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Il ghetto di Firenze/Il Campidoglio

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Il Campidoglio

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Il quadrato del ghetto Costruzioni medievali
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IL CAMPIDOGLIO



econdo gli antichi storici e l’opinione degli archeologi che più particolarmente si occuparono di studiare le memorie ed i ricordi di Firenze Romana, il Campidoglio fiorentino si estendeva dalla Piazza dipoi detta dei Vecchietti fino alla metà circa dell’attuale quadrato del Ghetto.

Mura forti e potenti, munite anche di fossati chiudevano, a quanto si afferma, il recinto dove sorgevano templi e palagi maestosi e artisticamente ornati, com’erano in generale tutti i pubblici edifizi che i romani erigevano nelle loro diverse colonie.

La distruzione operata dai barbari, fu così completa, che tracce evidentissime, avanzi importanti, non restarono del Campidoglio fiorentino sulle rovine del quale sorsero poi palazzi e torri. [p. 14 modifica]

Se si consideri la grossezza e la solidità di muraglioni di palazzi e di torri che esistono ancora in questo luogo, si potrebbe supporre che essi fossero dei veri e propri avanzi delle fabbriche romane colà già esistenti.

E di questi muraglioni di fattura romana se ne veggono anche tra le fabbriche del Ghetto, se ne veggono nei pianterreni, e più che altro nelle cantine di alcuni stabili più grandiosi e in alcune delle stradelle soppresse che sono rimaste come tante piccole corti fra le case di questo recinto.

È evidente però che facendo dei saggi accurati, distruggendo le attuali fabbriche, si potranno trovare non solo avanzi di costruzioni romane tanto importanti da dissipare molti dubbi sulla topografia di Firenze di quei tempi; ma ancora frammenti interessantissimi di artistiche decorazioni.

Rammenterò quì; perchè mi torna opportuno, come lo rammentai sul mio libro intitolato Il Mercato Vecchio dì Firenze1 un ricordo che figura tra gli spogli preziosissimi di Leopoldo Del Migliore. Nel 1581, nello affondare un antico pozzo in Piazza della Luna, posta dietro all’antica chiesa di S. Maria in Campidoglio, si rinvennero: una [p. 15 modifica]bella testa di statua romana, dei frammenti di ornati ed un fregio bellissimo che il sig. Carlo Del Nero fece poi collocare all’esterno di una sua casa in Via de’ Bardi, vicino al palazzo Capponi; e tuttora vi si vede.

È logico il valore che si dà a questa notizia, per ritenere che molti altri oggetti d’importanza storica e artistica debbano trovarsi nascosti nel sottosuolo, se in quel piccolo spazio di terra che può essere occupato da un pozzo se ne trovarono varj di così rilevante interesse.

Nella distruzione del Campidoglio non si risparmiarono certo gli oggetti d’arte che ne decoravano gli edifizj, e fra la massa di macerie abbandonate, utilizzate in parte per nuove costruzioni, seppellite per il successivo rialzamento del piano della città, spariti sotto le fabbriche sorte in seguito, chi sa mai quanti frammenti, quanti oggetti d’arte, quanti ricordi storici si trovano ancora, aspettando che le zappe ed i picconi li facciano tornare dopo tanti secoli alla luce.

Al Campidoglio forse, certo a monumenti dell’epoca romana appartenevano anche tronchi di colonne e capitelli leggiadramente scolpiti che vennero utilizzati in altre fabbriche cittadine o che servirono anche a sostenere alcune delle baracche erette sulla piazza di Mercato Vecchio. [p. 16 modifica]

Due di questi capitelli, buttati giù senza tanti riguardi, sbocconcellati dalle sassate dei monelli che si lasciarono padroni di abbattere senz’ombra di riguardo le baracche e i fabbricati del Vecchio Mercato, furono portati in un magazzino insieme ad altri oggetti di qualche importanza e mi lusingo che non sieno andati distrutti o dispersi.

Riepilogando: l’esistenza del Campidoglio fiorentino è cosa certa; della località dov’esso sorgevasi hanno non dubbie memorie e da queste si rileva che anche una parte del quadrato che servì poi di Ghetto, sorse sulle rovine degli antichi fabbricati compresi entro le mura di quel luogo sacro alla religione ed alla patria. Muraglie fortissime che s’incontrano specialmente ai piani terreni e nelle cantine, possono essere traccie delle costruzioni romane; gli studj che si potrebbero fare e che speriamo si facciano, varranno a schiarire sempre più i dubbi di questo antico periodo di storia fiorentina.

Note

  1. Il Mercato Vecchio di Firenze, di Guido Carocci. - Firenze, 1885.