Le rime di M. Francesco Petrarca/Sonetto CLXXXI

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Sonetto CLXXX Sonetto CLXXXII

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SONETTO CLXXXI.


G
desiai con sì giusta querela,

     E ’n sì fervide rime farmi udire,
     Ch’un foco di pietà fessi sentire
     4Al duro cor ch’a mezza state gela;
E l’empia nube, che ’l raffredda, e vela,
     Rompesse all’aura del mi’ ardente dire;
     O fessi quell’altru' in odio venire,
     8Che i belli, onde mi struggo, occhi mi cela.
Or non odio per lei, per me pietate
     Cerco: che quel non vo’, questo non posso:
     11Tal fu mia stella, e tal mia cruda sorte:
Ma canto la divina sua beltate,
     Che, quand’i’ sia di questa carne scosso
     14Sappia ’l mondo che dolce è la mia morte.