Inganni son le vanità, che a i lumi
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Questo testo fa parte della raccolta Sonetti d'alcuni arcadi più celebri/Antonio Ottoboni
II
Inganni son le vanità, che a i lumi
Del misero Mortal sembran tesori;
Titoli, dignità, porpore, ed ori
Son foschi lampi, e luminosi fumi.
5Anch’io credei di farmi eguale a i Numi
Dell’Adria, e del Tarpeo co i primi onori:
Ma de’ passati efimeri splendori
Appena or vedo i languidi barlumi.
Alma, degli error tuoi prova più chiara
10Tu vai cercando ancora? e ancor ti fidi?
Deh che sia Mondo a proprio costo impara.
Son già tutti per te gli asili infidi;
L’onda dolce del Tebro è fatta amara,
E l’Adria in scogli ha convertito i lidi.