Il continente misterioso/6. I grandi allevatori australiani

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6. I grandi allevatori australiani

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6.

I GRANDI ALLEVATORI AUSTRALIANI


Il mastro e Cardozo, che da veri marinai avevan il sonno assai leggero, udendo quella strepitosa detonazione rompere il silenzio profondo che regnava nel bosco, si erano svegliati di colpo. S'alzarono di scatto afferrando i loro fucili e balzarono precipitosamente dal dray credendo che il campo fosse stato improvvisamente assalito da qualche banda di selvaggi.

— Cosa succede, dottore? — chiesero ad Alvaro che si teneva dietro al tronco d'un albero collo snider in mano e nella posa di un uomo che sta per far fuoco.

— Ah! siete voi, amici? — disse egli con voce tranquilla.

— Abbiamo udito un colpo di fucile. Siete stato voi a sparare? — chiese Cardozo.

— No, marinaio.

— Oh! — esclamò il mastro, al colmo della sorpresa. — Che i selvaggi australiani possiedano delle armi da fuoco?

— Hanno troppa paura dei fucili per adoperarli, mio bravo mastro.

— Che sia stato qualche cacciatore bianco?

— Temo che sia un cacciatore pericoloso, un bandito; abbiamo udito parecchi cavalli a galoppare al di là del bosco e poi allontanarsi.

— E voi credete che sia una banda di briganti?

— Nulla di straordinario, Diego. L'Australia ne è piena, te lo assicuro, quantunque sia cessato il lavoro delle miniere d'oro e i panieri d'aranci non si trovino più.

— Non vi comprendo, dottore.

— Mi spiegherò meglio più tardi, Diego. Cerchiamo ora di non farci sorprendere.

— Temete che quegli uomini ci assalgano?

— Può essere.

— Volete che io e Cardozo andiamo a fare una ricognizione dalla parte dove avete udito il colpo di fucile?

— No, amici. Quei furfanti possono aver sparato quel colpo di fucile per farci accorrere da quella parte e piombare poi sul dray. Stiamo qui, ripariamoci nel carro che può servirci da fortezza e prepariamo la mitragliatrice. Con quest'arma possiamo sfidare cinquanta nemici.

Il consiglio era più che ottimo. In quel monumentale carro difeso da tavole di casuarina dello spessore di due pollici e armati di quella formidabile mitragliatrice che in pochi minuti poteva vomitare centinaia di proiettili, erano in grado di tener fronte a qualunque assalto. Unendo i fatti alle parole, i quattro esploratori s'arrampicarono sul dray, misero in batteria la macchina infernale puntandola verso il bosco e si coricarono dietro al parapetto tenendo in pugno i fucili. Dopo la detonazione e il galoppo, più nulla erasi udito. Il bosco era diventato silenzioso e solo scoppiettavano i buftalmi e tintinnavano gli uccelli-orologio; però i due marinai, il dottore e l'australiano si tenevano in guardia e aguzzavano per bene gli occhi, temendo che quegli sconosciuti cavalieri strisciassero fra le erbe e si celassero dietro gli alberi del bosco.

Passarono parecchi minuti d'angosciosa aspettativa, ma nulla di straordinario si verificò. Si erano proprio allontanati quei cavalieri, o si erano accampati al di là della boscaglia? Diego e Cardozo, che volevano veder chiaro in quella faccenda, s'offrivano di fare una ricognizione, ma il dottore che temeva cadessero in una imboscata si opponeva.

— Aspettiamo l'alba — diceva. — Non è prudente avventurarsi di notte in una foresta.

— Ma, ditemi, cosa sono infine questi bushrangers — chiese Diego. — Voi mi avete parlato poco fa di panieri d'aranci, di miniere, di furfanti, ma senza che io abbia compreso qualche cosa.

— I bushrangers sono briganti — rispose il dottore. — Sulle frontiere delle diverse provincie australiane, come vi dissi, vivono i così detti free selectors ossia sceglitori liberi, piccoli agricoltori che sono sempre in guerra coi grandi proprietari, avendo i primi il diritto di scegliere, sulle proprietà dei secondi, il miglior terreno che loro accomoda. I loro rancori finiscono sempre a colpi di fucile, e gli assassini per sfuggire ai rigori della polizia che non tarda ad intervenire, si gettano nelle immense macchie dell'interno, nel bush, e diventano briganti.

"La maggior parte dei bushrangers sono adunque o piccoli agricoltori o dipendenti dei grandi proprietari e dei grandi allevatori, ma molti però sono forzati evasi e questi sono i più pericolosi e i più audaci. L'Australia è, si può dire, la vera terra del brigantaggio. Fino dall'epoca in cui il commodoro Philipp fondò la prima colonia, i briganti diedero sempre da fare ai policemen, essendo i primi coloni, quasi tutti forzati, la peggior schiuma dell'Inghilterra.

"All'epoca della scoperta dell'oro, i briganti divennero così numerosi da costituire un vero pericolo; si radunavano in grandi bande sulle strade maestre e attendevano il ritorno dei minatori per derubarli dei loro panieri d'aranci, espressione questa che significa la loro provvista di pepite, ossia di pezzi d'oro. Erano così audaci da sfidare la polizia e affrontavano ridendo gli attacchi dei policemen.

"Alcuni capi si crearono una triste celebrità pei loro colpi di mano. A Melbourne e a Sidney dura ancora la memoria della banda Kelli, composta dei fratelli Edoardo e Ned Kelli e di pochi altri audaci banditi, i quali ebbero l'arditezza di saccheggiare la banca d'Europa, succursale di quella di Melbourne, derubandola di oltre 50.000 lire."

— Sono stati presi poi quei briganti? — chiese Diego.

— Sì, caddero nelle mani della polizia nel 1860. Pesando su di loro una taglia di 100.000 lire, la polizia li sorvegliava attentamente e potè finalmente sorprenderli in un albergo. I banditi opposero una terribile resistenza e si lasciarono abbruciare vivi piuttosto che arrendersi, ma uno dei capi, Edoardo Kelli, potè essere preso vivo e venne appiccato assieme a sua sorella, un'ardita e bella ragazza che forniva i viveri alla banda.

"Un altro celebre brigante fu certo Brady, che visse molti anni prima, e che sparse il terrore nell'Australia meridionale per parecchio tempo. Robusto, astuto, audace, sfidava le più abili ricerche della polizia ed evitava i suoi agguati. Tutti gli uomini che si presentavano a lui per venire incorporati nella sua banda, li faceva uccidere per tema che fossero spie della polizia. Si narra anzi uno straordinario caso toccato ad un disgraziato prigioniero, il quale, essendo evaso nei boschi, fece l'incontro di Brady.

"Questi avendolo tenuto per uno spione lo fece prendere e gli fece inghiottire una bottiglia di laudano. Certo di averlo avvelenato, il bandito e i suoi compagni si allontanarono, ma due giorni dopo incontravano nuovamente quell'uomo!..."

— Come! — esclamò il mastro, che ascoltava attentamente quelle istorie. — Non era morto dopo quella bevuta?

— No, la dose eccessiva lo fece vomitare e se la cavò con una dormita di ventiquattro o trenta ore. Potete immaginarvi la sorpresa del brigante e dei suoi compagni nel ritrovarlo vivo. Brady non era generoso, e lungi dal graziarlo gli gettò al collo un nodo scorsoio e lo fece issare sul ramo d'un albero. Il disgraziato nel dibattersi spezzò il ramo e cadde a terra ancora vivo.

— Lampi e tuoni! — esclamò il mastro. — Aveva la pelle ben dura quell'evaso.

— Aspetta un po' Diego. Brady che si era allontanato, udendo il ramo a spezzarsi tornò indietro e rivide l'uomo ancora in piedi. Furibondo, lo afferra pel petto, estrae una pistola e gli caccia una palla in fronte. Ebbene, lo credereste? Quell'uomo non morì nemmeno quella volta!

— Era corazzato contro la morte? — chiese Cardozo.

— Il diavolo non lo voleva — disse Diego.

— Il fatto è come ve lo narro. Guarì, essendo la palla deviata, e visse ancora molti anni. Il navigante La Place, comandante della Favorita, narra nei suoi ricordi di viaggio di aver parlato con quel disgraziato evaso, e di aver toccato colle sue mani il solco tracciato attorno alla testa dalla palla di Brady.

— E nelle città, sono numerosi i ladri?

— Più che altrove, Cardozo. Ne volete un esempio, amici, del grande numero dei birboni che pullulano nelle città australiane? Un signore inglese aveva condotto dall'India un bengalese in qualità di servo e si era stabilito a Melbourne. Poco dopo s'accorge che il servo non è più fedele come prima e che gli ha rubato un sacchetto di scudi.

"Rimproveratolo, l'indiano gli risponde con tutta calma:

"Che volete? È questa una fatalità! Mi avete condotto in un paese di bricconi e sono diventato briccone anch'io, come lo diverrete voi pure se non vi affrettate a partire...

— Furbo quell'indiano! — esclamò il mastro, schiattando dalle risa.

— Ma quanta verità, però! — disse il dottore.

In quel momento al di là del bosco si udirono ancora il galoppo di parecchi cavalli e parecchie voci umane.

Diego e Cardozo, che non potevano stare fermi, balzarono dal carro interrogando coi loro acuti sguardi la profonda oscurità addensata sotto le vòlte frondose degli alberi.

— Mille lampi! — esclamò il mastro. — Vorrei vedere in muso qualcuno di questi famosi bushrangers. Vedi nulla, figliuol mio?

— Taci, marinaio!

In mezzo al bosco si udiva un sordo brusìo come di rami calpestati e poco dopo un concerto di belati e di muggiti che pareva venisse dalla parte del fiume.

— Chi vive! — gridò il mastro, imbracciando il fucile.

— Ehi, gentleman! — gridò una voce. — Si può domandare a voi chi siete e che cosa fate qui? By-God. Se sperate di avere un paniere d'aranci vi avverto che ho un buon fucile, ed oro nemmeno un granello!... Olà, Ned, guardati alle spalle!...

— Ventre di foca! — urlò il mastro. — Mi prendete per un brigante, gentleman? Guarda un po', Cardozo, se io ho il muso di un bandito!

Queste parole, pronunciate in lingua inglese abbastanza chiara, fecero scoppiare in una allegra risata lo sconosciuto che si trovava nella foresta.

— Vi domando perdono, gentleman, — disse egli, — ma siamo in una regione deserta che è solamente battuta dai pochi onorevoli membri del bushranging.1

— Ma noi siamo onorevoli esploratori, signor...

— King — rispose l'altro.

— Allora abbiate la compiacenza di far vedere il vostro viso o vi mando un saluto sotto forma di una palla conica.

— Eccomi, allegro gentleman.

Un uomo montato su di un cavallo dalla lunga criniera e dalle forme stupende balzò fuori del bosco. Era un giovanotto sui venticinque anni, di alta statura, vestito di grossa tela greggia e armato d'un fucile.

Dietro di lui apparvero quindici o venti montoni, i quali vedendo il carro si misero a belare. Nel bosco si udirono allora lunghi muggiti, belati interminabili e un abbaiar di cani.

Il dottore, che aveva raggiunto i compagni, chiese al cavaliere da dove veniva e dove si recava.

— Veniamo dai monti Smith, — disse il pastore — e ritorniamo verso il sud. Il sole ha disseccate le praterie e i fiumi, e i nostri animali non trovano più né da mangiare, né da bere. L'interno del continente sta per tramutarsi in un deserto.

— Avete con voi molto bestiame?

— Cinquemila montoni e mille e duecento capi di grosso bestiame, gentleman.

— Appartenete a qualche grande allevatore?

— Al dottor W. J. Brown2 — rispose il pastore.

— Il più ricco squatter del continente. Lo conosco, gentleman e se lo rivedrete portate i saluti del dottor Alvaro Cristóbal e ditegli che l'avete incontrato presso lo Stevenson.

— Se lo conoscete, gentleman, accettate un paio di montoni. Sarà ben contento di avervegli regalati.

— Grazie, amico.

— Ed ora, volete un consiglio? Se vi dirigete verso settentrione affrettatevi o i vostri buoi non troveranno più un sorso d'acqua. Addio, gentlemen, vi auguro buon viaggio.

Con una frustata spinse verso il carro due grossi montoni, poi rientrò nel bosco e scomparve di galoppo.

— Generoso l'amico! — esclamò il mastro. — Per Bacco!... Regala i montoni come fossero semplici biscotti.

— Il suo padrone ne ha fin troppi, Diego. Possiede al sud e all'est del continente diciassette grandi stazioni, una sola delle quali gli rende annualmente cinquecentomila lire. È il più gran proprietario di bestiami dell'Australia.

— Ma perché i pastori si spingono così lontani? — chiese Cardozo.

— Per trovare nuovi pascoli. Orsù, ritorniamo nel dray e lasciamo che i pastori e le loro mandrie continuino la via, a meno che vi piaccia di assistere a quella sfilata.

— Preferisco continuare il mio sonno — disse il mastro. — Approfittiamo finché abbiamo tempo.

Ritornarono al dray e poco dopo russavano tutti e tre, mentre nel bosco e verso il fiume continuavano a belare e a muggire i montoni e i buoi e ad abbaiare i cani dei pastori.


Note

  1. Brigantaggio.
  2. Nel 1877 il dottor Brown organizzò una spedizione per la traversata del continente australiano. Questo meraviglioso viaggio fu compiuto dai signori A. J. Wood e Giles Arthur coi loro uomini, conducendo con loro 12.000 montoni, 3000 buoi e 300 cavalli. Impiegarono due anni e perdettero pochi uomini e poche centinaia di animali. E.S.