La sesta crociata, ovvero l'istoria della santa vita e delle grandi cavallerie di re Luigi IX di Francia/Parte seconda/Capitolo XIII

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Capitolo XIII.

Come movemmo da Damiata per a Babilonia, secondo l’avviso malurioso del Conte d’Artese.


Or quando esso Conte di Poitieri fratello del Re fu arrivato, grande gioia s’ismosse in tutto lo esercito, ed il Re mandò cherendo suoi Baroni più prossimani, e l’altre genti di suo Consiglio, e loro [p. 71 modifica]domandò qual via egli doveva prendere o ad Alessandria o a Babilonia. Il Conte Piero di Brettagna col più degli altri Baroni furono d’opinione che ’l Re movesse ad Alessandria, perciò che davanti la cittade avea porto buono ad arrivarvi navi e battelli per vittovagliar l’oste. Ma a questa opinione fu contrario il Conte d’Artese, e disse che già non andrebbe egli ad Alessandria innanzi che non si fusse stati in Babilonia, la quale era capo di tutto il Reame d’Egitto1. E diceva per sue ragioni, che chi volea uccidere il serpente gli dovea schiacciar il capo tutto primiero. Ed a questo consiglio si tenne il Re e lasciò l’altra opinione.

All’entrata dell’Avvento2 si partì dunque il Re e tutta sua oste per andare a Babilonia, siccome il Conte d’Artese avea consigliato. E nella via assai presso di Damiata trovammo uno fiume che usciva della grande riviera, e fu avvisato che ’l Re soggiornerebbe là uno giorno tanto che s’istopperebbe lo detto fiume a fine che si potesse trapassare. E fue la cosa fatta assai agiatamente, perchè si rinturò il detto fiume a raso a raso della grande riviera, per tal maniera che l’acqua non alzando punto da nissun lato si potè passar oltre a grand’agio. Or che fece il Soldano? Egli inviò inverso [p. 72 modifica]il Re, pensando farlo a cautela, cinquecento dei suoi Cavalieri, de’ meglio montati ch’e’ sapesse scerre, dicendo al Re ch’essi eran venuti per soccorrer lui e tutta sua oste, ma ciò era solamente per dilazionare la nostra venuta. Il giorno di San Nicolao il Re comandò che tutti montassero a cavallo, e difese sotto pena di ribellione che nullo di sue genti fusse tanto ardito che toccasse in male a l’uno di que’ Saracini che il Soldano gli avea inviato incontra. Ora avvenne che, quando essi Saracini videro che l’oste del Re fu ismossa a partire, e seppero ch’esso Re avea fatto difendere che nullo non li osasse toccare, imbaldanziro, e se ne vennero di gran coraggio tutti in frotta ai Tempieri, i quali avevano la prima battaglia. E l’uno di questi Turchi donò della propria mazza un sì gran colpo a l’uno de’ Cavalieri della prima battaglia che lo abbattè innanzi il cavallo del fratello di Rinaldo di Bichers che era allora Maliscalco dei Frieri del Tempio. Il che veggendo esso Maliscalco non si rattenne, ma gridò a’ suoi prò Cavalieri: Ora avanti, compagnoni, addosso dalla parte di Dio, chè ciò non si potrebbe soffrire. Ed ecco e’ fiere il suo cavallo degli sproni e si libera correndo sui Saracini, e con esso tutta la valente Compagnia dei Tempieri sale romendo come groppo di vento alla guerra. E ben sappiate che li cavalli de’ Turchi erano ismunti e travagliati, e li nostri tutti riposati e freschi, donde male loro ne arrivò: perchè io ho di poi assai udito dire che de’ Turchi non ne iscapò punto uno tutto solo, che non ne fusse o [p. 73 modifica]tagliato o costretto di gittarsi in mare e sommergersi.

  1. Si legge nell’Itinerario Gerosolimitano: — Haec Babilonia non est illa quae fuit secus fluvium Chobar, sed dicitur Babylonia Ægypti, quae parvo dividitur intervallo a Chayro. Itaque non duas faciunt civitates, sed unam cujus pars altera dicitur Chayrum, altera Babilonia, et ipsa tota, nomine composito, Chayrum — Babilonia appellatur. — Et creditur quod olim fuerit nuncupata Memphis, deinde Babilonia, et tandem Chayrum
  2. Nel Decembre del 1249.