Istorie fiorentine/Libro terzo/Capitolo 3

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Libro terzo

Capitolo 3

../Capitolo 2 ../Capitolo 4 IncludiIntestazione 31 agosto 2009 75% Storia

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Noi abbiamo narrato davanti come, dopo la vittoria di Carlo I, si creò il magistrato di Parte guelfa e a quello si dette grande autorità sopra i Ghibellini; la quale il tempo, i varii accidenti e le nuove divisioni avevano talmente messa in oblivione, che molti discesi di Ghibellini i primi magistrati esercitavano. Uguccione de’ Ricci per tanto, capo di quella famiglia, operò che si rinnovasse la legge contro a’ Ghibellini; intra i quali era opinione di molti fussero gli Albizzi, i quali, molti anni adietro nati in Arezzo, ad abitare a Firenze erano venuti; onde che Uguccione pensò, rinnovando questa legge, privare gli Albizzi de’ magistrati, disponendosi per quella che qualunque disceso di Ghibellino fusse condannato se alcuno magistrato esercitasse. Questo disegno di Uguccione fu a Piero di Filippo degli Albizzi scoperto; e pensò di favorirlo, giudicando che, opponendosi, per se stesso si chiarirebbe ghibellino. Questa legge per tanto, rinnovata per la ambizione di costoro, non tolse, ma dette a Piero degli Albizzi riputazione, e fu di molti mali principio: né si può fare legge per una republica più dannosa che quella che riguarda assai tempo indietro. Avendo adunque Piero favorita la legge, quello che da i suoi nimici era stato trovato per suo impedimento gli fu via alla sua grandezza; perché, fattosi principe di questo nuovo ordine, sempre prese più autorità, sendo da questa nuova setta di Guelfi prima che alcuno altro favorito. E perché non si trovava magistrato che ricercasse quali fussero i Ghibellini, e per ciò la legge fatta non era di molto valore, provide che si desse autorità ai Capitani di chiarire i Ghibellini, e chiariti, significare loro, e ammunirgli, che non prendessero alcuno magistrato; alla quale ammunizione se non ubbidissero, rimanessero condennati. Da questo nacque che di poi tutti quelli che in Firenze sono privi di potere esercitare i magistrati si chiamano ammuniti. Ai Capitani adunque sendo con il tempo cresciuta la audacia, senza alcuno rispetto, non solamente quelli che lo meritavano ammunivano, ma qualunque pareva loro, mossi da qualsivoglia avara o ambiziosa cagione; e da il 1357, che era cominciato questo ordine, al ’66, si trovavano di già ammuniti più che 200 cittadini. Donde i Capitani e la setta de’ Guelfi era diventata potente, perché ciascuno, per timore di non essere ammunito, gli onorava, e massimamente i capi di quella, i quali erano Piero degli Albizzi, messer Lapo da Castiglionchio e Carlo Strozzi. E avvenga che questo modo di procedere insolente dispiacesse a molti, i Ricci infra gli altri erano peggio contenti che alcuno, parendo loro essere stati di questo disordine cagione, per il quale vedevono rovinare la republica e gli Albizzi, loro nimici, essere, contro a’ disegni loro, diventati potentissimi.