Il milione (Laterza,1912)/XCIII

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XCIII. Come il presto Giovanni fece prendere lo re Redor (Dor)

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XCIII. Come il presto Giovanni fece prendere lo re Redor (Dor)
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xciii (CIX)

Come il presto Giovanni fece prendere lo re Redor (Dor).

E quando lo re intese ciò che costoro gli dissono buonamente,1 che non morí di dolore e disse: — Deh! figliuoli, non v’ho io onorati assai? perché mi volete voi mettere nelle mani del nimico mio? — Quegli rispuosono che conveniva che cosí fosse. Allora lo menarono al preste Giovanni. Quando il preste Giovanni il vidde, ébbene grande allegrezza, e dissegli [p. 126 modifica]ch’egli fosse lo malvenuto: quegli non seppe che si dire. Allotta comandò ch’egli fosse messo a guardare bestie; e cosí fu. E questo gli fece fare2 per dispetto [tuttavia ben guardandolo]. E quando egli ebbe guardate le bestie bene due anni, egli sel fece venire dinanzi, e fecegli donare ricche vestimenta e fecegli onore assai: poscia gli disse: — Signore re, aguale ben puoti vedere che tu non se’ da guerreggiare con meco. — Rispuose lo re: — Sempre cognobbi3 che io non era poderoso da ciò fare. — Allotta disse il presto Giovanni: — 4Non ti voglio piú fare noia, se non ch’io ti farei piacere e onore. — Allotta fecegli donare molti begli arnesi e cavagli e compagnia assai, e lasciollo andare. E questi si tornò al suo reame; e da quell’ora innanzi fu suo amico e servidore. Or vi conterò d’un ’altra materia.

  1. Berl. ello ave gran ira, che poco mancò el non morí de gran doia.
  2. Berl. per despeto, per mostrar ch’el non podeva niente.
  3. Berl. ch’el non son signor al mondo che te possa far vera.
  4. Pad. Da poi che tu medeximo l’hai confesato, io non te domando altro; ma de qui innanzi te voglio far onor e servixio.