Il sociologo, la sociologia e il software libero: open source tra società e comunità/Capitolo 2/3

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2.3 La legge della domanda e dell'offerta

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Ciò che resta da chiedersi è se ad un livello più generale questo modo di agire nel mercato da parte del software libero non finisca per diminuire il surplus complessivo. Se si ragiona in termini di risorse scarse ciò che l'economia classica insegna è che il prezzo si determina dall'incontro della curva di domanda con la curva di offerta:

Nel primo caso, prima dello spostamento della curva di offerta verso destra, sussiste un mercato dell'informatica dominato dal software, mentre nel secondo caso la produzione di software viene delegata all'economia informale che sostiene il mercato informatico composto in maniera maggiore da competenze e hardware. Questo significa che in termini di investimenti conviene ai produttori di hardware, ed ai freelance1 sostenere il software libero. Sinteticamente: (hw + sw) < (hw + skills)2 Se si azzera il costo del software la curva dell'offerta di tecnologia informatica si sposta verso destra aumentando il surplus complessivo dato dalla somma tra surplus del consumatore e surplus del produttore. Questo non ha nulla di straordinario, vale per qualsiasi bene. Se si azzera il costo dello zucchero aumenta il mercato delle torte. La differenza sta essenzialmente nel fatto che il costo del software è di fatto azzerabile come dimostra l'esperienza storica del software libero, mentre l'azzeramento del costo dello zucchero non si è mai dato. Il software, ed in particolare il costo delle licenze concorre ai costi complessivi della tecnologia informatica assieme ad altri fattori, in particolare l'hardware e le prestazioni specialistiche. In pratica se si azzera il costo del software aumenta la domanda di hardware e competenze.

Questo è il motivo per cui IBM, tra i maggiori produttori di hardware, investe nel software libero; così come Oracle che detiene un notevole indotto attorno alla formazione e alla consulenza specialistica e così molti altri. Ciò che ne risulta in definitiva è che il ruolo delle licenze d'uso nel mercato informatico agisca come un'imposta sull'hardware e sulle competenze o una barriera doganale che limita il surplus complessivo con l'eccezione che la raccolta “erariale” non viene fatta da agenzie governative ma da concessionari, cioè dai rivenditori per conto di software house per lo più statunitensi.

Note

  1. Liberi professionisti che programmano su commitenza.
  2. Hw: Hardware; sw: software; skills: competenze.