Juvenilia/Libro V/Sur un canonico che lesse un discorso di pedagogia

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Libro V - Sur un canonico che lesse un discorso di pedagogia
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LXXIX.1

SUR UN CANONICO

CHE LESSE UN DISCORSO DI PEDAGOGIA


Udite, udite il molto revererdo
Sopra la educazione de’ figliuoli.
E se si vuol, quand’han messo i lattaiuolí,
4Cominciar la grammatica esponendo;

E quelli duri a modo di piuoli
Tutta in latin la vengan ripetendo.
Che se ’l ragazzo dice — I’ non la intendo, —
8È da pigliar de’ nerbi o ver querciuoli,

E picchiatelo forte a nodo a nodo,
Chiamatel furfante a tutto pasto:
11A un bisogno, e’ c’è il martello e ’l chiodo

Per crocifigger chi l’avesse guasto.
Questo de l’insegnar cristiano è il modo,
14Cosí il fanciullo vien saputo e casto.

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Ma deh prima il catasto
Insegnategli e la negromanzia,
17Che non la storia e la geografia.

Questa è una cosa ria,
Questo è razionalismo di quel fino:
20Contentisi il ragazzo al Bellarmino.

Oh che giovin divino,
Se di nulla mai chieggavi ragione
23Credendo tutto a tutte le persone!

E creda anche al forcone
Di Satanasso o ver di Lucibello
26E a le penne de l’agnol Gabriello,

Ed a lo spiritello
O spiritelli che vengano a schiere
29E al dïavolo grande e a le versiere,

E che le fattucchiere
Piglin forme di cagne o vuoi di gatte
32Ed a tant’altre autorità sí fatte.

E cosí si combatte
In pro’ de’ nostri italïani vecchi,
35E questo è il classicismo dì parecchi!

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O bónzi, o mozzorecchi,
Voi fiorirete i ginnasi e’ licei
38D’Ecceomi e Barabbi e Zebedei.



Note

  1. [p. 285 modifica]Fu stampato la prima volta non so piú in qual numero del Momo di Firenze nel 1858, con la seguente missiva: Colui che ti scrive trovossi un bel giorno a sentir recitare in una accademia di questo mondo una diceria, non ti potrei dire quanto dotta e assennata e cristiana, sopra la educazione de’ figliuoli. E come a lui piacque sempre la costumanza di quei sapientissimi Greci, che i comandamenti della religione e le leggi civili e i precetti della moral filosofia mettevano in versi, e gli cantavano per le cene e gli scolpivano in capo [p. 286 modifica]alle vie, affinché per tal maniera restassero meglio impressi nelle menti de’ loro paesani; cosí volle far egli, per quanto poteva, di quella diceria; ch’e’ tiene per santissima cosa, riboccante tutta da capo a fondo di religione e di civiltà e di morale. E recolla in versi; e la dà a te; che, se ti piace, tu la mandi fuora, cosí compendiata e fatta piú dilettosa ed agevole a ritenere, a processione per la stampa. Dio ti salvi, Momo da bene.