Il sociologo, la sociologia e il software libero: open source tra società e comunità/Capitolo 3/1

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3.1 La dimensione collettiva e del sacro nel software libero

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il concetto di solidarietà meccanica nel software libero è centrale. Ciò che unisce una comunità rispetto ad una società industriale è l'uguaglianza, l'allocazione di risorse secondo criteri normativi impliciti. Uno degli esempi che si riportano per spiegare questo tipo di solidarietà è quanto accade nelle comunità di cacciatori raccoglitori pre-moderne nelle quali chi uccide una preda deve condividerla con il proprio gruppo. Non vi è la possibilità di investire ciò che eccede dalla soddisfazione dei propri bisogni immediati in una assicurazione sulla vita, non esiste un mercato che permetta al cacciatore raccoglitore di scambiare l'eccedenza in modo ottimale attraverso un mezzo simbolico come il denaro, non esiste la possibilità di conservarla. C'è però la possibilità di investire l'eccedenza nelle relazioni e quindi in solidarietà. È esattamente ciò che accade nel software libero, non ha senso tenere per se una cosa che eccede il proprio bisogno e che non è materialmente scambiabile con qualcosa d'altro. Questo nel campo dell'informatica accade per due ragioni:

  • Ormai la tecnologia ha sviluppato molte soluzioni che ricrearle da capo diviene assurdo. Sarebbe un continuo inseguire senza fine chi è arrivato prima e detiene il monopolio.
  • Soluzioni molto personalizzate sono vendibili una sola volta, nessun altro nel mercato avrà quella stessa “taglia”.

Le soluzioni personalizzate, fatte on demand da freelance, sono già state vendute, o per meglio dire, è già stato pagato il prezzo per quel lavoro e per lo più non si trovano altri a cui può interessare la stessa soluzione. Alcune parti di un determinato programma possono però risultare utili a qualcun altro che potrebbe ricambiare con altre soluzioni. L'esempio è sempre quello del cacciatore raccoglitore che essendo stato solidale verso gli altri appartenenti al suo gruppo può sperare nella solidarietà degli altri nel momento in cui non riuscirà ad uccidere una preda, in una dinamica di reciprocità. Questa dinamiche si dispiegano come naturale propensione antropologica dell'uomo nel pieno della modernità, perché anche nella modernità radicale (Giddens, 1995), si verificano le stesse condizioni, una nuova versioni in chiave moderna di fatti sociali propri delle società di cacciatori raccoglitori.

Paradossalmente si verifica anche una situazione di uguaglianza che si spiega su tre livelli:

  • Il software libero mobilita già preventivamente persone che hanno lo stesso tipo di formazione e gli stessi o simili valori. In termini relativi possono essere persone che presentano caratteristiche particolari e non frequenti. Le competenze professionali, ad esempio, sono solitamente molte elevate e relativamente scarse, ma se reclutate attraverso la rete possono diventare molto numerose in termini assoluti.
  • le relazioni sulla rete rendono intrasparente i ruoli, i titoli, l'età, spesso anche la nazionalità.
  • Il focus attentivo è rivolto verso la tecnologia, nella fattispecie open che rappresenta in questo schema l'elemento sacro.

Attorno al sistema operativo Gnu/Linux si può infine distinguere una tribù organizzata in clan. Innanzitutto Gnu/Linux rappresenta un'origine comune ai diversi clan. Dalla distribuzione Gnu/Linux discendono molte distribuzioni le più famose delle quali sono Debian, Ubuntu, Fedora, CentOS. Altre sono a loro volta derivazioni di queste come Red Hat derivato da CentOS e Ubuntu derivato derivato da Debian. La ramificazione è molto più estesa e complessa e va oltre gli scopi di questa ricerca.

È a partire da J.F. McLennan nell'articolo The worship of animals and plants (1869-70) che viene introdotto il concetto di totem come simbolo di un antenato mitico comune. Questo concetto fu reso più astratto da Lévi-Strauss nel 1962 che elabora una teoria sul totemismo come processo di socializzazione in cui gli oggetti simbolici vengono caricati di valore emozionale. I diversi clan si differenziano per la loro specializzazione produttiva spesso in concorrenza. Quindi le cosidette “distro” - distribuzioni Gnu/Linux - versioni in cui viene distribuito Gnu/Linux sono oggi parecchie decine ma sono tutte basate sullo stesso kernel (nucleo) Gnu/Linux. La spiegazione dell'esistenza di queste distribuzione, spesso in accesa concorrenza tra loro, può avere una spiegazione coerente con quanto accade nei clan delle società premoderne dove il numero dei membri è ottimale alla loro sopravvivenza. Quando il numero è eccessivo diventa critica la pressione sulle risorse, quando il numero è scarso diventa critica la forza del gruppo. Lo stesso accade quando un progetto cresce, non c'è spazio per tutti, anche se vi sono progetti come Debian che annoverano migliaia di volontari. Anche in questo caso ciò che si verifica è la presa in carico di “pacchetti” da parte di gruppi più piccoli. In questo modo la community Debian si pone come intermedia tra la centralità di Gnu/Linux e altri sotto-clan. Nel complesso ciò che accade è la grande capacità del software libero di mobilitare risorse, e l'eccesso di queste risorse si riorganizza a sua volta nella periferia. Va notato che l'espressione community si riferisce tanto alla tribù dei linuxiani, quanto ai diversi progetti che vi ruotano attorno e quindi assume significato di clan o di tribù a seconda del contesto.