La Chioma di Berenice - Discorsi e considerazioni (1913)/Argomento

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A Giovan Battista Niccolini fiorentino Discorso primo - Editori, interpreti e traduttori

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ARGOMENTO

Tolomeo Evergete, partendo a guerreggiare contra la Siria, lasciò Berenice, sua sposa recente, tanto sollecita di lui, che ella votò la sua chioma, se il marito tornasse vittorioso. Dopo la vittoria, la chioma fu appesa al tempio di Venere Zefiritide, e la notte seguente involata. Conone astronomo, o per istigazione de’ sacerdoti, o per divozione alla regina, o piú veramente per ragione di Stato, asserí di averla veduta fra le costellazioni; e Callimaco, famigliare di Conone e di Tolomeo, accreditò l’adulazione con questo poemetto, di cui restando rari vestigi in greco, non sarebbe noto a noi senza la traduzione di Catullo, reputata mirabile dal Poliziano1. La discrepanza degl’interpreti e delle edizioni, l’oscuritá della storia su questo fatto, l’etá e le opere di Conone, la ragione poetica di questo componimento, saranno svolti al lettore ne’ seguenti Discorsi.


Note

  1. Miscell., cap. lxviii.