La serva de casa

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Giuseppe Gioachino Belli

1834 Indice:Sonetti romaneschi IV.djvu sonetti letteratura La serva de casa Intestazione 16 gennaio 2024 75% Da definire

La gabbella de cunzumo Er più in ner meno
Questo testo fa parte della raccolta Sonetti romaneschi/Sonetti del 1834

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LA SERVA DE CASA.

     Ha ttutte le vertù cch’è nescessario
Pe’ bben zervì la nobbirtà rromana.
È mmatta, è strega, è spia, è lladra, è cciana,1
E ppe’ bbuscìe2 nun ce la pò er lunario.

     Si3 ppoi volémo seguità er rosario,
Er padrone lo serve da p......,
La padrona la serve da ruffiana,
E ccusì ss’aritrippica4 er zalario.

     Inortre sce sarìa5 n’antra6 catasta
De difettucci e ttutti a bbommercato;
Ma vve sbrigo: è una serva, e ttant’abbasta.

     E nno ppe’ ggnente7 da tant’anni addietro,
Le serve in ner pretorio de Pilato
So’ state mmaledette da San Pietro.

2 dicembre 1834.

Note

  1. Vanitosa nel vestire.
  2. Bugie.
  3. Se.
  4. Si ritriplica, per semplicemente si triplica.
  5. Ci sarebbe.
  6. Un’altra.
  7. E non per niente.