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L'art'e bbasso

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Giuseppe Gioachino Belli

1844 Indice:Sonetti romaneschi V.djvu sonetti letteratura L'art'e bbasso Intestazione 23 novembre 2024 75% Da definire

La minchionella Una serenata
Questo testo fa parte della raccolta Sonetti romaneschi/Sonetti del 1844

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L’ART’E BBASSO.

     Quello che ddisse che nnoi sémo bboni
Sortanto pe’ mmorì ssopra la pajja,
Era un ziggnore? Ebbè, ddunque nun sbajja.
Li Siggnori sò ttutti Salamoni.

     Li Conti, li Marchesi, li Bbaroni,
E ttutta st’illustrissima canajja,
Ce tièngheno a nnoantri pe’ mmarmajja
Da trattà cco’ li nerbi e li bbastoni.

     Eh, bbontà lloro contr’er nostro merito.
Ma ssi fùssimo noi nati siggnori,
Chi l’averìa li carci in ner preterito?

     Sti ggiuchetti li regola la sorte;
E a ttutti o un callo o un freddo, o un drento o un fòri1
Pò accadé ttra la nasscita e la morte.i2

27 dicembre 1844.

Note

  1. [O un caldo o un freddo, o un dentro o un fuori. In questo modo proverbiale è ripetuto due volte lo stesso concetto, cioè, conformemente al titolo del sonetto: “o un accidente prospero, o uno rovinoso.„]
  2. [“Fino alla morte non si sa la sorte.„ — “Finchè uno ha denti in bocca e’ non sa quel che gli tocca.„ Proverbi toscani.]