Laude (1910)/Laude/Lauda XLVI

Da Wikisource.
XLVI. Como l’anima per fede uiene a le cose inuisibile

../Lauda XLV ../Lauda XLVII IncludiIntestazione 3 marzo 2016 75% Da definire

XLVI. Como l’anima per fede uiene a le cose inuisibile
Laude - Lauda XLV Laude - Lauda XLVII
[p. 71 modifica]

Como l’anima per fede uiene a le cose inuisibile.          .xlvi.


     COn gli occhi ch’agio nel capo,       la luce del dì mediante
     a me representa denante       cosa corporeata.
Con gli occhi ch’agio nel capo,       ueggio l diuin sacramento,
     lo preite me mostra a l’altare,       pane sì è en uedemento;4
     la luce ch’è de la fede       altro me fa mostramento
     agli occhi mei ch’ò dentro       en mente rationata.
Li quattro sensi dicono:       questo si è uero pane;
     solo audito resistelo,       ciascun de lor fuor remane,8
     so queste uisibil forme       Christo occultato ce stane,
     cusì a l’alma se dàne       en questa mysteriata.
Como porrìa esser questo?       uorriàl ueder per ragione;
     l’alta potentia diuina       somettiriti a ragione;12
     piacqueglie lo ciel creare       et nulla ne fo questione,
     uoi que farite entenzone       en questa sua breue operata?

[p. 72 modifica]

A lo nuisibile cieco       uien con baston de credenza,
     a lo diuin sacramento       uienci con ferma fidenza,16
     Cristo che lì ce sta occulto       dàtte la sua benuolenza,
     et qui se fa parentenza       de la sua gratia data.
La corte ó se fon ste noze       si è questa chiesa sancta,
     tu uien a lei obedente       et ella de fé t’amanta;20
     poi t’apresenta al Signore,       essa per sposa te planta,
     loco se fa nona canta       che l’alma per fé è sponsata.
Et qui se forma un amore       de lo enuisibile Dio;
     l’alma non uede, ma sente,       che glie despiace onne rio;24
     miracol se uede infinito,       lo nferno se fa celestìo,
     prorompe l’amor frenesìo       piangendo la uita passata.
O uita mia maledecta,       mondana, luxuriosa,
     uita de scrofa fetente,       sozata en merda lotosa,28
     sprezando la uita celeste       de l’odorifera rosa,
     non passerà questa cosa       ch’ella non sia corrottata.
O uita mia maledecta,       uillana, engrata, soperba,
     sprezando la uita celeste,       a Dio stata so sempre acerba;32
     rompendo la lege & statuti,       le sue sanctissime uerba,
     et esso de me fact’ha serba,       ché non m’à a lo nferno dannata.
Anima mia, que farai       de lo tuo tempo passato?
     non è dannagio da gioco       ch’ello non sia corrottato;36
     planti, sospiri & dolori       siragione sempre cibato;
     lo mio gran peccato       ch’a Dio sempre so stata engrata.
Signor, non te ueio, ma ueio       che m’ài en altro hom mutato;
     l’amor de la terra m’ài tolto,       en cielo sì m’ài collocato;40
     te dagetor non uegio,       ma uegio e tocco l tuo dato,
     ché m’ài lo corpo enfrenato       ch’en tante bruttur m’à sozata.
O castitate, que è questo       che t’agio mo en tanta placenza?
     et onde speregia esta luce       che data m’à tal conoscenza?44
     uien de lo patre de lumi       che spira la sua benuoglienza,
     et questo non è fallenza       la gratia sua ch’à spirata.
O pouertate, que è questo       che t’agio mo en tanto piacire,
     cha tutto lo tempo passato       orribel me fosti ad udire?48
     più m’affligea che la freue       quando uenea l tuo pensire,
     et or t’agio en tanto desire,       che tutta de te so enamata.
Venite a ueder meraueglia       che posso mo el proximo amare,
     et nulla me dà mo graueza       poterlo en mio danno portare;52
     et de la iniuria facta       lebbe sì m’è el perdonare;
     et questo non m’è bastare       se non so en suo amor enfocata.

[p. 73 modifica]

Venite a ueder meraueglia       che posso mo portar le uergogne,
     che tutto l tempo passato       sempre da me fuor da logne;56
     or me dà un’alegreza,       quando uergogna me iogne,
     però che con Dio me coniogne       nella sua dolce abracciata.
O fede lucente, preclara,       per te so uenuto a sti fructi;
     benedetta sia l’ora e la dine       ch’io credetti a li toi mucti;60
     parme che questa sia l’arra       de trarme a ciel per conducti,
     l’affecti mei su m’ài reducti       ch’io ami la tua redetata.