L'emissione della luce/Paragrafo 4

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[p. 5 modifica]4) Del resto, che nelle mie esperienze, e, naturalmente, anche in quelle di Riecke e Stark, non si tratti propriamente di elettrolisi, fu dimostrato del Razeto, per quanto mi pare, in modo esauriente1.

Secondo il Razeto si sarebbe in presenza, nel caso mio e in quello di Riecke e Stark, di fatti analoghi a quelli notissimi che si osservano [p. 6 modifica]nei miscugli di diversi gas. Nei quali miscugli, di regola, fra rutti i componenti, uno solo prevale, e gli altri non si mostrano all’esame spettroscopico, se circostanze specialissime non concorrono a rivelarne la presenza.

Il Razeto si richiamava ad un fatto di questa specie, che ha per il caso nostro la massima importanza. Se in un tubo d’azoto è rimasta durante la vuotatura una qualche traccia di vapore di mercurio, le righe proprie del metallo non appariscono nella scarica in condizioni ordinarie; ma, quando, per l’influenza del campo magnetico o per l’introduzione di un condensatore, la temperatura media risulti più elevata, lo spettroscopio subito le avverte 2.

Ora, con la disposizione delle mie esperienze, ed è questo in sostanza il risultato del Razeto, una scintilla che presenta in prossimità dell’elettrodo negativo la colorazione caratteristica del sodio o del litio, e rimane verde in tutta l’altra parte, si può invece agevolmente colorare per intero, riducendo la sua lunghezza, o facendo crescere la frequenza delle scariche, o semplicemente aumentando l’intensità di queste ultime.

Sicchè in sostanza sembrerebbe che una conclusione si potesse tirare dalle mie esperienze, e da quelle di Riecke e Stark, ma una sola e prudente, e cioè che i vibratori i quali dànno origine allo spettro dei metalli alcalini (e più propriamente alla serie principale, che è quella che dà alla scintilla la colorazione caratteristica) siano elettrizzati di elettricità positiva.

Note

  1. [p. 15 modifica]Razeto, Nuovo Cimento, IX, 1905.
  2. [p. 15 modifica]Zonta. Nuovo Cimento, VII, 1904.