Istorie fiorentine/Libro primo/Capitolo 11

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Libro primo

Capitolo 11

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Morì di poi Pipino, e successe nel regno Carlo suo figliuolo, il quale fu quello che per la grandezza delle cose fatte da lui, fu nominato Magno. Al papato intanto era successo Teodoro I. Costui venne in discordia con Desiderio e fu assediato in Roma da lui; talché il Papa ricorse per aiuti a Carlo, il quale, superate le Alpi, assediò Desiderio in Pavia, e prese lui e i figliuoli, e li mandò prigioni in Francia; e ne andò a vicitare il Papa a Roma, dove giudicò che il papa, vicario di Dio, non potesse essere dagli uomini giudicato; e il Papa e il popolo romano lo feciono imperadore. E così Roma ricominciò ad avere lo imperadore in occidente; e dove il papa soleva essere raffermo dagli imperadori, cominciò lo imperadore, nella elezione, ad avere bisogno del papa, e veniva lo Imperio a perdere i gradi suoi, e la Chiesa ad acquistargli; e per questi mezzi sempre sopra i principi temporali cresceva la sua autorità. Erano stati i Longobardi dugentotrentadue anni in Italia, e di già non ritenevano di forestieri altro che il nome: e volendo Carlo riordinare la Italia, il che fu al tempo di papa Leone III, fu contento abitassero in quegli luoghi dove si erano nutriti, e si chiamasse quella provincia, dal nome loro, Lombardia. E perché quelli avessero il nome romano in reverenzia, volle che tutta quella parte di Italia a loro propinqua, che era sottoposta allo esarcato di Ravenna si chiamasse Romagna. E oltre a questo creò Pipino suo figliuolo re di Italia; la iurisdizione del quale si estendeva infino a Benevento; e tutto il resto possedeva lo imperadore greco, con il quale Carlo aveva fatto accordo. Pervenne in questi tempi al pontificato Pascale I, e i parrocchiani delle chiese di Roma, per essere più propinqui al papa e trovarsi alla elezione di quello, per ornare la loro potestà con uno splendido titolo, si cominciorono a chiamare cardinali; e si arrogorono tanta reputazione, massime poi che gli esclusono il popolo romano dallo eleggere il pontefice, che rade volte la elezione di quello usciva del numero loro; onde, morto Pascale, fu creato Eugenio II, del titulo di santa Sabina. E la Italia, poi che la fu in mano de’ Franciosi, mutò in parte forma e ordine, per avere preso il papa nel temporale più autorità, e avendo quegli condotto in essa il nome de’ conti e de’ marchesi, come prima da Longino, esarco di Ravenna, vi erano stati posti i nomi de’ duchi. Pervenne dopo alcuno pontefice, al papato Osporco romano, il quale, per la bruttura del nome, si fece chiamare Sergio; il che dette principio alla mutazione de’ nomi, che fanno nelle loro elezioni i pontefici.