La mano reggia (20 novembre 1835)

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Giuseppe Gioachino Belli

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Semo da capo Li troppi ariguardi
Questo testo fa parte della raccolta Sonetti romaneschi/Sonetti del 1835

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LA MANO REGGIA.1

     Avanzanno2 la Cammera3 una bballa
De quadrini da un Duca trappolaro
Je spidì4 ttre ccurzori cór un paro
De schertri5 in scuderia pe’ ppiggnoralla.

     Entrò infatti er zinèdrio in ne la stalla,
E azzecca un po’ cche cce trovò? Un notaro,
Che svitato er zu’ bbravo calamaro
J’incartò6 una protesta calla calla,

     Privileggi, arme, titoli, patente!,...
Inzomma li tre ppoveri curzori
Ciànno7 perzo l’impiego alegramente.

     Ecco er Governo der Zagro Colleggio!
Quanno sce so’8 de mezzo li siggnori,9
Tradillo è mmale e nnun tradillo è ppeggio.

20 novembre 1835

Note

  1. [V. il sonetto con lo stesso titolo, 13 magg. 35.]
  2. Avanzando.
  3. [La Reverenda Camera Apostolica: il Ministero delle Finanze.]
  4. Gli spedì.
  5. Carabinieri. Vedi la nota... [3] del sonetto... [Chi ha ffatto, 17 gen. 33].
  6. [Gli mise in carta, gli stese.]
  7. Ci hanno.
  8. Ci sono.
  9. [Cfr. la nota 8 del sonetto: La scianchetta ecc., 27 agosto 35.]