Il più lungo giorno/III – Il ritorno
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pallida come un sogno uscito dagli innumerevoli sogni de l’ombra. tra gli innumerevoli serti di luci fallaci. l'antica amica l'eterna chimera teneva fra le mani rosse il mio antico cuore.
III. Il Ritorno.
Ritorno: Ne la stanza ove le schiuse sue forme bronzine dai velarii de la luce io cinsi è ancora un alito tardato. Nel crepuscolo la mia pristina lampada instella il mio cuore vago di ricordi ancora: e ancora ogni volto con cui risero gli occhi a fior del sogno. ogni volto tra fragili rime sparito ghirlanda d’amori notturni appare una maschera che fatua brilla e fluttua e già si cela al mio sgomento. E ancora tutto ciò che è arido e dolce sfiorite le rose de la nostra giovinezza appare sul panorama scheletrico del mondo.
E si raccoglie la mia anima. e volta al più lungo giorno del l'amore antico ancora leva chiaro un canto a l'amore notturno.
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O il tuo corpo il tuo profumo mi velava gli occhi (io non vedevo il tuo corpo) un dolce e acuto profumo. Nel grande specchio ignudo io non vedevo il bello e dolce dono di un Dio velato dei fumi di viola, velato dei fumi di viola, baciato in alto di una sola stella di luce nel cielo ignudo dello specchio tu sì leggera tu aerea dono su le mie ginocchia sedevi o graziosa cariatide notturna cariatide notturna di un incantevole cielo. E Le timide mammelle furono gonfie di luce - e Le stelle furono assenti. E non un dio fu ne la sera d'amore di viola e nella vita stellare dello specchio un ricordo d'antica sera d'amore di viola.
E tu chinavi gli occhi e tu nella sera d'amore chinavi gli occhi di viola e tu ad un ignoto cielo notturno tu avevi rapito una melodia di carezze. O Ricordo, o cara! Lievi come le ali di una colomba, le tue membra posasti su le mie nobili membra. Respirarono la loro bellezza, alitarono felici, alitarono ad una più chiara luce le mie membra nella tua docile nuvola dai divini riflessi. Avevano le mie membra la chiara luce de la lampada stellare. O non accenderle non accenderle. Tutto è vano, vano è il sogno. Tutto è vano, tutto è sogno. Amore primavera del Sogno sei sola sei sola che appari nel velo dei profumi di viola. Come una nuvola bianca come una nuvola bianca presso al mio cuore o resta o resta ancora. Non attristarti o sole. Aprimmo la finestra al cielo notturno - gli uomini come spettri vaganti e la città si componeva in quel sogno cadenzato - le torri le chiese le piazze - come in una melodia invisibile scaturita da quel vagare. Non era dunque il mondo abitato da dolci spettri e nella notte non era il sogno ridesto ne le potenze sue tutte trionfale? Quale ponte muti chiedemmo quale ponte abbiamo gettato su l'infinito che tutto ci appare