La progettazione di sistemi di contabilità direzionale nelle aziende vitivinicole: il caso Barone Pizzini/La scelta del biologico

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2.2 La scelta del biologico – il vino come prodotto culturale

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Viticoltori d'ambiente in Franciacorta La struttura dell'azienda fino al 2007


Barone Pizzini (d’ora in poi BP) è stata la prima azienda in Franciacorta a produrre Franciacorta DOCG da viticoltura biologica1. Tale scelta deriva dalla filosofia dell’azienda, basata sul principio etico del rispetto dell’ambiente e del territorio, ma anche da ragioni produttive, cioè dalla volontà di ottenere un frutto più sano ed integro e quindi vini capaci di esprimere la vera natura del terroir, senza "mediazione" della chimica.

La BP dichiara inoltre che tale scelta deriva dalla grande attenzione da sempre dedicata al consumatore. Da questa attenzione deriva la consapevolezza che "uno stile di consumo consapevole, edonista e sofisticato e al tempo sensibile alla salute dell’uomo e dell’ambiente è oggi più che mai alla ribalta"2. E ancora, "oggi uno stile di vita ’verde’ è sempre più di tendenza e riguarda prodotti ed alimenti di uso quotidiano ed anche articoli ricercati e consumi d’alta gamma. Così sono in costante crescita i consumatori che dimostrano consapevolezza nelle proprie scelte, chiedendo prodotti certificati e garantiti rispetto all’uso indiscriminato della chimica"3.

Infatti, se nei primi dieci anni l’investimento sul biologico ha significato una rinuncia a margini di redditività nel breve periodo, negli ultimi anni i sacrifici del passato hanno mostrato sempre più i loro frutti, sia attraverso riconoscimenti e premi ufficiali4 che attraverso le scelte d’acquisto dei consumatori.

Chiaramente, la pervasività del concetto di biologico nella cultura aziendale e l’importanza di questo aspetto culturale all’interno della mission aziendale hanno un notevole impatto non solo sulle scelte strategiche di medio-lungo periodo, ma anche sull’operatività quotidiana e sui fabbisogni di controllo della BP. Infatti, l’AD della BP afferma che "la decisione di passare ad una produzione di uva biologica al 100% ha richiesto all’azienda la necessità di approfondire la conoscenza di quanto una scelta etica di questo tipo potesse incidere sui costi di produzione e quindi sui costi industriali di una bottiglia di vino". La scelta del biologico fa dunque parte degli elementi che hanno portato alla necessità di introdurre un sistema di contabilità analitica in grado di fornire la base di partenza per un supporto alle decisioni.

Per meglio cogliere come la scelta etica dell’azienda si rifletta non solo sul lavoro in campagna e sul prodotto in sé – dal metodo di produzione che prevede solo vini da agricoltura biologica, allo sviluppo di uno specifico vino denominato Franciacorta Nature, alla scelta di un packaging ecocompatibile – ma su tutte le attività dell’azienda, si considerino i notevoli investimenti nella costruzione di una nuova cantina secondo i criteri della bio-edilizia. Inaugurata nel 2007, la cantina è stata costruita secondo criteri di architettura ecocompatibile sia da un punto di vista estetico e di scelta dei materiali sia per quanto riguarda alcuni aspetti funzionali legati alle esigenze di produzione di un vino da viticoltura biologica. La struttura è stata concepita nell’ottica del basso consumo energetico, puntando su soluzioni bio-climatiche, sul recupero dell’energia dal terreno per mantenere freschi gli ambienti sotterranei, sul recupero delle acque piovane per l’irrigazione delle aree verdi, la fitodepurazione e la produzione di energia da impianti fotovoltaici. Anche senza andare nel dettaglio di tutti gli altri elementi che rendono più che lecita la definizione di bio-cantina, è evidente come essa rappresenti l’emblema della visione aziendale.

Un elemento fondamentale è che la "irrinunciabile scelta etica" di BP, dopo anni di impegno in tale direzione, è ormai parte integrante della cultura aziendale. In particolare, è rilevante come questa visione sia condivisa da tutto il management, assieme alle implicazioni che ne derivano. Ad esempio, riferendosi alla nuova cantina, il Direttore e responsabile della produzione Silvano Brescianini afferma: "Questo luogo è stato fatto per consentire lavorazioni che rispettino l’integrità del nostro frutto. [...] E’ con questa convinzione che da anni dedichiamo tanta fatica – ed anche denaro – per applicare i principi della viticoltura biologica, ma lo facciamo convinti che ciò sia la garanzia migliore che possiamo offrire in termini di qualità, tipicità e salute. Questa cantina è stata pensata per mantenere fede a questo impegno". A regime la nuova cantina sarà in grado di assicurare la produzione di non meno di 500.000 "bio-bottiglie".

Quanto detto fino ad ora assume particolare importanza dal momento in cui il vino non è un mero prodotto industriale ma, bensì, un prodotto culturale che ha le sue radici nel territorio da cui proviene ed è veicolo di aspetti culturali e sociali, in un intreccio virtuoso tra ambiente, arte e gastronomia5. Inoltre la produzione vitivinicola, con particolare – e crescente – rilevanza nel territorio della Franciacorta, si inserisce nel contesto del turismo enogastronomico e della comunicazione territoriale, contesto strettamente legato al tema della sostenibilità economica, ambientale e socio-culturale. Il vino, come tutte le produzioni tipiche, ha dunque una valenza al tempo stesso turistica – che presuppone lo spostamento del consumatore sul luogo di produzione – ed economica – basata anche sullo spostamento del prodotto a casa dei consumatori6.

La consapevolezza delle valenze e delle peculiarità che fanno del vino un prodotto culturale, capace di comunicare un territorio e gli aspetti sociali ed antropologici del popolo che lo produce, rendono la definizione di "viticoltori d’ambiente in Franciacorta" e l’etica in essa racchiusa il motore propulsore della BP, elemento base della sua strategia di differenziazione e fonte del suo vantaggio competitivo.

Note

  1. La viticoltura biologica è certificata in Italia da appositi enti accreditati dal Ministero delle Politiche Agricole. Per i metodi applicati in cantina, invece, sono allo studio delle proposte di legge e regolamenti a livello europeo ma, ad oggi, la vinificazione non è ancora oggetto di regolamentazione approvata ne di relativa certificazione biologica. Per questo motivo non si può ancora parlare di "vino biologico" ma soltanto di "vino da uve biologiche".
  2. Barone Pizzini Company Profile, febbraio 2009.
  3. Ibidem
  4. Tra gli altri, si segnalano: Extra Dry come migliore metodo classico in Italia 2008 (Annuario dei migliori vini d’Italia di Luca Maroni, noto critico enologico ed analista sensoriale); Bagnadore 2003 nell’olimpo di The World Of Wine, prestigioso bimestrale londinese; due ori, un argento e tre menzioni speciali al concorso internazionale del vino biologico 2009 (Biofach, Norimberga)
  5. Antonioli Corigliano M. (1999), Strade del vino ed enoturismo. Distretti turistici e vie di comunicazione, Franco Angeli, Milano.
  6. Antonioli Corigliano M., Viganò G. (2004), Turisti per gusto. Enogastronomia, territorio, sostenibilità, De Agostini, Novara.