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Le dimanne a ttesta per aria

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Giuseppe Gioachino Belli

1835 Indice:Sonetti romaneschi IV.djvu sonetti letteratura Le dimanne a ttesta per aria Intestazione 6 giugno 2024 75% Da definire

L'ammalatia der padrone Er fijjo tirat'avanti
Questo testo fa parte della raccolta Sonetti romaneschi/Sonetti del 1835

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LE DIMANNE A TTESTA PER ARIA.

     Quanno lòro s’incontreno, Bbeatrisce,
Tu averessi da stà1 ddietr’un cantone.
“Oh ccaro sor Natale mio padrone!„ —
“Umilissimo servo, sor Filisce.„ —

     Disce: “Ne prende?„2 — “Grazzie tante,„ disce. —
“Come sta?„ — “Bbene, e llei?„ — “Grazzie, bbenone.„ —
Disce: “Come lo tratta sta staggione?„ —
Disce: “Accusì: mmi fa mmutà ccamisce„ —

     Disce: “E la su’ salute?„ — “Eh, nun c’è mmale.
E la sua?„, disce. “Aringrazziam’Iddio.„ —
“E a ccasa?„ — “Tutti.3 E a ccasa sua?„ — “L’uguale.„ —

     “Ne godo tanto.„ — “Se4 figuri io.„ —
“Oh ddunque se4 conzervi, sor Natale.„ —
“Ciarivediàmo,5 sor Filisce mio.„

6 febbraio 1835.

Note

  1. Avresti da stare.
  2. Cioè: tabacco.
  3. [Tutti bene.]
  4. 4,0 4,1 Si.
  5. Ci rivediamo.