Le Ricordanze (Rapisardi 1894)/Parte seconda/Tedio

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Parte seconda - Tedio

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TEDIO




Con la foglia che cade
     Dal derelitto ramo,
     Co’ fiori e le rugiade
     Cader, vanire io bramo,
     Immergermi rapito
     Nel baratro infinito.

Delle stagioni al volo
     Muta ogni cosa: or veste
     April di fiori il suolo,
     Or di nevi e tempeste
     Mugghiante, orrida piena
     Il verno irto scatena.

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Ma torba, inerte, occulta
     Qual onda al sole ignota,
     Entro al tedio sepulta
     Sta la mia vita immota;
     E di fastidio indegno
     Sento morir l’ingegno.

Oh, a questo viver vano
     Date le stelle e i fiori,
     L’ali dell’uragano,
     Dell’iride i colori,
     La possa al genio mio
     D’un dèmone o d’un Dio!

Del vasto essere in grembo
     Turbinar voglio un’ora,
     Col zeffiro o col nembo,
     Con gli astri o con l’aurora,
     Di Sol cinto o di gelo
     Correr la terra e il cielo.

Poi stanco d’opre e d’ire,
     Di gioje e di tormenti
     Sognar, cader, sparire
     Con le stelle cadenti,
     Sognar, morir sul core
     Del mio lontano amore.