L'uomo delinquente/Parte terza/I

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CAPITOLO I. Biologia

L'uomo delinquente/Parte seconda/IV L'uomo delinquente/Parte terza/II IncludiIntestazione 12 maggio 2012 75% Criminologia

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1. Temperatura. Ricambio materiale; sensibilità sensi. — 2. Forza, movimenti, riflessi, reazioni. — 3. Significato ed effetto di queste differenze.


Abbiamo finora trattato dei caratteri somatici dei delinquenti in genere, data la grandissima difficoltà di distinguere i delinquenti nati da quelli abituali o d’occasione, quando si esamina il cadavere o si fa l’esame esterno del delinquente, ma abbiamo detto però che esistono vari gradi di delinquenza, i quali dall’onestà per piccoli gradi vanno al delinquente nato. Dei delinquenti-nati, che concentrano nell’organismo tanta copia d’anomalie, come nei reati tanta costanza di recidive, intendo studiare la psicologia e la biologia. Comincerò dalla biologia.

1. L’esame accurato mio, di Marro, di Ottolenghi, sulla temperatura ascellare dei delinquenti non diede differenze rilevabili, salvo il fatto che spesso si trovava nella temperatura ascellare differenze di temperatura fra la destra e la sinistra. La differenza è piuttosto come nei pazzi nel senso negativo, nel senso cioè della poca reazione, del poco aumento di temperatura nei casi in cui nel normale è notevolmente aumentata. Così in tre casi in cui — e per giusta ragione — la commozione dell’animo era al colmo, trovai la temperatura al massimo elevata di 1,5. In parecchie malattie febbrili, il tifo eccettuato, io aveva già notato, come Raggi e Virgilio nei pazzi, la quasi completa apiressia.
Polso e respiro. Secondo Marro il polso sarebbe più tardo nei delinquenti, ma con lievi differenze, più spiccato nelle donne.
Ricambio materiale. Nei delinquenti-nati è diminuita l’eliminazione dell’azoto, si mantiene alla norma l’eliminazione dei cloruri ed è aumentata specialmente in rapporto all’azoto, la quantità di acido fosforico eliminato, come provò l’Ottolenghi. Anomalie della sensibilità. La singolare preferenza dei delinquenti per un’operazione così dolorosa, come è quella del tatuaggio, e la grande frequenza in loro dei traumi facevano già sospettare in essi una sensibilità al dolore più ottusa del comune degli uomini, per l’appunto come accade in alcuni alienati, specialmente nei dementi. Infatti provocando ricerche sistematiche e comparate sulla finezza delle varie sensibilità nei delinquenti, trovai:
La sensibilità generale è ottusa, anche esplorata col semplice contatto d’un dito: saggiandola al dorso della mano colla slitta ad induzione di Du Bois-Reymond, a seconda della distanza tra i due rocchetti misurata in millimetri, trovossi una differenza notevole fra normali e rei-nati, dando i primi la media di 64,2 mm. e i secondi di 49,6. Essa è poi nei criminali all’inverso dei normali assai più ottusa a destra che a sinistra. La sensibilità dolorifica esplorata colla slitta di Du Boi-Reymond, al dorso della mano era misurata in media nei normali da mm. 49,1 nei delinquenti da mm. 34,1. In nessuno dei normali la sensibilità dolorifica scese fino allo 0; in uno solo scendeva a 17, e oscillava nella maggior parte tra 32 e 49. Nei criminali invece l’analgesia è spesso completa, cioè si raggiunge lo 0 della graduazione nel 16 %; esiste maggiore sensibilità a destra nel 30,4% e a sinistra nel 39,1%. Tali conclusioni furono confermate da misurazioni di Roncoroni, Albertotti e Ottolenghi, con istrumenti più precisi, quali il faradimetro e il faradircometro, che rappresentando le misure della sensibilità con cifre di valore assoluto, cioè in Volt, secondo l’intensità minima della corrente percepita, danno risultati meglio comparabili. La sensibilità tattile, e più precisamente la sensibilità di spazio studiata coll’estesiometro del Weber, era spiccatamente ottusa nel 30%, era fine soltanto nel 2%: mentre tra i normali esisteva ottusità nel 5%, cioè le due punte non erano distinte alla distanza di 3 mm. La media aritmetica della sensibilità all’estesiometro è di mm. 2,67 a destra e di mm. 2,41 a sinistra nei criminali; nei normali di mm. 1,68 a destra e di 1,78 a sinistra. In rapporto ai reati l’ottusità tattile è raddoppiata in confronto ai normali nei ladri con scasso, nei feritori e truffatori; e sale fino al quadruplo e al quintuplo negli stupratori, assassini ed incendiari. Più notevole appare l’anomalia nella differenza di sensibilità dei due lati, perché, inversamente a quel, che accade nei normali, avevamo una sensibilità estesometrica ottusa a destra il 30%, a sinistra il 18,7%, anomalia che ho chiamato mancinismo sensorio. La sensibilità alla calamita o magnetica è invece più viva e frequente nei criminali in cui si trova nel 48,3 %; mentre tra i normali si trova nel 23 per cento.
Sensibilità meteorica. — Un’altra sensibilità loro speciale è quella alle variazioni meteoriche, che venne finora riscontrata ben chiara in 35 sopra 122; essi ne risentono variazioni di umore, sensazioni varie e specialmente un eccitamento generale.
Sensibilità specifiche: — Nei criminali, specie negli omicidi, l’acuità visiva, il visus, è più acuta che nei normali, come s’è trovato nei selvaggi. Invece è minore e difettosa la sensibilità cromatica, trovandosi tra essi il doppio di daltonici, cioè il 6,60%, in confronto ai normali (3,09%) della stessa età, come dimostrò il Bono. Quanto al campo visivo pel bianco, oltre alla frequente e grande sua illuminazione, che può alternarsi ad allargamento durante l’accesso, è pressoché costante nei criminali e negli epilettici, mentre nei normali è affatto eccezionale, un’irregolarità del contorno, il quale presenta numerosi e profondi scotomi periferici, per la prima volta segnalati nei criminali dall’Ottolenghi e confermati dal De Sanctis e da altri.
Udito. — L’acuità uditiva è nei delinquenti inferiore alla media, in proporzione assai maggiore che nei normali: diminuzione riferibile soltanto in alcuni casi di disacusia a fatti di carattere degenerativo dell’organo dell’udito.
Olfatto. — Esplorando mediante soluzioni di essenza di garofano a concentrazione gradatamente crescente, di cui l’esaminato doveva prima sentire e riconoscere l’odore e poi dispone in ordine secondo l’intensità della sua percezione, si è trovata l’acuità olfattiva minore nei criminali in confronto ai normali. In 2 casi su 80 vi era una completa anosmia: in sei si ottenne la percezione semplice di odore, non la specifica.
Gusto. — Esplorando con soluzioni di saccanirina, di Na Cl, di stricnina in modo analogo a quello seguito per l’olfatto, se ne ottennero rispondenti risultati: cioè il senso del gusto apparve più sviluppato nell’uomo normale che nei criminali, più nel delinquente d’occasione che nei delinquenti nati tra cui l’Ottusjt gustativa si trovò nei 38,3 %, mentre tra i professionisti solo nel 14% (Vedi Aducco e Mosso). L’Ottusità è più qualitativa, cioè per la percezione specifica, che quantitativa, e deve essere favorita dall’uso, così diffuso tra i criminali, degli alcoolici e del tabacco.
Marro, Marambat e Ventuni nei loro studi sui criminali poterono assicurare una proporzione di abuso di tabacco molto maggiore nei criminali che nei normali; e determinare soprattutto che nei criminali questa passione è precoce. Fumarono secondo Marro prima dei 10 anni il 7,3% dei rei, dai io ai 15 il 44,6%.

2. Un carattere speciale di molti criminali è un’agilità veramente straordinaria, specie nei ladri, tra i quali fu notata neli’8 %: il Viliella, vecchio settantenne, fuggiva rapido come una capra, sulle balze della Calabria; il famoso ladro detto La Vecchia, sorpreso con merce di contrabbando, si sottrasse alle guardie col salto d’un altissimo bastione, a Pavia. Qualche volta quest’agilità assomiglia affatto a quella scimmiesca, come in Maria Perino, la quale penetrava nelle case arrampicandosi sugli alberi e da questi saltando sui tetti. Forse anche qui abbiamo un resto della destrezza ed agilità del fanciullo, del selvaggio e della scimmia.
Dinamometria. — Eppure non rilevante fu lo sforzo muscolare di pressione — appena di 30 chilogrammi — rivelato dalla contrazione dei muscoli flessori della mano al dinamometro Broca; e di 110 alla trazione o forza di «reni»: cifre inferiori di molto, specialmente nei ladri, a quelle ottenute nei normali, ma superiori a quelle degli alienati.
Mancinismo. — Ma più importante è la maggiore quota delle dinamometrie più elevate a sinistra, risultanti anche dall’ergografia:


Forza maggiore nei rei % nei normali %
a sinistra 23 14
a destra 67 70
uguale 9 14


Questi fatti rivelano nel moto una differenza analoga a quella che trovammo nella struttura anatomica e nel senso, relativamente più ottuso a destra che a sinistra: una maggior frequenza cioè del mancinismo specialmente tra i truffatori (33 %), una notevole prevalenza nei rei di falso e destrezza e nei delinquenti-nati; in totale negli uomini vi è il 13,9% nelle donne il 22,7% di mancini. Invece su 711 operai v’era solo il 4,3% e su 238 operaie solo il 5,8% di mancini. Vi è dunque una preponderanza di mancinismo nei criminali, in più del triplo, ed in più del quadruplo per le donne, la quale ricorda quanto accade nei bambini, nei selvaggi e negli idioti, in cui, come è noto, prevale l’ambidestrismo. E già il popolo diffida dell’uomo mancino e l’aggettivo sinistro ha in traslato un significato cattivo.
Andatura. Anche nell’andatura dei criminali furono constatate anomalie in confronto a quella dei normali: e precisamente il loro passo si può dire in media più lungo del normale, ciò che coincide colla loro maggior robustezza; e in relazione col loro mancinismo motorio il passo sinistro è maggiore del destro, lo scartamento laterale destro è maggiore del sinistro e l’angolo di deviazione del piede destro è minore cli quello sinistro.
Anomalie motorie. Altre anomalie si notano nella motilità dei criminali, le quali sono da riferirsi alle condizioni anomali, spesso morbose, del loro sistema nervoso o per epilessia, corea, atassia, o per ve muscolari, ecc.
Riflessi tendinei. Il riflesso rotuleo fu trovato normale nel 46% circa, debole nel 23%, esagerato nel 16%, e con un comportamento vario nelle singole sorta di delinquenti, essendo molto alterato nei truffatori, meno nei ladri, ecc.
Riflessi vasomotori. — Già la mancanza del rossore è stata considerata sempre da tutti come indizio di disonestà, specialmente nei giovani, perché, come Darwin ci rivelò, la sua mancanza può dipendere anche dall’età senile. Su 59 rei rimproverati o fissati a lungo nel volto (come c’insegna Darwin) non ne trovammo che 36 i quali arrossivano, cioè il 61%; 3 impallidivano, 20 restavano senza alcun mutamento nel volto. Su 38 minorenni dei Riformatori mancò l’arrossimento in 20. In complesso, su 98 maschi giovani mancò il rossore nel 44%, con una frequenza cioè del doppio maggiore che nei pazzi e quale non si trova che in alcuni idioti e nei selvaggi. Su 122 donne criminali esaminate si osservò da me e dal dottor Pasini mancare l’arrossimento nell’8-1 %.
Negli adulti si saggiano tali riflessi mediante inalazione di poche gocce di nitrito d’amile. Sfigmografia. — Col pletismografo e con lo sfigmografo del Mosso si è constatata la mancanza di reazione vasale allo stimolo dolorifico della corrente elettrica pei delinquenti, in evidente relazione colla loro caratteristica insensibilità. Quando invece agivano certi stimoli per loro più specifici, come la paura del giudice o la vanità, o gli stimoli provocati dal vino e dalle donne mediante corrispondenti immagini figurate, successivamente esposte e sottratte alla vista del soggetto mediante un circuito elettrico, si ebbero reazioni maggiori che non nel normale: il che ci rivela con l’esattezza di uno strumento di precisione l’intima psicologia di costoro, in cui possono più il piacere, la vanità e la paura del dolore, che non il vero dolore, e che di tanto sono insensibili agli affetti e ai dolori fisici, altrettanto sono sensibili ad alcune passioni, come all’orgoglio e alla vendetta.

3. Significato ed effetti di queste anomalie. — Tutte le varie specie di sensibilità sono dunque assai ottuse nei criminali, nei quali vi ha invece un’esagerazione di certe possibilità — ai metalli, al magnete, alle meteore — ormai assai ridotte nei normali. L’insensibilità al dolore ricorda quella dei popoli selvaggi, i quali possono sopportare, grazie ad essa, per esempio, le torture che segnano l’iniziazione alla virilità presso di loro, l’uso dei profondi tatuaggi, del taglio di labbra, di dita, ecc., ed ha quindi significato atavico. Essa ha poi anche delle importanti conseguenze nella biologia dei criminali. A quest’analgesia così frequente infatti e alla torpida reazione vasale è forse da riferire la loro vitalità relativamente maggiore, malgrado che siano spesso malati e vivano nelle cattive condizioni delle carceri per lunghi anni, la quale si manifesta con una notevole longevità di moltissimi. « Nei pozzi, scrive Casanova, trovai di quelli che divennero vecchissimi; uno scellerato che faceva la doppia spia e il sicario, certo Beguelo, imprigionato a 44 anni, ne visse dentro 37 ». Del Gasparone, morto ad 88 anni ad Abbiategrasso, già molti anni prima, nel 1866, diceva un suo biografo: «Come poté egli resistere sì a lungo alle prove degli anni, delle ferite, delle fatiche e del carcere? Per la forza del carattere e soprattutto per la quiete inalterabile di un animo inaccessibile alle emozioni ». Il Settembrini, tra 631 dei suoi tristi compagni, ne trovò 227 di età superiore a 50 anni, 203 da 40 a 50 anni, 201 minori di 40 anni. Il Baer spiega il fatto che in Germania i rei nei bagni danno minore mortalità che nelle case di pena, per essere quelli più avvezzi alla vita del carcere, perché quanto più indurito nei crimini era il carcerato, maggior resistenza presentava alla morbilità e alla mortalità: e infatti la mortalità carceraria è sempre maggiore nei primi anni di detenzione che negli ultimi. Per essa anche il peso e la statura son spesso maggiori che nei normali, malgrado le circostanze così sfavorevoli tra le quali si svolge la loro vita. E ne dipende pure la disvulnerabilità dei veri criminali, per cui sopportano gravissime ferite e colpi, e le lesioni guariscono più rapidamente e con minori fatti di reazione, come nei tessuti meno nobili degli animali inferiori all’uomo. Io ho pubblicato tre casi di prostitute in cui non solo erano state sopportate per evidente insensibilità gravi lesioni — cancrena di un dito, scottature prodottesi alla fronte nell’arricciarsi i cappelli, bruciature di acqua bollente nel semicupio, ecc., — ma queste stesse lesioni erano guarite rapidamente e senza alcuna complicazione. E già Hobbes aveva scritto: Homo malus, infans robustus; e il popolo dice: «Erba cattiva cresce presto», e «l’anima cattiva in corpo al vizioso gli serve di sale».