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La pizza der compare

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Giuseppe Gioachino Belli

1838 Indice:Sonetti romaneschi V.djvu sonetti letteratura La pizza der compare Intestazione 9 luglio 2024 75% Da definire

Er ritratto der zor Filippo Un paragone
Questo testo fa parte della raccolta Sonetti romaneschi/Sonetti del 1838

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LA PIZZA1 DER COMPARE.2

     Che ffra er zor Pippo e la commare-d’oro3
C’era nata un tantino de canizza,4
E cche mmunzù schizza veleno, schizza,5
Io lo sapevo ggià mmejjo de lòro.

     Ma ccredevo che cquanno uno se stizza6
Avessi arméno7 da sarvà er decoro,
E nun fà a la commare sto disdoro
D’annalla a scredità ssopr’una pizza.

     Bbisoggna avé ppe’ ccristo er caposcèrro,8
Pe’ mmette9 s’una pizza aricressciuta
La soprascritta: A la Commàr-de-ferro.10

     Guardate llì ssi cche bbella prodezza!
Io so cche cquanno do le pizze a Ttuta,11
Ce fo ddipiggne12 er core co’ la frezza.13

3 giugno 1838.

Note

  1. [La torta.]
  2. Il signor Filippo Z... [Zampi. — V. il sonetto precedente.]
  3. La signora Teresa F... [Ferretti], la quale era dallo Z... chiamata la Comare d’oro.
  4. Astio, ruggine.
  5. Schizzar veleno: fremere d’ira.
  6. Si adira, entra in collera.
  7. Avesse almeno.
  8. [Capocèrro, qui, sta per “capogatto„ o fors’anco per “capostorno.„]
  9. Per mettere.
  10. Lo Z... fece realmente scrivere a lettere di zucchero queste parole sopra una pizza che portò alla villeggiatura della famiglia F...
  11. Gertrude.
  12. Ci fo dipingere.
  13. [Il cuore trafitto da una freccia, che è l’amblema più comunemente usato dai Romaneschi nelle lettere amorose. Cfr. il sonetto: Er zegretario ecc., 19 dic. 32.]