Le Baccanti/Quarto episodio

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Quarto episodio

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Euripide - Le Baccanti (406 a.C./405 a.C.)
Traduzione dal greco di Ettore Romagnoli (1928)
Quarto episodio
Terzo stasimo Quarto stasimo
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Esce dalla reggia Dioniso, parlando a Penteo che lo segue.
dioniso
Tu che brami veder quanto vedere
non conviene, e t’affretti a ciò che meglio
saria fuggire, esci, o Pentèo, nei panni
di Mènade baccante a noi ti mostra.
Esce Penteo.
D’una figlia di Cadmo hai la figura!
penteo
Parmi veder due soli, e divenuta
duplice Tebe e le sue sette porte;
e tu mi sembri tramutato in toro:
ché sulla fronte a te crebbero corna.
Eri tu dunque fiera? Io nol sapevo.
dioniso
Tregua or fatta, ti guida il Dio che avverso
già t’era: ciò che veder devi or vedi.

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penteo
A chi dunque somiglio? Non ho forse
l’aspetto d’Ino o d’Agave mia madre?
dioniso
Di veder quelle, se ti miro, sembrami.
Ma t’è fuori di posto andato un ricciolo!
penteo
Nel bacchico delirio, avanti e indietro
crollando il capo, il feci uscir di posto.
dioniso
Ma noi che di servirti abbiamo il cómpito
lo riaggiusteremo. Alza la testa.
penteo
Sono nelle tue mani. Ecco. Raggiustalo.
dioniso
S’è allentata la cintola, e le pieghe
non ti cadono a piombo sui malleoli.

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penteo
Pare anche a me, sul destro. — Ma di qui
la veste cade proprio a perpendicolo.
dioniso
M’avrai, se, contro ciò che pensi, trovi
sagge le donne, pel tuo primo amico?
penteo
Per parer proprio una Baccante, il tirso
l’ho a tener con la destra, oppur con questa?
dioniso
Con la destra; e levarlo col pie’ dritto.
Dal pensier tuo che sii distolto io godo.
penteo
Dimmi, potrei del Citerone i gioghi
sugli omeri portare, e insiem le Mènadi?
dioniso
Sí, se volessi. Prima no, ché a segno
la mente non avevi. Adesso l’hai.

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penteo
Portiamo leve, o ficco il braccio e l’omero
sotto le vette, e con le man’ le svello?
dioniso
Non distrugger gli alberghi delle Ninfe,
e di Pane le sedi, ov’egli súfola.
penteo
Ben detto. Usar la forza contro femmine
non va: starò nascosto fra gli abeti.
dioniso
Il nascondiglio troverai che addicesi
a chi segretamente spia le Mènadi.
penteo
Fra i cespugli mi par che come augelli
stian dei giacigli nelle dolci reti.
dioniso
Or non vai perciò appunto ad esplorare?
Le piglierai, se te prima non pigliano!

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penteo
Guidami, via per mezzo alla città:
ché il solo uomo sono io che tanto ardisca!
dioniso
Tu sol, tu sol per Tebe ti travagli:
e i cimenti che meriti t’aspettano.
Seguimi! In salvo io lì ti guido. Altri
poi ti ricondurrà.
penteo
                                        Mia madre forse?
dioniso
Mèta agli occhi di tutti.
penteo
                                             E perciò vado.
dioniso
Ritornerai portato.
penteo
                                        A mio bell’agio!

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dioniso
Nelle man’ di tua madre.
penteo
                                        Oh me felice!
dioniso
Quello ch’ io dico.
penteo
                              Avrò quello che merito!
S’avvia.
dioniso
Duro, sei, duro, e a dura impresa or muovi:
sí che al ciel salirà la gloria tua.
Tendi, Agave, le mani, e voi germane
figlie di Cadmo. Io guido questo giovane
ad un agone ov’io trionferò
con Bromio. Il resto lo diran gli eventi.
Esce.