Le rime di M. Francesco Petrarca/Sonetto CCXX
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Sonetto CCXX
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SONETTO CCXX.
V
Ive faville uscian de’ duo bei lumi Ver me sì dolcemente folgorando
E parte d’un cor saggio sospirando,
4D’alta eloquenza sì soavi fiumi;
Che pur'il rimembrar par mi consumi,
Qual'ora a quel dì torno ripensando,
Come venieno i miei spirti mancando
8Al variar de’ suoi duri costumi.
L’alma nudrita sempre in doglie, e ’n pene
(Quant'è ’l poter d’una prescritta usanza!)
11Contra ’l doppio piacer sì ’nferma fue;
Ch’al gusto sol del disusato bene
Tremando or di paura, or di speranza
14D’abbandonarmi fu spesso intra due.