Le rime di M. Francesco Petrarca/Sonetto CCLXXIX

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Sonetto CCLXXVIII Sonetto CCLXXX

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SONETTO CCLXXIX.


S
Ento l’aura mia anticha, e i dolci colli

     Veggio apparire, onde ’l bel lume nacque
     Che tenne gli occhi mei mentr’al ciel piacque
     4Bramosi et lieti, or li tèn tristi et molli.
O caduche speranze, o penser’ folli!
     Vedove l’erbe et torbide son l’acque,
     Et vòto et freddo ’l nido in ch’ella giacque,
     8Nel qual io vivo, et morto giacer volli,
Sperando alfin da le soavi piante
     Et da begli occhi suoi, che ’l cor m’ànn’arso,
     11Riposo alcun de le fatiche tante.
O’ servito a signor crudele et scarso:
     Ch’arsi quanto ’l mio foco ebbi davante,
     14Or vo piangendo il suo cenere sparso.