggio, tradito da una spia, era stato catturato dalla polizia pei suoi sentimenti patriottici, condotto nelle prigioni di S. Margherita, poi nel Castello, e da ultimo a Verona, lasciando i parenti per più di un mese nel dubbio angoscioso se fosse ancora vivo o morto. Queste circostanze son accennate nella poesia, ed era bene il ricordarle per la sua piena intelligenza.

Al Candidato Don Luigi Vitali in occaiioné della sua Prima Messa al Corpus Domini dell’Anno 1859 tii ODE. O Italia, o primogenita Figlia del Salvatore, Del Sacerdozio o Nobile Patria, Corona, Onore, L i potrà l’Ara ascendere. Senza pensar di Te? A Te fra tutti i popoli Sparsi per tutti i liti Come a lor madre 7.,olgonsi Gli sguardi dei Leviti: Solo da Te perpetuansi Del Sacerdozio i Re.

Cadono i troni e mutarmi Le stirpi dei Regnanti Ma in Te non cade, o mutasi La Gerarchia dei Santi, Per diciannove secoli In Te si eterna e sta. Invan la man dei Principi Tentò dal tuo bel seno Strappar d’Aron la florida Verga, che non vien meno; Dio la piantò; più nobile Terra per Lei non v’ha. D’un nome sol, d’un’anima Sparsi per tutti i liti, Sorgete, propagatevi O giovani!eviti; Roma immortal vi ’genera. Nèsteril mai sarà. Odi?... di guerra il turbine Copre la bella terra, Freman di guerra i popoli. Fremono i mar di guerra: Ella tranquilla, immobile Di se secura sta. Oh sacerdozio! oh splendida D’Italia mia corona, L’ora di nuova gloria Forse per Te già suona: Grandi destin.maturansi Per gli Itali e per Te. Oh come è bello, o placide Schiere del vero Dio, Vedervi degli eserciti Accompagnare il Dio, E dietro a noi confondersi I Popoli ed i Re. Ecco che nella polvere E lancie, e spade e Maglie Si chinano, e salutano Il Diò delle battaglie; Tuonano i bronzi ed i fulmini Imitano del Ciel. Curvami i Re, si piegano Le nobili bandiere; 11 Dio che de’ suoi spiriti Muove le immense schiere Passa fra loro in tacito Misterioso vel. Pace, o Signor dei popoli, Pacé alla bella terra, Che fu per tanti secoli Campo fatal di guerra; Guarda al tuo Cristo in faccia E pace sia per Te. Giovin lenita, avanzati Tu dell’Eterno al Trono, • Tu parla a Lui per gli uomini [p. 167 modifica]Di pace e di perdono; Parla d’Italia; alti! libera No! tutta ancor non è. 7 u che pur or, qual’Angelo Di tanti infermi a lato (il Mesto siedevi a tergerne Il volto insanguinato. Tu di: ((Pietà dei miseri Abbi, Signor, pietà. Pietà Signor del gemito Th tanti orbati padri! • Pietà di tante vedove, Pietà di tante madri, Che il figlio.... il figlio chiamano Che mai non tornerà. Ma che?... un sospiro; un gemito Dalle tue labbra uscio? tintesi.... il grave cumulo Del duol t’impose Iddio; Invan fra tanto giubilo Cerchi tre volti, invan. Solo la madre affacciasi Che piange i cari figli; Due lontan, ma liberi Déll’armi fra i perigli, Gloria e dolor; ma alti! misero L’altro o Signor dov’è? Già quattro volte il raggio Tornò di questo giorno, Da che l’altare ascendere Con me lo viddi adorno, (2) Ed or tradito in barbara Ed empia man cadè. Solo perchè d’Italia Parlò, del suo dolore; Solo perchè mal cauto A un vile aperse il cuore, Che ancor di Giuda il bacio Finger non ebbe orror! Empio!... Ma no di collera Voce fra noi non suoni; A tutti il Ciel sia libero A tutti Iddio perdoni! Pace o Signor benefico, Pace per l’empio ancor! Sac. G. 01.1vAREs. in Seminario Maggiore di Milano, dopo la battaglia di Magenta, era stato convertito in ospedale militare, e i candidati dell’ultimo anno eraho stati i primi infermieri. Aveva celebrato la prima Messa insieme nel 1855.

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La Messa d’Argento di Don Ettore Bellani nell’Istituto dei deficienti Una festa di impressioni indimenticabili fu qtella celebratasi nel Pio Istituto dei Deficienti 9 corrente mese. Don Ettore Bellani, fondatore e direttore del Pio Istituto, celebrava la sua Messa d’argento. Nel medesimo giorno a rendere più cara e simpatica la solennità, una numerosa schiera di suoi figli veniva ammessa alla Prima Comunione. La Messa venne celebrata nel piccolo Oratorio dell’Istituto, ben parato per la circostanza. Tenevano il posto di padrini i sigg. rag• Pennati di Monza e a vv. Albertario di Milano. A padrino spirituale, don Ettore Bellani aveva scelto monsignor Vitali, per più titoli ben indicato a quest’ufficio per l’età veneranda, e per la fraterna amicizia che aveva avuto coll’abate Giulio Tarra e con monsignor Luigi Casanova, predecessori di don Ettore. Al Vangelo della Messa, monsignor Vitali rivolse dall’altare alcune brevi parole, ricordando quanto giustamente, venisse festeggiato don Ettore Bellani per l’opera redentrice compiuta nella edticazione ch i deficienti, e guanto giustamente i deficienti fossero lie ti di Festeggiarlo, nel giorno della Prima Comúnione, comunemente detto il giorno più bello della vita. secondo una ben nota frase di Napoleone I, che di giorni belli ve gloriosi tanti ne aveva passati nella sua fortunosa esistenza. Alli messa assistevano, rendendola più devota e solenne, molti parenti dei ricoverati e molti benefattori. Nel corso della giornata fu poi un continuo andirivieni nell’Istituto di persone conoscenti e amiche, di ammiratori, che venivano a presentare il loro omaggio al festeggiato, lieto di vedersi raccolti intorno non solo i figli dell’Istituto di Milano, ma pur quelli delle Case di Monza, di Tradate e di Cerro, accompagnati dai loro direttori e dalle loro maestre direttrici. E ciò che rendeva la festa ancora più simpatica e commovente era il vedere accorsi in numerosa schiera molta dei già usciti dall’Istituto, e che ormai giovani cresciuti venivano ad attestare con ilare volto (pianta riconoscenza Sentissero per chi li va ridonati membri utili alla società. Alle ore 15, il vasto salone teatro dell’Istituto• invano cercò di contenere tutte le persone accorse per assistere ad una ben organizzata Accademia. Con forbite parde il Vice Rettore don Rastelli ricordò i molti e doverosi motivi delle onoranze a don Ettore Bellani e presentò in seguitO, con rinascente interesse, molti i icoverati della casa di, Milano e delle altre case, che con dialoghetti e poesie, facevano noti a un tempo i progressi. dell’istruzione ed i sentimenti della pià viva riconoscenza. L’on. Degli Occhi, deputato al Parlamento, incaricato del discòrso ufficiale, con calda e splendida parola ricordò i pregi dell’Istituzione ed i meriti di [p. 168 modifica]D. Bellani. Seguì il padre Gemelli, il quale, salutali(14r il F3ellain col nome di precursore, cercò (li dar rilievo al concetto che mentre la scienza.umana si arroga il merito di avere iniziata l’istruZione dei deficienti, cion Ettore, inspirato dal’a carità cristiana, aveva prevenuta l’opera della scienza. • Don EttOre avrebbe voluto ringraziare Don i convenuti, ma temendo di non poter vincere la commoziore •-tell’animo pregò monsignor Vitali di farsi interi rete nei suoi sentimenti, il quale dichiarandosi un convertito nel riconoscere i vantaggi sociali •dell’istruzione deficienti, faceva un caldo appello ai benefattori, perché in proporzione dei bisogni e delle difficoltà, crescessero il loro zelo e le loro generosità. Un agr;pe confidenziale di molte persone, laici e sacerdoti, ed anche signore, che in modi e luoghi differenti, prestano la loro opera in pro dei defidenti, se fine alla bella giornata. Dei molti brindisi fatti, come caratteristico, ricordiamo quello ’del sacerdote Malugani, Prevosto di Tradate. «I compagni di corso di don Ettore hanno fatto

a Saronno tinz, adunanza di festa fra di loro, e fra essi vi crano calattro vescovi: io ho letto, egli disse, i brindisi lanciativi scambiatisi fra di loro: restai sorpreso nel vedere che le lodi maggiori non furono pei Vescovi r119 per don - Ettore: l’eccezionalità delle lodi fu per rie la prova eloquente della eccezionalità dei meriti n. Sua Lniinenza l’Arcivescovo ed altri prelati avevano mandato le loro congratulazioni e auguri; il favore più gradito fu la benedizione papale che don Ettore fu autorizzato a dare da Benedetto XV. e da lui solennemente impartita nell’Oratorio dell’Istituto dopo la benedizione del SS. Sacramento. L. VITALI.