Le rime di M. Francesco Petrarca/Canzone XIII

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Canzone XII Sonetto XLIII

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CANZONE XIII.


Q
Uel foco ch’io pensai che fosse spento

     Dal freddo tempo, e da l’età men fresca,
     Fiamma, e martir nell’anima rinfresca.
Non fur mai tutte spente, a quel ch’i’ veggio;
     5Ma ricoperte alquanto le faville:
     e temo, no ’l secondo error sia peggio.
     per lagrime ch’io spargo a mille a mille,
     conven che ’l duol per gli occhi si distille
     dal cor, ch’ha seco le faville, e l’esca,
     10non pur qual fu, ma pare a me che cresca.
Qual foco non avrian già spento, e morto
     L’onde che gli occhi tristi versan sempre?
     Amor (avegna mi sia tardi accorto)
     Vuol che tra duo contrari mi distempre:
     15E tende lacci in sì diverse tempre,
     Che quand’ho più speranza che ’l cor n’esca,
     Allor più nel bel viso mi rinvesca.