Le donne che lavorano/XII. La donna nella letteratura

Da Wikisource.
XII. La donna nella letteratura

../XI. La donna nella politica ../XIII. La donna nella pittura e nella scultura IncludiIntestazione 14 settembre 2017 100% Da definire

XI. La donna nella politica XIII. La donna nella pittura e nella scultura
[p. 140 modifica]

XII.

La donna nella letteratura.

Un fenomeno abbastanza strano ma che mostra come l’idea della coltura nella donna abbia fatto progressi, è vedere come la donna scrittrice sia riuscita ad entrare nella nostra vita sociale e ad essere accolta, se non con entusiasmo, con molta benevolenza e simpatia.

Questo fatto sorprende quando si pensa che pochi anni fa, la donna che si dedicava alle lettere o che semplicemente tentava di elevarsi coll’ingegno al disopra delle compagne, era posta in ridicolo, schiacciata sotto i sarcasmi e derisa come se il tentativo che faceva per elevarsi fosse un delitto. [p. 141 modifica]Tutti rammentano il dispregio con cui erano riguardate le saccenti, le bas-bleu del secolo scorso; formavano quasi una casta a parte ed erano fuggite come se fossero appestate.

Forse in un tempo in cui il livello intellettuale della donna era mollo basso, col far pompa del loro sapere si saranno rese poco simpatiche, poi credo che la loro dottrina fosse molto superficiale, al punto che una ragazza che esce ora da una delle nostre scuole superiori, è assai più istruita di tutte le saccenti del principio del secolo scorso.

È certo che la letteratura femminile ha fatto in pochi anni passi da gigante, anche i più accaniti detrattori della donna riconoscono in lei serie altitudini per la letteratura romantica e poetica. Si trova che unendo immaginazione più fervida e più delicato sentimento, può nel romanzo far vibrare una nota speciale; se ancora non vogliono concederle il vanto di toccare le più [p. 142 modifica] alte cime, i suoi scritti vengono letti, lodati ed apprezzati, e nella schiera degli scrittori può vantarsi d’aver conquistato un posto glorioso vincendo molti pregiudizi che da quel campo la tennero lontana per molto tempo. Il male è che colla diffusione dell’istruzione femminile siano troppe le donne che vogliono entrare nell’arringo letterario preparandosi a dei disinganni per l’avvenire. Appena una fanciulla sa scrivere con garbo una letterina e colla mente ancor piena di studi recenti riesce a comporre un racconto che vien lodato dai maestri e dagli amici compiacenti, s’immagina di sentire una vocazione irresistibile per la letteratura, e colla fervida fantasia giovanile si crede una Sand rediviva e vede davanti a sè una carriera gloriosa.

Qualche altra, dopo aver atteso invano per alcuni anni un marito, cerca di consolarsi sfogando l’amarezza dell’anima incompresa sulle pagine bianche di qualche [p. 143 modifica] quaderno. E da qui una pioggia di manoscritti che ideati colle migliori intenzioni del mondo non vedranno mai la luce, faranno perdere molte illusioni e saranno fonte di nuovi dolori alle loro autrici.

Spesso è il bisogno di passare il tempo o il desiderio di un lavoro che forse potrà’ essere utile un giorno, quello che spinge le signorine in questa via, ma dovrebbero pensare che non basta mettere insieme con garbo alcune frasi, nè combinare una storia colle reminiscenze di fatti veduti, di cose lette, bisogna lottare con grandi difficoltà per dar forma al pensiero e poi poter sprigionare nel proprio cervello quella scintilla che dà vita alle parole e che come quella uscita da una macchina elettrica riesce a penetrare nell’animo del lettore, a scuoterlo e a fermare, non fosse che per qualche istante, la sua attenzione. Ed anche quella che possiede queste qualità, ciò che non è molto facile, per poter riuscire [p. 144 modifica] deve aver tanto coraggio da isolarsi dal mondo e vivere soltanto coi personaggi della propria fantasia, soffrire per dar loro la vita e poi, da un lavoro in cui ha speso la parte migliore di sè, ricavare un compenso molto meschino.

È molto diffìcile poter interessare il lettore, si sono scritti troppi volumi per trovare qualche cosa di nuovo al punto da eccitare la curiosità del pubblico e far vibrare nel suo animo un nuovo sentimento.

Chi ha tempo da perdere e non ha bisogno di guadagnarsi il pane, può impunemente imbrattar fogli e passar le ore in un lavoro sterile e inutile; non farà male a nessuno e potrà tener compagnia a tante strimpellatrici di pianoforte e imbrattatrici di tela; ma mi pare che sarebbe meglio che adoperasse la propria operosità in un lavoro più utile, tanto non avrà nemmeno soddisfatta la vanità di far parlare di sè e si pentirà del tempo perduto. [p. 145 modifica]È una cosa certa che ciò che non riesce bene non dà nessuna soddisfazione e l’illusione d’aver fatto una cosa buona, quando invece essa è men che mediocre scompare, come bolla di sapone, al primo soffio di vento.

Sono sicura che sarà più contenta la donna che riesce a fare un eccellente manicaretto o a combinare un grazioso cappellino che quella che ha scritto dei versi zoppicanti o un racconto noioso. Forse il vedere la quantità di volumi dovuti a penne femminili che vengono stampati fuori d’Italia invoglia anche le nostre fanciulle a mettersi all’opera, ma devono pensare che nei paesi nordici dove l’inverno è lungo e si vive molto rinchiuse fra le pareti domestiche, la lettura è uno dei migliori passatempi, si legge di tutto: i romanzi buoni, i mediocri ed anche qualche volta quelli noiosi.

Da noi invece si vive più all’aria aperta perchè il dolce clima c’invita alle gite, alle [p. 146 modifica] passeggiate, si legge poco, si comperano pochissimi libri; i libri si riguardano come spesa superflua e si preferisce farseli prestare dalle amiche o dai gabinetti di lettura; ecco la ragione per cui la letteratura è in ribasso, e perchè è desiderabile che altre professioni ed impieghi s’aprano all’operosità della donna, non foss’altro per veder diminuire il numero delle scrittrici da strapazzo.

Per fortuna, molte trovano sfogo alle loro velleità letterarie scrivendo sulle riviste e giornali che hanno bisogno di un cibo quotidiano e riescono di agone onde provare le loro armi. Per dedicarsi con profitto al giornalismo ci vogliono qualità speciali, ma anche in questo campo la donna ha dato già buone prove.

Parecchi anni fa vide la luce in Francia un giornale La Fronde, il quale, scritto, composto e stampalo da donne, seppe acquistarsi un bel posto nel giornalismo. Era [p. 147 modifica] un giornale battagliero, pronto a combattere per le cause giuste ed a spezzare sempre una lancia a favore dei deboli e degli oppressi, si occupava in modo speciale degli interessi femminili e del miglioramento delle condizioni della donna, però perchè sorto forse troppo presto precorrendo i tempi non ebbe fortuna.

Troppo lunga sarebbe la lista dei nomi femminili che occupano un bel posto nel giornalismo italiano. Senza il bisogno di giornali speciali come La Fronde, molte donne scrivono in Italia nei giornali politici e nelle riviste letterarie articoli altrettanto apprezzati quanto quelli dei colleghi dell’altro sesso.

Anche nella letteratura drammatica incomincia a far buona prova qualche ingegno femminile.

Non parliamo del buon esito avuto dalle donne nella produzione di libri per le scuole e per la gioventù, ciò che è naturale, [p. 148 modifica] perchè la donna è in grado di studiare l’indole dei bambini e conoscere meglio quello che si addice alla loro intelligenza.

Come si vede, il campo della letteratura aperto alla donna è un vasto campo dove potrà trovare da occupare il proprio ingegno utilmente e avere qualche soddisfazione intima, una non si lasci tentare dal miraggio della gloria, se non si sente abbastanza forte da poter lottare colla poca probabilità di riuscire.