La sesta crociata, ovvero l'istoria della santa vita e delle grandi cavallerie di re Luigi IX di Francia/Parte seconda/Capitolo LXIX

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Capitolo LXIX

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Capitolo LXIX.

Della santa morte del Santo Re, e come fu poscia annoverato tra Confessori della Fede.


Quando il buon Re San Luigi ebbe così insegnato ed indottrinato Monsignor Filippo suo primogenito, ed in lui tutti gli altri figliuoli suoi, la malattia che il premeva cominciò tosto a crescere duramente. Ed allora domandò i Sagramenti di Santa Chiesa, che gli furono amministrati in sua piena conoscenza, buon senno e ferma memoria. E bene ciò apparve perchè, quando lo misero in [p. 268 modifica]estrema unzione, e dissero i sette Salmi di penitenza, egli medesimo rispondeva i versetti dei detti Salmi insieme cogli altri che accompagnavano il Prete in quell’ultimo pietoso officio. E udii poscia dire a Monsignore il Conte d’Alansone suo figliuolo, che sentendosi il buon Re approssimare alla morte s’isforzava d’appellare i Santi e Sante del Paradiso perchè il venissero âtare e soccorrere a quel trapasso: e per ispeciale evocava egli Monsignore San Jacopo, in dicendo la sua orazione che comincia: Esto, Domine. Anche Monsignor San Dionigi appellò egli, recitando la sua orazione, la quale in sentenza dice così: Sire Iddio, donaci grazia di poter disprezzare e mettere in obblìo le proprietà di questo mondo, sicchè incontriamo senza dottanza qualsivoglia avversitade. Finalmente, dopo aver richiamato anche Madama Santa Geneviefa, si fece istendere sovra un letto coverto di ceneri, fece croce sul petto delle sue braccia; e così, riguardando tuttavia verso il cielo, rese in un suave sospiro la benedetta anima al suo Creatore, a tale ora medesima in che Nostro Signore Gesù Cristo rese lo Spirito al Padre in su l’albero della Croce per la salute di tutti i popoli.1

Pietosa cosa è veramente e degna di largo pianto il trapassamento di questo Santo Principe, il quale sì santamente ha vissuto, e bene ha guardato suo Reame, e che tanto di buone ovre ha fatto in verso Dio. Perchè, cosi come il dittatore vuole alluminato il suo Libro in oro smagliante ed in colori gai per [p. 269 modifica]farlo più bello e onorato, simigliantemente il buon Santo Re ebbe alluminato e fregiato la vita sua ed il suo regno per le grandi limosine, e pei Monasteri e Chiese ch’egli ha fatto e fondato in suo vivente, ove Dio è al di d’oggi lodato ed onorato notte e giorno. La domane della festa di Santo Bartolomeo Apostolo trapassò egli di questo secolo nell’altro, e ne fu poscia apportato il corpo in Francia a San Dionigi, e la fu soppellito nel luogo ove egli avea già da tempo eletta la sua sepoltura: al qual luogo Dio misericordioso, per le preghiere di lui, ha permesso sien fatti molti e belli miracoli.

Tosto appresso per lo comandamento del Santo Padre di Roma venne un Prelato a Parigi che fu lo Arcivescovo di Roano, ed uno altro Vescovo con lui, e se ne andarono a San Dionigi, al qual luogo essi furono lungo tempo per inchiedervisi della vita, delle opere e dei miracoli del buon Re San Luigi. E mi mandarono che venissi a loro, e là fui per due giorni per ch’io loro isponessi tutto ciò che sapeva. E quand’essi si furono per tutto bene e diligentemente inchiesti d’esso buon Re, ne riportarono in Corte di Roma tutto l’inchierimento. Lo quale bene veduto, ed a buon diritto esaminato, funne il nostro buon Re per solenne dicreto messo nel novero dei Confessori della Fede2. Donde gran gioia fu e dovè essere per tutto il Reame di Francia, e molto grande onore ne venne a tutto il suo lignaggio, e sì veramente a coloro che lo vorranno imitare, mentre sarà a gran disonore di quelli di suo lignaggio che [p. 270 modifica]non imitandolo, saranno mostri col dito, e si dirà di loro: che giammai il buon Sant’Uomo arebbe fatta tale malvagità o villanìa.

Appresso che queste buone novelle furono venute di Roma, il Re donò ed assegnò giornata per levare il Santo Corpo. L’Arcivescovo che fu di Reims, e Messer Errico di Villiere che altresì fu Arcivescovo di Lione lo portarono primi, e più altri Arcivescovi e Vescovi il portarono dappoi, de’ quali io non so i nomi. Appresso ch’e’ fu levato Frate Giovanni di Semuro lo predicò davanti il popolo, e tra gli altri suoi buoni fatti rammentò sovente una cosa ch’io gli avea detto del buon Re: cioè la grande sua lealtà, perchè, com’io ho mentovato davanti, quando egli avea alcuna cosa promessa della sua sola e semplice parola ai Saracini nel viaggio d’oltremare, non ci avea rimedio che non la tenesse loro a qualunque costo, od a perdita qualsivoglia. Predicò similmente il detto Frate Giovanni tutte le parti della sua vita com’elleno per me sono state già scritte. E tantosto che il Sermone fu finito, il Re novello ed i fratelli suoi riportarono il corpo del Re loro padre nella detta Chiesa di San Dionigi con l’aita del loro lignaggio, per onorare così quel corpo che tanto onore apporta loro, ed apporterà per lo avvenire se per essi non farà difetto il proposito di seguitarne i precetti.

  1. Il 25 Agosto 1270 a ora di nona.
  2. Fu santificato da Papa Bonifacio VIII nel 1297.