Il milione (Laterza,1912)/XCII

Da Wikisource.
XCII. Del castello del Caitui (Caiciu)

../XCI ../XCIII IncludiIntestazione 19 dicembre 2018 75% Da definire

XCII. Del castello del Caitui (Caiciu)
XCI XCIII
[p. 124 modifica]

xcii (cviii)

Del castello del Caitui (Caiciu).

E quando l’uomo si parte di Pianfu e va per ponente due giornate, e’ truova un bel castello e’ ha nome Caitui (Caiciu), lo quale fece fare uno re lo quale fu chiamato lo re Dor. In questo castello èe un molto bello palagio, ove hae una molto bella sala, molto bene dipinta di tutti gli re che anticamente sono istati re di quel reame; ed è questo molto bella cosa a vedere. E di questo re Dor si vi conterò una molto bella novella, d’un fatto che fu tra lui e ’l preste Giovanni1. E questi è in sì forte luogo, che ’l preste Giovanni2 no gli poteva venire addosso, e aveano guerra insieme, secondo che diceano quegli di quella contrada. Il preste Giovanni n’avea grande ira; e sette valletti del preste Giovanni sì gli dissono che egli gli recherebbono innanzi lo re Redor (Dor) tutto vivo, s’egli volesse; e ’l preste Giovanni lor disse che ciò voleva volentieri3. Quando questi valletti ebbono udito questo, egli si partirono4 e andarono alla corte del re Redor (Dor), e dissono al re ch’egli [erano d'istrane parte, e dissono ch'egli] erano venuti per servirlo. E egli rispuose loro che fossero gli ben venuti, che farebbe loro piacere e servigio; e cosí cominciâro [p. 125 modifica] gli sette valletti del preste Giovanni a servire lo re Redor (Dor). E quando egliono furono istati ben due anni, egli erano istati molti amati dal re per lo bel servigio ch’egliono gli aveano fatto: il re faceva di loro come se tutti e sette fossero istati suoi figliuoli. Or udirete quello che questi malvagi fecero, perché niuno non si puote guardare da’ traditori. Ora avvenne che questo re si andava sollazzando con poca gente, tra gli quali erano questi sette; e quando egliono ebbono passato un fiume di lungi del palagio detto di sopra, quando questi sette viddoro che il re non avea compagnia che ’l potesse difendere, missoro mano alle ispade, e dissono d’ucciderlo, o egli n’andasse co’ loro. Quando lo re si vidde a questo, diedesi grande maraviglia e disse: — Come questo, figliuoli miei? Perchè mi fate voi questo? Ove volete voi ch’io venga? — Egli dissono: — Noi vogliamo che voi vegniate al preste Giovanni, che è nostro signore.

  1. Pad. * secondo che dixe la zente della contrá.
  2. Berl. no i podeva andar adosso nè farli dano.
  3. Berl. * e s’eli feva questo el i renderla bon merito.
  4. Berl. * insembre.