Le Vergine

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Giuseppe Gioachino Belli

1835 Indice:Sonetti romaneschi IV.djvu sonetti letteratura Le Vergine Intestazione 25 dicembre 2023 100% Da definire

La mano reggia (13 maggio 1835) Una dimanna d'un Ziggnore
Questo testo fa parte della raccolta Sonetti romaneschi/Sonetti del 1835
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LE VERGINE.

     Su le Vergine poi er zanto frate1
Ggià ss’è spiegato e nu’ ne fa mmistero.
Vò llevajje2 pe’ fforza er monistero
E straportacce3 le Sagramentate.4

     Io lo so da bbon logo; e è ttanto vero,
Che vvederete che appena entra istate
Quele serve de Ddio so’ bbuggiarate,5
Perché er Papa in sta coccia6 è ppropio fiero.

     Hanno tempo a sfogasse7 ggiorn’e nnotte
A ttriduvi, diggiuni e ddissciprine:
Bbisoggna che sse vadino a ffà fotte.8

     Sarà ffórzi9 ch’a Rroma er Zanto Padre
Nun ce vojji ppiù vergine, p’er fine
De nun zentijje10vvergine e mmadre.11

17 maggio 1835.


Note

  1. Gregorio XVI. [Il quale, come abbiamo avvertito più volte, era stato monaco benedettino camaldolese.]
  2. Levargli, per “levar loro.„
  3. Trasportarci.
  4. Siccome le monache Sacramentali, ossiano adoratrici perpetue del Sagramento, vivono in angustissima casa e malsana sul collo del Monte Quirinale presso il crocicchio delle Quattro-Fontane, il Cardinal Vicario Odescalchi ha persuaso il Papa di translocarle nel convento delle così dette Vergini, non lungi dalla Fontana di Trevi; e queste, malgrado della loro resistenza, riunirle con altre monache del loro instituto a Santa Lucia in Selci alla Suburra sul clivo dell’Esquilino-cispio.
  5. Son disertate, rovinate.
  6. Ostinazione. [V. la nota 7 del sonetto: Li vecchi, 17 genn. 35.]
  7. Sfogarsi.
  8. Semplicemente, “che se ne vadano.„
  9. Forse.
  10. Sentirgli, per “sentir loro.„
  11. È per verità curioso l’udir dare il nome di madre e di padre a chi per voto si legò a perpetua castità. Nè quindi son rari in Roma gli esempi di claustrali dell’uno e dell’altro sesso, che non persuasi del senso spirituale attribuito a que’ due vocaboli, s’ingegnano di ricondurla alla naturale sua origine, sperimentando se meglio che allo spirito non convenga alla materia. Della quale vaghezza alcun beneficio pur deriva alla popolazione tradita dalla sterilità del celibato.