Le rime di M. Francesco Petrarca/Sonetto CCLXVI

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Sonetto CCLXV Sonetto CCLXVII

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SONETTO CCLXVI.


I
pensava assai destro esser su l’ale,

     Non per lor forza, ma di chi le spiega,
     Per gir cantando a quel bel nodo eguale
     4Onde Morte m’assolve, Amor mi lega.
Trovaimi a l’opra via più lento et frale
     D’un picciol ramo cui gran fascio piega,
     Et dissi: - A cader va chi troppo sale,
     8Nè si fa ben per huom quel che ’l ciel nega. -
Mai non poria volar penna d’ingegno,
     Nonchè stil grave o lingua, ove Natura
     11Volò, tessendo il mio dolce ritegno.
Seguilla Amor con sì mirabil cura
     In adornarlo, ch’i’ non era degno
     14Pur de la vista: ma fu mia ventura.