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La peracottara

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Giuseppe Gioachino Belli

1830 Indice:Sonetti romaneschi VI.djvu sonetti letteratura La peracottara Intestazione 19 febbraio 2024 75% Da definire

A Checco L'impiccato
Questo testo fa parte della raccolta Sonetti romaneschi/Sonetti dal 1828 al 1847

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LA PERACOTTARA.

     Sto a ffà la caccia, caso che mmommóne1
Passassi2 pe’ dde cqua cquela pasciòcca,3
Che va strillanno co’ ttanta de bbocca:
Sò ccanniti le pera cotte bbone.4

     Ché la vorìa5 schiaffà6 ddrento a ’n portone
E ppo’ ingrufalla7 indóve tocca, tocca;
Sibbè che8 mm’abbi ditto Delarocca,9
C’ho la pulenta10 e mmo mme viè un tin.....

     Lei l’attaccò ll’antr’anno a ccinqu’o ssei?
Dunque che cc’è dde male si cquest’anno
Se trova puro11 chi ll’attacca a llei?

     Le cose de sto monno accusì vvanno.
Chi ccasca, casca:12 si cce sei, sce sei.13
Alegria! chi sse14 scortica, su’ danno.

Roma, 14 settembre 1830.

Note

  1. Caso mai or’ora ecc. [Mommóne: mo mo, con l’aggiunta del ne eufonico.]
  2. Passasse.
  3. Paciocca: bella donna giovane e piuttosto ritondetta.
  4. Sono canditi etc.: grido de’ venditori di pere cotte al forno, i quali girano nelle ore più calde della stagione estiva, dette perciò a Roma: l’ore de’ peracottari.
  5. Vorrei.
  6. Cacciare.
  7. Ingrufarla: parola oscena.
  8. Benchè.
  9. Professor chirurgo, oggi morto.
  10. Gonorrea.
  11. Si trova pure.
  12. [Proverbio.]
  13. Se ci sei, ci sei.
  14. Chi si ecc.