In questa angusta Terra

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Gabriello Chiabrera

XVII secolo Indice:Opere (Chiabrera).djvu Ditirambi Letteratura Intestazione 12 giugno 2023 75% Da definire

Sull'età giovane, ch'arida suggere
Questo testo fa parte della raccolta Le vendemmie di Parnaso


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LIII

Ditirambo all’uso de’ Greci.

In questa angusta Terra,
     Brevissimo soggiorno de’ mortali,
     Stuoladdensate pene
     Ognor muovono guerra:
     5Ecco l’alme reali
     Non mai disattristate
     Curvaccigliata ambizion disbranda;
     E le dimesse menti ognor tormenta
     La corinfestatrice Povertate:
     10L’arcier di Citerea
     Disviscera ad ognor la Giovinezza;
     E gli spirti canuti
     Guaiscono ad ognora
     Sotto la disamabile vecchiezza:
     15Or come, e da che parte
     Per noi conforto spererassi? e quale
     Del viver lieto insegneranne l’arte?
     L’almo Infante,
     Cui trasse il gran Tonante
     20Dal grembo della madre incenerita,
     Il qual poscia
     Dalla paterna coscia
     Binato sorse a sempiterna vita:
     Ei spemallettatore
     25Mette in fuga le noje;
     Egli vitichiomato
     A se chiama le gioje.
     Buon Lïeo,
     Buon Dionigi,
     30Buon Niseo,
     Chi di lui canta sia novello Orfeo.
     Bella Filli, e bella Clori
     Non più par pregio a tue bellezze, e taci,
     Che se Bacco fa vezzi alle mie labbra
     35Fo le fiche a’ vostri baci:
     Regni Bacco il cacciaffanni;
     Ei riversa nell’alme alma virtute;
     Ei fa tornar nelle stagion canute
     L’allegrezza de’ freschi anni.
     40Regni Bacco il cacciaffanni.
     Or che ricopre il cielo
     Il nubaddensatore Austro piovoso,
     Recami di Rovajo
     Le ben care ricchezze, io dico il gelo,
     45Sicché nel caldo agosto
     Io goda d’un freddissimo gennajo.
     Discendi, Callinice,
     Nella profonda grotta,
     Discendi, esperta vinattingitrice,
     50Che quando bevo, allotta
     Io divengo felice.
     Piropi di Perù,
     Vene di Potosi,
     Sollevo gridi, e chiaramente il dico,
     55Di voi non mi cal più:
     E te, sangue Ottomano,
     E sangue di Quirino,
     Prendo a scherno altresì:
     Fonte di nobiltate,
     60Ed arca di tesori,
     E nobil mosto in ben cerchiato tino,
     O Callinice, acqua nevata e vino.
     Cara di Bacco Napoli,
     Felice te, che pigi
     65Meladdolciti grappoli,
     Per te vendemmia su bel colle aprico
     Consolatrice lagrima
     Pausilippo uvamico:
     Lagrime di Piropo,
     70Onde lo scaltro Ulisse
     Spense l’unico ciglio
     All’immenso Ciclopo,
     Se sottraendo da mortal periglio:
     Misero lui, se nell’orribil speco
     75Si fidava nell’armi di Vulcano,
     Ed il nettareo suco,
     Che distilla Niseo, non avea seco.
     Non move dunque invano
     Apollo il Cetrarciero,
     80Che del buon Bacco va cantando i vanti;
     O bella Euterpe, secondiamo i canti.
     Figlio di Semele,
     Chi non ti celebra
     Ne’ golfi di Nereo possa affogar.
     85Me per tal colpa
     Non vedrà mai dolente
     Lo spezzantenne, e formidabil mar.
     Or che dico io?
     È nelle ricche corti
     90In pregio il Tesorier;
     Ma se miei voti
     Fossero uditi, esser vorrei Coppier,
     E se troppo desiro,

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     Deh fossi io Bottiglier.
     95Bella Melpomene,
     Bellissima Calliope,
     Or chi m’appresta
     Briglindorato Pegaso
     Nubicalpestator?
     100Si, che porti per l’Africa,
     Si, che porti per l’Asia
     Del buon Dionigi il poco noto onor.
     Fia dunque ver, che si ritrovi gente
     Che di schietto ruscel faccia vendemmia?
     105O sciocchi d’Oriente,
     Lasciate che al deserto
     Predichi il vaneggiar di Macometto.
     Che sapeva egli il menzogner profeta?
     Voi fatti saggi rimembrate omai,
     110Che balsamo di vigna imbotta e svena
     Omero il gran poeta.