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La puttana e 'r pivetto

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Giuseppe Gioachino Belli

1832 Indice:Sonetti romaneschi VI.djvu sonetti letteratura La puttana e 'r pivetto Intestazione 25 luglio 2024 75% Da definire

Le vojje de gravidanza Li preti a ddifenne
Questo testo fa parte della raccolta Sonetti romaneschi/Sonetti dal 1828 al 1847

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LA P...... E ’R PIVETTO.1

     Ma gguardatele llì cche bbelle poste!2
Che ccapitali da mmettémme gola!
Oh annate a ddà la sarciccetta3 all’oste:
Annate a ffà la cacca a la ssediola.

     Animo, lesto, sor fischietto,4 a scola,
E nnun ce state ppiù a ggonfià le coste:5
E ssi cciavéte a pparte la pezzola,6
Currétesce a ccrompà7 le callaroste.8

     Ma ddavero le purce hanno la tosse?9
Cosa, peccristo, da pijjalli a schiaffi,
E ffajje diventà lle guance rosse.

     Scopamme! lui! ma llui! vedi che ccacca!10
Cqua cce vònno, pe’ dio, tanti de bbaffi,
No un zorcio com’e vvoi sopra ’na vacca.

Roma, 25 novembre 1832.

Note

  1. Ragazzo. [Ma è detto sempre con un po’ di canzonatura.]
  2. Avventori.
  3. Salsiccetta.
  4. [Si dice a’ ragazzi, ma sempre in tono più o meno canzonatorio, come pivetto.]
  5. Gonfiar le coste, vale: “molestare, annoiare.„
  6. Sogliono i fanciulli porre in serbo le loro monete o in vaso in cui è praticata una sottil feritoia che ne permetta l’accesso e non l’egresso [nel salvadanaio, insomma, che a Roma si chiama dindaròlo], oppure involte e legate in una pezzolina.
  7. Comprare.
  8. Caldarrosto. [Calde-a-rosto: le bruciate.]
  9. Proverbio, significante la vanità nell’impotenza, o la pretensione senza dritto.
  10. Arroganza, pretenzioncella.