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Le lettanìe de Nannarella

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Giuseppe Gioachino Belli

1835 Indice:Sonetti romaneschi IV.djvu sonetti letteratura Le lettanìe de Nannarella Intestazione 6 giugno 2024 75% Da definire

Le purce in ne l'orecchie L'ammalatia der padrone
Questo testo fa parte della raccolta Sonetti romaneschi/Sonetti del 1835

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LE LETTANÌE DE NANNARELLA.1

     Ora pre nobbi. Ora pre... Attenta, Nanna:
Tu aritorni a zzompà.2 Ddoppo in violata
Viè, scròfa mia, madre arintemerata.
Fede e rrisarca sta ppiù ggiù una canna.

     Ora pre nobbi. Ora pre no... Sguajata!
Ma cche Tturris e bbruggna! che, mmalanna,3
Domminus àuria e Vvirgo veneranna!
Virgo cremis, bestiaccia sgazzerata.4

     Di’ cchiaro quelo Spè coll’ojjo stizzia.
Ora pre nobbi... Aló,5 Ssede e ssapienza.
Avanti su: Ccausa nostr’allettizzia.

     Animo, a tté: Arifugg’impeccatòro.
Reggina profettaro?! Oh cche ppazzienza!
Manco male che vviè: Er zantòru moro.6

4 febbraio 1835.

Note

  1. [Le letanie di Nannarella. Da Marianna formano Nanna e Nannarella.]
  2. Saltare.
  3. [Da malanno, nel senso di “uomo tristo, birbante„ ecc., usato pure in Toscana, i Romaneschi formano anche il femminile malanna'.]
  4. [Il Belli nota altrove che sgazzerato è voce di spregio; ma non ne determina il preciso valore, e io credo che oggi non si usi più.]
  5. La nostra città si serve di questa voce, così storpiata da allons, nel senso stesso e nelle stesse circostanze in cui è adoperata dai Francesi.
  6. [Cfr. il sonetto: Er rosario ecc., 7 dic. 32.]