Il libro dell'arte/Capitolo I

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Capitolo I

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Prefazione Capitolo II
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IL LIBRO DELL’ARTE,


fatto e composto da cennino da colle, a riverenza di dio, e della vergine maria, e di santo eustachio, e di santo francesco, e di san giovanni batista, e di santo antonio da padova, e di tutti santi e sante di dio, e a riverenza di giotto, di taddeo, e di agnolo maestro di cennino, e a utolità e bene e guadagno di chi alla detta arte vorrà pervenire.




Capitolo I.

Nel principio che Iddio onnipotente creò il cielo e la terra, sopra tutti animali e alimenti creò l’uomo e la donna alla sua propia immagine, dotandoli di tutte virtù. Poi, per lo inconveniente che per invidia venne da Lucifero ad Adam, che con sua malizia e segacità lo ingannò di peccato contro al comandamento di Dio, cioè Eva, e poi Eva Adam; onde per questo Iddio si crucciò inverso d’Adam, e sì li fe’ dall’angelo cacciare, lui e la sua compagna, fuor del paradiso, dicendo loro: perchè disubbidito avete el comandamento il quale Iddio vi dètte, per vostre fatiche ed esercizii vostra vita traporterete. Onde cognoscendo Adam il difetto per lui commesso, e sendo dotato da Dio sì nobilmente, si come radice, principio e padre di tutti noi; rinvenne di sua scienza di bisogno era trovare modo da vivere manualmente. E così egli incominciò con la zappa, ed Eva col filare. Poi seguitò molte arti bisognevoli, e [p. 2 modifica]differenziate l’una dall’altra; e fu ed è di maggiore scienza l’una che l’altra; chè tutte non potevano essere uguali; perchè la più degna è la scienza; appresso di quella séguita alcuna discendente da quella, la quale conviene aver fondamento da quella con operazione di mano: e questa è un’arte che si chiama dipignere, che conviene avere fantasia, con operazione di mano, di trovare cose non vedute (cacciandosi sotto ombra di naturali),1 e fermarle con la mano, dando a dimostrare quello che non è, sia. E con ragione merita metterla a sedere in secondo grado alla scienza, e coronarla di poesia. La ragione è questa: che il poeta, con la scienza prima che ha, il fa degno e libero di poter comporre e legare insieme sì e no come gli piace, secondo sua volontà. Per lo simile al dipintore dato è libertà potere comporre una figura ritta, a sedere, mezzo uomo, mezzo cavallo, sì come gli piace, secondo sua fantasia. Adunque, o per gran cortesia o per amore, tutte quelle persone che in loro si sentono via o modo di sapere o di potere aiutare ed ornare2 queste principali scienze con qualche gioiello, che3 realmente senza alcuna peritezza si mettano innanzi, offerendo alle predette scienze quel poco sapere che gli ha Iddio dato.

Sì come piccolo membro essercitante nell’arte di dipintoría, Cennino di Drea Cennini da Colle di Valdelsa, nato, fui informato nella detta arte dodici anni da Agnolo di Taddeo4 da Firenze mio maestro, il quale imparò la detta arte da Taddeo suo padre; il quale suo padre fu battezzato da Giotto,5 e fu suo discepolo anni [p. 3 modifica]ventiquattro. Il quale Giotto rimutò l’arte del dipignere di greco in latino, e ridusse al moderno;6 ed ebbe l’arte più compiuta che avessi mai più nessuno. Per confortar tutti quelli che all’arte vogliono venire, di quello che a me fu insegnato dal predetto Agnolo mio maestro, nota farò, e di quello che con mia mano ho provato; principalmente invocando l’alto Iddio onnipotente, cioè Padre, Figliuolo, Spirito Santo; secondo, quella dilettissima avvocata di tutti i peccatori Vergine Maria, e di santo Luca evangelista, primo dipintore cristiano, e dell’avvocato mio santo Eustachio, e generalmente di tutti i santi e sante del paradiso. Amen.

Note

  1. Cioè, osservando il vero, tenendo innanzi i modelli di naturale.
  2. Il R., ordínare. Seguitiamo il L.
  3. Tolgasi questo che ridondante, ed avremo una sintassi ed il senso più agevole.
  4. Agnolo di Taddeo Gaddi
  5. Cioè, levato al fonte battesimale, tenuto al battesimo.
  6. Il Vasari dona a questo passo un senso figurato. Io però lo credo proprio, essendochè Giotto tolse via quella goffa maniera de’ greci moderni, e ne fece una tutta latina, cioè italiana. (T.)