La protezione del più forte

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Tommaso Crudeli

XVIII secolo Letteratura La protezione del più forte Intestazione 26 luglio 2014 75% Da definire

Altra favola tradotta dal medesimo


Un uom già fu della campagna amante,
che possedeva alla città vicino,
fiorito verdeggiante
e da lui coltivato, ampio giardino.
5Siepe folta e spinosa
cingealo intorno intorno;
colà dentro crescea tutta odorosa,
d’acque la sera aspersa
e di rugiada allo spuntar del giorno,
10menta, dittamo e persa:
di queste erbe ei faceva i dì di festa,
da portarselo in petto
alla sua Margherita, un bel mazzetto.
Questa felicità
15da una lepre turbata
fece sì che al signor della città
il nostro galantuom portò querela.
- Questa bestia mal nata
entra - disse -, signor, mattina e sera
20nel mio giardino, e lì senza rispetto
calpesta i fiori e mangia l’insalata.
Io tesi, per finir questa billera,
all’ingordo animal più d’un archetto,
ma delle trappole
25ch’io tendo ridesi:
bastoni e ciottoli
seco ci perdono
tutto il por credito.
Per me lo credo un mago -. - Un mago, oibò! -
30rispose il sire -; e quando fosse un diavolo,
v’assicuro che Po, Tigre e Giordano
faranno in modo che del vostro cavolo
più non godrà questo animal villano;
noi ci verrem dimani
35con armi, con lacchè, cavalli e cani -.
Fatto così l’accordo, ecco ch’ei viene.
cani sciolti e in catene,
cacciatori e bracchieri,
can da fermo e levrieri
40e cavalli e lacchè,
tutti conduce il buon signor con sé.
- E ben - disse al padrone
Facciam pria colizione;
veduto ho i vostri polli, e son ben teneri.
45Vostra figliola è questa? Al primo aspetto
vi dico, o galantuom, che è tempo omai
che vostra figlia armi a un marito il letto;
accostatevi a me, bella fanciulla,
ditemi in confidenza:
50non vi parrebbe molto saporito
un pezzo di marito? -
E dicendo così fa conoscenza
con quella giovinetta,
se la fa sedere a lato,
55poi la piglia per la mano,
sale al braccio, e poi pian piano
al fazzoletto
che copre il petto,
stende le dita.
60La giovinetta allor tutta arrossita
si difende con rispetto;
l’accorto padre n’ha gran dispiacere,
ma bisogna tacere.
Qui rizzandosi: - Oh via,
65vediam - disse - egli pria
tutta la vostra casa -. Eccoli in sala,
scendon le scale, giungono in cantina,
contan le botte piene; indi rimontano,
e finalmente arrivano in cucina.
70- Questi vostri prosciutti
son eglin vecchi tutti?
Hanno una cera d’essere squisiti -.
- Sono al vostro comando -. - Ed io - rispose
il nobile signore
75li prendo di buon cuore -.
Fa colazione in tanto,
e seco mangia tutta la famiglia:
i cani e’ cacciatori,
cavalli e servitori,
80tutta gente di buona dentatura;
comanda a dirittura
in casa di quell’uom, beve il suo vino
ed accarezza la sua bella figlia.
Succede al mangiamento
85dei cacciator l’orribil imbarazzo,
fan trombe e corni un orrendo schiamazzo,
che d’ogni intorno ne risuona il lito;
onde il buon uom solo alla quiete avvezzo
attonito rimane e sbalordito.
90Il peggio fu che misero a soqquadro
erbe da far minestre, erbe odorose:
addio ogni più bel fiorito quadro,
addio lattughe tenere e gustose.
Scovan la lepre, che si stava ascosa
95tra verde e folta malva:
volan frecce per l’aria, ella paurosa
schiva fuggendo i colpi, e al fin si salva.
Qui tutto ardente il sire
volto a’ suoi disse: - O là, mie genti, aprite
100questa siepe, che io voglio
uscir di questo imbroglio
senza tornar indietro e senza scendere
dal mio cavallo -. Allor tutti coloro
fecero così ben questo lavoro,
105che il pover’uom dicea, ma sospirando:
- Questi sono i favori
che fanno i gran signori -.
Essi però tagliando
alla peggio la siepe il lascian dire,
110e in men d’un’ora fer sì gravi danni
che le lepri d’un regno insieme unite
non avrebbero al certo
così gran guasto mai fatto in cent’anni.
Prencipi, se tra voi sorge mai lite,
115non chiamate in aiuto un re possente, state all’erta, avvertite
ch’ei non s’impegni nelle vostre guerre
e che ei non entri nelle vostre terre.