La madre (Deledda)/Capitolo 29

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Capitolo 29

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Poi fu ripreso dall’ansia di uscire, di vedere se Agnese era arrivata. La panca era vuota.

Forse ella non sarebbe neppure venuta. A volte però ella si metteva in fondo alla chiesa, appoggiata a una sedia che la serva le portava. Si volse, rivide solo la figura legnosa della madre: e inginocchiandosi [p. 221 modifica]per cominciare la messa gli sembrò che anche la sua anima si piegasse davanti a Dio, vestita della sua pena com’egli era vestito del camice e della stola.

Allora s’impose di non guardare più indietro, di chiudere gli occhi ogni volta che doveva volgersi per benedire. Aveva l’impressione di camminare, camminare, in salita, su per un calvario erto; e una lieve contrazione nervosa gli torceva la nuca ogni volta che doveva rivolgersi verso il popolo: allora chiudeva gli occhi, sì, come per non vedere l’abisso ai suoi piedi; ma attraverso le palpebre tremule la panca intagliata gli appariva ostinatamente, con la figura nera di Agnese, nera sullo sfondo grigio della chiesa.

E Agnese realmente era lì, vestita di nero, con un velo nero attorno al viso d’avorio: la fibbia dorata del suo libro di preghiere scintillava fra le dita nere delle sue mani inguantate; ed ella sembrava leggere ma non volgeva mai la pagina. La serva le stava inginocchiata accanto, per terra, con la testa di schiava [p. 222 modifica]rasente alla panca: ogni tanto volgeva gli occhi di cane fedele su verso il viso della padrona, quasi sapesse il tristo pensiero di lei e vigilasse.

Ed egli vedeva ogni cosa, su dall’altare; e non aveva più speranza, sebbene in fondo il cuore gli dicesse che non era possibile che Agnese mantenesse la sua folle minaccia.

Quando volse le pagine del Vangelo un singhiozzo nervoso gli ruppe le parole in bocca, e di nuovo si sentì tutto bagnato di sudore; dovette appoggiare la mano al libro perchè gli sembrò di svenire.

Un attimo e si riprese.

Antioco lo guardava, accorgendosi dei progressi del male su quel viso che si decomponeva come quello di un cadavere; e gli stava vicino, pronto a sostenerlo, volgendo ogni tanto gli occhi verso i vecchioni le cui barbe si sporgevano attraverso la balaustrata, per osservare se qualcuno di loro si accorgeva del malessere del prete.

Nessuno se ne accorgeva. La madre [p. 223 modifica]stessa, ferma al suo posto, pregava e aspettava, senza vedere il male di lui.

E Antioco gli si accostava sempre più premuroso, tanto che egli se ne accorse e lo fissò spaurito: il ragazzo rispose coi suoi occhi vividi, con un moto rapido delle palpebre, come per dirgli:

— Sono qua io; vada avanti.

Ed egli andava avanti, su per l’erta del suo calvario: un po’ di sangue gli rifluiva al cuore, i nervi gli si rallentavano; ma era tutto un disperato abbandono al pericolo, il distendersi del naufrago che non ha più la forza di lottare con le onde.

Volgendosi verso i fedeli non chiuse più gli occhi.

— Il Signore sia con voi.

Agnese era là, al suo posto, piegata a leggere la pagina che non volgeva mai: la fibbia dorata del suo libro scintillava nella penombra. La serva le si era accovacciata ai piedi, e anche tutte le altre donne, compresa la madre laggiù in fondo, sedevano per terra ripiegate sulle loro calcagna, ma lievemente, pronte a [p. 224 modifica]sollevarsi di nuovo sulle ginocchia appena il sacerdote avesse mosso il libro.

Ed egli mosse il libro e riprese le sue orazioni e i suoi gesti lenti: e quasi un senso di tenerezza lo vinceva, nella sua disperazione, pensando che Agnese lo accompagnava sul suo calvario come Maria Gesù: che sarebbe fra pochi istanti salita all’altare, che si sarebbero incontrati ancora una volta, in cima al loro errore, per espiare assieme come avevano peccato assieme.

Come poteva odiarla se ella portava con sé il suo castigo, se l’odio di lei era ancora amore?

Si comunicò, e il lieve sorso di vino gli colò davvero entro il petto come un rivolo di sangue: ecco, si sentì forte, rianimato, col cuore pieno della presenza di Dio.

E mentre scendeva verso le donne rivide emergente da un’onda di teste chine, la figura di Agnese, ferma sulla sua panca. Aveva chinato anche lei la testa sulle mani, e forse raccoglieva il suo coraggio, [p. 225 modifica]prima di muoversi; ed egli ne sentì d’un tratto una infinita pietà: avrebbe voluto scendere fino a lei, assolverla, porgerle la comunione come ad un’agonizzante. Aveva raccolto anche lui il suo coraggio; ma le sue dita tremavano nell’avvicinare la particola alla bocca delle donne.